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Proletari di tutto il mondo, unitevi! |
che fare |
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Giornale dell'Organizzazione Comunista Internazionalista |
Il nostro volantino alla marcia della pace Perugia-Assisi dell'11 settembre 2005
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Dalle e sulle manifestazioni del 24-26
settembre negli Stati Uniti per il ritiro delle truppe statunitensi
dall'Iraq All'indirizzo "http://www.indybay.org" è possibile scaricare filmati, fotografie e cronache delle manifestazioni. La cronaca del Washington Post sulla manifestazione di Washington e l'intervento finale di Cindy Sheeman La manifestazione di Seattle
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(La nostra presa di posizione del 12 luglio 2005)
Intanto, la guerra infinita dei governi capitalisti d'Occidente continua anche contro il fronte interno, contro gli stessi lavoratori occidentali:
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Dagli Stati Uniti Riportiamo alcuni interventi dagli Stati Uniti, dopo Katrina e in preparazione delle manifestazioni del 24 settembre 2005 contro gli "uragani interni ed esterni" che la finanza e lo Stato stellestrisce (i pilastri del capitalismo internazionale) stanno rovesciando sugli sfruttati del mondo musulmano e sugli sfruttati degli Stati Uniti L'appello di Answer di convocazione della giornata del 24_9_2005 Alcuni articoli da Znet sulle cause e gli effetti sociali e politici dell'uragano Katrina: L'intervento da New Orleans di un veterano del Black Panther e del Green Party Un marine scrive a www.militaryproject.org La Casa Bianca rifiuta l'aiuto offerto da Cuba e dal Venezuela. Il rapporto di Answer da New Orleans
Dopo i referendum francese e olandese sulla costituzione europea:
Genova, quattro anni dopo Il bilancio del console dei portuali di Genova: un'intervista a Paride Batini |
L'imperialismo stringe l'assedio attorno all'Iran.
Crescono in tutto il Medioriente (e oltre) i preparativi dell’aggressione che l’imperialismo, Stati Uniti in testa, intende portare all’Iran. I diktat inviati via Libano contro la Siria, gli ami lanciati alla direzione del movimento degli Hezbollah, il piano di Tel Aviv di “ritiro” da Gaza, gli abboccamenti effettuati dalle forze di occupazione dell’Iraq verso i settori baathisti della resistenza, l’apertura dell’oleodotto Baku-Ceyhan bypassante il territorio russo, gli incoraggiamenti all'Egitto e all'Arabia Saudita affinché ritocchino il proprio tasso di democraticità con un po' di lifting, persino il viaggio a Washington dei dirigenti del "lontano" Vietnam ... sono le ultime mosse con cui le centrali imperialiste stanno tentando di isolare l’Iran dagli stati e dalle masse lavoratrici dell’area per costringerlo a capitolare attraverso il cavallo di troia degli strati borghesi filo-occidentali iraniani oppure con la guerra aperta. A dettarle non è la cattiveria di qualche governante. È il corso del capitalismo mondiale, l'aggravamento della sua crisi storica, l’esigenza dei grandi poteri imperialisti di fare i conti con la Cina e con chi, l’Iran, minaccia nel mondo islamico di far blocco con la Cina, di offrirle le sue risorse petrolifere, di favorire l’innesco nell’area di uno scontro di classe con le potenze neo-coloniali dell’Occidente di cui diventino protagonisti i proletari e le masse diseredate. Ne abbiamo discusso tante volte in questi anni, da ultimo nell’articolo del numero 64 del giornale che fare. Ecco il senso guerrafondaio e neo-coloniale della ritrovata intesa di “pace” tra gli Stati Uniti e le potenze capitalistiche europee. In alcune di queste mosse le centrali imperialiste sono costrette a operare un compromesso con alcune delle organizzazioni attraverso le quali si esprime la resistenza antimperialista delle masse lavoratrici in Libano, in Palestina e in Iraq. L’obiettivo è quello di dare l'impressione agli sfruttati dell'area che nel Medioriente di Bush, Berlusconi, Chirac e Schroeder essi possano trovare una speranza così che i terroristi che siedono a Washington e nelle capitali europee possano costruire un cordone sanitario attorno all’Iran e piegarlo. E dopo, tornare a finire di regolare i conti con gli sfruttati della Palestina, dell'Egitto, dell'Iraq... Le borghesie dell’area, come già accaduto con Sistani in Iraq, hanno le loro ragioni di classe per aspettarsi dei ritorni da simili intese. I proletari e i diseredati hanno invece interesse a denunciarne la finalità e a sentirsi parte in causa nell’aggressione che si prepara contro gli sfruttati iraniani e contro l’Iran. Il nuovo capitolo della guerra infinita di Bush, di Blair, di Berlusconi, di Chirac e di Schroeder è rivolto, come i precedenti, anche contro i lavoratori dell’Occidente: esso marcia insieme all’incrudirsi dell’attacco capitalistico contro il proletariato delle metropoli. Ancora una volta la possibilità di opporsi a questa politica guerrafondaia e anti-proletaria sta nello sviluppo di un movimento di lotta comune tra i proletari occidentali, i lavoratori immigrati in Occidente e le masse lavoratrici del mondo islamico e dell’intero Sud ed Est del mondo. La tenacia della resistenza in Iraq, la pressione esercitata dagli sfruttati iraniani nelle recenti elezioni sia contro i piani imperialisti che contro la borghesia interna, l'attivismo e le lotte dei proletari latinoamericani, la crescente polarizzazione in corso negli Stati Uniti, gli umori proletari emersi nelle recenti elezioni in vari paesi europei mostrano che non mancano i coefficienti per la messa in campo di un simile movimento di lotta internazionale e internazionalista. Quello che va messa in campo è la presenza di un'organizzazione e di un programma comunisti ed internazionalisti in grado di favorire la tessitura di una rete di collegamento e di socializzazione delle lotte e l'affermazione in essa di un orientamento di classe.
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La preparazione della guerra imperialista all'Iran avanza...
La guerra "esterna" dell'imperialismo impulsa e richiede la continuazione della sua guerra "interna". Per l'imperialismo, però, non tutto fila liscio come l'olio...
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A proposito della liberazione del fascismo!
Nel 1896, dopo una lunga lotta, l’Etiopia riusciva a cacciare le truppe italiane dal suo suolo e a liberarsi dal giogo colonialista. Nel 1935 gli eserciti dell’Italia fascista occupavano nuovamente la terra etiopica: il duce tentava di portare a compimento la conquista coloniale che quaranta anni prima non era riuscita all’Italia liberale. L’occupazione italiana in Etiopia fu letteralmente brutale e questa fiera popolazione africana fu costretta a subire un regime di feroce sfruttamento e di autentico terrore. Il popolo etiopico però diede vita ad una lotta di resistenza che mise in perenne difficoltà economica e militare il governo di Mussolini contribuendo anche alla sua sconfitta nel secondo conflitto mondiale. Contro la resistenza etiopica l’esercito italiano impiegò tutti i mezzi classici del colonialismo: distruzione ed incendi di villaggi, esecuzioni in massa di civili, bombardamenti con i gas tossici per sterminare intere popolazioni. Nonostante tutto ciò la resistenza non fu mai completamente piegata... (continua)
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Sulla manifestazione del 19 marzo contro la guerra!
"La nostra organizzazione si sente impegnata in prima persona per la manifestazione contro la guerra indetta internazionalmente, e quindi anche in Italia, per il 19 marzo e, pertanto, chiama i propri compagni e tutti coloro che siamo in grado di raggiungere con la nostra parola a parteciparvi attivamente in maniera comunista militante. Come OCI abbiamo partecipato ai lavori preparatori in vista dell'appello-piattaforma varato dalle varie realtà politiche organizzatrici e, nella discussione in merito a ciò, abbiamo costantemente e chiaramente fatte presenti le nostre specifiche posizioni, trovando anche accoglienza ad esse su questo o quel singolo punto (e non certo nel loro insieme). Coerentemente alla nostra impostazione di fondo, abbiamo aderito all'iniziativa, anche se, rispetto all’appello, teniamo a rimarcare la nostra impostazione complessiva del problema, come diremo subito..." (continua)
La nostra comunicazione al comitato promotore della manifestazione del 19 marzo 2005 a Roma
Il 19 marzo negli Stati Uniti: lo sciopero dei portuali di San Francisco
Il 19 marzo in Gran Bretagna: alcune foto all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2005/03/755346.php
Sulle elezioni in Iraq
أيّ ديموقراطية وأيّ سلم؟ نّ الانتخابات في العراق والاتّفاق في فلسطين لتنبئ بفصول جديدة لما يسمّى ب " الحرب بلا نهاية " حرب بوش وبرلسكوني ! But what’s all this about democracy and peace! The election in Iraq and the agreement in Palestine are announcemnents of new chapters in the “infinite war” of Bush and Berlusconi! The election in Iraq can summed up in one word: a farce. Taking place under the pointed rifles of the occupying forces, the voting did not and will not lead to “peace and democracy”, but will simply help Western imperialism to prepare new and more terrifying acts of aggression against the exploted peoples of the whole Middle East. The same goes for Israel’s policy of making..." Le elezioni in Iraq segnano l’apertura di un altro capitolo della “guerra infinita” dell’imperialismo ai popoli e agli sfruttati del mondo musulmano e dei continenti di colore, e un ulteriore giro di vite nella campagna per l’irregimentazione dei lavoratori occidentali dietro il carro militarista.
Una cronaca da Baghdad: i sentimenti degli iracheni in fila ai distributori di benzina in un articolo di Stefano Chiarini
Per gli amanti della democrazia, un’informazione non irregimentata agli interessi imperialisti è veleno, solo veleno.
Sami Ramadami: No amount of spin can conceal Iraqis' hostility to US occupation
Dahr Jamail: What They're Not Telling You About the "Election"
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È uscito il n. 64 (marzo-aprile 2005)
La guerra capitalistica contro i lavoratori in Occidente Uno dei volantini distribuiti in occasione dello sciopero generale dell'industria in Italia del 15 aprile 2005 Controllo elettronico dei lavoratori a Mediaset Carica della polizia contro i lavoratori della Fiat di Pomigliano riuniti in un'assemblea indetta dallo Slai Cobas Aggressione contro il centro sociale Vittoria di Milano Dall'Est europeo
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Contro la guerra infinita dell'Occidente capitalistico ai popoli e agli sfruttati del mondo islamico e del Sud del mondo!
Dall'Iraq, un messaggio dalla resistenza irachena al movimento contro la guerra dell'Occidente: "Oggi ci rivolgiamo nuovamente a voi. Non abbiamo bisogno di armi, o combattenti, non ci mancano. Vi chiediamo di formare un fronte mondiale contro la guerra e le sanzioni... segue" Dalla Palestina, ebrei contro lo stato d'Israele Dagli Stati Uniti:
Intanto, la guerra dei capitalisti e dei governi occidentali va avanti anche sul fronte interno: anche nel paese del capitalismo dal volto umano, in Germania...
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Costa d'Avorio: l'Iraq di Chirac. A proposito del "pacifismo" dell'imperialismo francese!
un'assemblea delle lavoratrici immigrate
Il maremoto nell’oceano Indiano: Un disastro naturale o un crimine del capitalismo?
Dall'Est europeo Sciopero alla Skoda in Cechia Dopo l'Ucraina, nel mirino anche la Moldova I padroni (occidentali) della Romania ordinano di tenere in carcere il minatore Miron Cozma Ucraina, Jugoslavia atto secondo
Una lettera dal carcere di Biella
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Riportiamo alcuni articoli scaricati dal sito Znet sullo "tsunami" che potrebbe scatenarsi nell'economia capitalistica internazionale con epicentro negli Stati Uniti: che i lavoratori attivino per tempo una rete di rilevazione e di coordinamento internazionale per la protezione dei loro interessi di classe!
Contro la guerra infinita dell'Occidente capitalistico ai popoli e agli sfruttati del mondo islamico e del Sud del mondo! "Il popolo del mondo è come due tribù nel deserto, una tribù vive in un paese con un pozzo, l'altra in un paese senza pozzo. La tribù con il pozzo vuole la pace, l'altra non vuole la pace, vuole l'acqua! La tribù senza pozzo forse è meno civilizzata, non ha una parola per dire pace, ma ne ha una per dire sete che, data la situazione, è più o meno la stessa cosa. Il Comitato per la Pace nel paese con il pozzo, è buono, saggio, gente bella che non ha sete, perciò ha tempo ed energia per il comitato. La gente con il pozzo parla molto di premi per la pace... " Lars von Trier, 10 marzo 2004”
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Solidarietà con i lavoratori rumeni aggrediti dalle forze di polizia a Guidonia: il nostro volantino.
La "guerra infinita" / La
lotta contro la "guerra infinita"
Dopo la battaglia di Najaf Gli effetti dell'uranio impoverito sulla popolazione irachena, da un articolo di Al-Jazeera
Dall'Africa Nella guerra infinita per il petrolio, ora tocca all'Africa.
Sul rapimento delle volontarie di "Un ponte per...": cosa vuol dire dare la priorità, per davvero, alla vita umana Dal "diario" di Baldoni La nuova riforma della leva Il compito "umanitario" della missione italiana a Nassiriya Elettrodi, psichiatria e irregimentazione sociale
Dagli Stati Uniti Genitori di marines contro Bush Le iniziative contro la guerra negli Usa: il nemico è in casa nostra! La cronaca della Washington Post della marcia dei lavoratori di Washington di domenica 17 ottobre 2004 Riceviamo e pubblichiamo dagli Stati Uniti una riflessione politica sulla marcia di Washington del 17 ottobre 2004
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Proletari e capitalisti nella nuova Europa, dentro e fuori l'Ue Alcuni episodi di "cronaca" Un nostro volantino diffuso nelle manifestazioni per lo sciopero generale del 30 novembre 2004
Pur con condizioni disegualissime, i lavoratori immigrati e i lavoratori italiani sono sulla stessa barca:
A fianco delle iniziative di lotta dei lavoratori immigrati! La strage degli immigrati nel Mediterraneo: continua la guerra del governo e delle istituzioni statali italiane contro gli immigrati
Il manifesto pluri-lingue di convocazione della manifestazione del 26 settembre 2004 contro la legge Bossi-Fini e per il permesso di soggiorno per tutti
Il volantino diffuso dalla nostra organizzazione per la preparazione della manifestazione del 26 ottobre
Un documento del Comitato Immigrati in Italia
Dagli Usa una corrispondenza sulla condizione e sulla mobilitazione degli immigrati che lavorano nei campi del Nord Caroline |
Anche in Francia e Germania le aziende e i governi tornano ad imporre leggi e accordi che prevedono l'allungamento dell'orario di lavoro. Una nuova conferma della pretesa "diversità" del modello sociale europeo da quello statunitense. Un'analisi delle caratteristiche di questo nuovo affondo del capitalismo. |
I licenziamenti all'Alitalia non sono inesorabili per i lavoratori: un nostro volantino
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Qual è il significato dei risultati usciti dalle urne? Come si è posizionata la classe lavoratrice? Quali indicazioni emergono per la lotta contro l'aggressione imperialista all'Iraq, alla Palestina (e al resto del Sud del Mondo) e per quella per la difesa delle condizioni proletarie in Italia e Europa?
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Ostia (Roma): due padroni edili
aggrediscono a sprangate e assassinano un lavoratore polacco. Un attacco gravissimo ai lavoratori immigrati e a tutti i lavoratori.
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Dopo l'accordo sindacale al call center
dell'Atesia di Roma Un accordo che stabilizza la precarietà!
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È uscito il n. 63 del giornale "che fare" (giugno 2004) Il magnifico lavoro da compiere
Unire le forze dei lavoratori e degli oppressi occidentali, arabo-islamici e di tutto il Sud e l’Est del mondo Contro l’occupazione dell’Iraq, anche se consacrata da una nuova risoluzione Onu e con la presenza di truppe europee e arabe; Contro le politiche “sorelle” di Bush-Berlusconi e dei loro “oppositori” Prodi-Kerry, l’una e l’altra rivolte a mettere sotto torchio i lavoratori occidentali e a schiavizzare gli immigrati e i popoli “di colore” sotto il tallone di ferro della finanza e delle multinazionali; Per porre fine alla concorrenza ed alle guerre tra proletari, ad un sistema capitalistico internazionale arrivato al suo capolinea storico!
Sommario La prima pagina (formato PDF)
L'ultima pagina (in arabo e in inglese)
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Sulla lotta anti-imperialista in America Latina
Dall'Argentinazo del 2001 fino alla sollevazione boliviana della fine del 2003, l'America Latina è scossa dalla lotta anti-imperialista delle masse lavoratrici e diseredate. Su questa resistenza, sui suoi punti di forza, sulle difficoltà che ne frenano la maturazione, sulle sue prospettive, presentiamo un documento dal titolo "Crisi continentale e alternative radicale" di Ernesto Herrera e Charles-André Udry. Il testo ha il merito di inserire la lotta delle masse lavoratrici latinoamericane nel quadro dello scontro di classe a scala mondiale e di indicare i nodi con cui è chiamata a confrontarsi la loro azione e quella dei militanti proletari e comunisti per una soluzione che vada alla radice delle emer-genze sociali, economiche e ambientali del continente latinoamericano. |
Via le truppe italiane e occidentali dall'Iraq e dall'Afghanistan!
Via il governo Berlusconi! La sua guerra "esterna" è tutt’uno con la sua guerra "interna" contro i lavoratori d’Italia.
No alla crociata contro gli immigrati! Sostegno incondizionato alla resistenza delle masse lavoratrici irachene contro l'occupazione occidentale!
dal "che fare" n. 62
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Incredibile ma vero. Il nostro sito imputato di anti-semitismo e di razzismo. L’accusa arriva dall’ “Osservatorio contro il razzismo e la xenofobia” di Vienna. |
All'inizio di aprile il governo italiano ha compiuto due nuove operazioni repressive in relazione alla politica di prevenzione del cosiddetto "terrorismo internazionale". È interesse dei lavoratori e dei veri amanti della pace di denunciare queste operazioni. Ne spieghiamo le ragioni nel nostro comunicato.
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Dopo aver "riformato" il mercato del lavoro, il sistema pensionistico, la normativa per gli immigrati e la scuola... Dopo aver guidato il taglio del potere di acquisto dei salari... ...il governo Berlusconi vuole mettere le mani sull'orario di lavoro.
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È uscito il n. 62 (dicembre 2003-gennaio 2004) del giornale che fare . Il numero contiene un supplemento sul caso Parmalat.
Sommario e prima pagina (formato pdf) Può essere acquistato nelle principali librerie oppure direttamente richiesto nelle nostre sedi. The editorial in Arabic (formato pdf) and in English |
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La guerra "esterna"
Dall'Iraq occupato la voce e le lotte dei lavoratori
Sull'Iraq occupato la mannaia del debito estero
Due parole sui fatti di Nassiriya
Il 6 dicembre le truppe di occupazione occidentali hanno devastato i locali dei sindacati iracheni e arrestato 8 esponenti dell'organizzazione sindacale irachena. La "costruzione della democrazia" in Iraq comincia con il divieto della costituzione dei sindacati e va avanti con la demolizione dei primi nuclei già costituiti di sindacato.
Federazione Irachena dei Sindacati
La risposta della Federazione Irachena dei Sindacati al comunicato dell'IFTU Bureau Executive
del 4 novembre un articolo di Tariq Ali
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La guerra "interna"
La manifestazione di Roma dei lavoratori immigrati del 31 gennaio: una nostra
Scandalo Parmalat e lavoratori del trasporto in lotta: chi sono i veri parassiti?
Carovita, precarietà, pensioni, guerre… ragioniamoci su.
Le lotte dei lavoratori dei trasporti
Una nostra presa di posizione sulla vertenza degli auto-ferrotranvieri dopo il primo sciopero dei lavoratori Atm
Il volantino diffuso all'aeroporto di Fiumicino il 18 dicembre 2003 dopo lo sciopero dei lavoratori contro il piano di ristrutturazione aziendale
La contro-riforma psichiatrica
La proposta di legge n. 174 mira a sgretolare ciò che il movimento dei lavoratori riuscì a conquistare negli anni settanta in materia di intervento socio-sanitario sulla "malattia mentale".
16 dicembre, Roma: Aggressione, identificazione e 5 arresti contro un gruppo di giovani compagni "rei" di distribuire un volantino di solidarietà con i lavoratori dei trasporti.
19 settembre, Roma: Azione repressiva contro l'associazione dei lavoratori immigrati del Dhuumcatu
9 settembre, Monselice (Padova):
Ennesimo episodio di repressione democratica
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Riprendiamo dal n. 12 della rivista "à l'encontre" e dal n. 2 della rivista "Carré Rouge" un nostro articolo su: Quali le vere cause dell'aggressione imperialista all'Iraq? Quali le prospettive per il futuro del capitalismo internazionale che tale aggressione annuncia? Quale la via con cui il proletariato internazionale potrà difendersi da questo corso militarista e catastrofico del capitalismo? Può insegnarci qualcosa il bilancio di ciò che avvenne nella prima e nella seconda guerra imperialista?
Il numero 12 della rivista "à l'éncontre" (www.alencontre.org) è interamente dedicato al tema "Une nouvelle situation internationale après la guerre contre l'Iraq".
Otto marzo Dalla parte della donna
A proposito di foibe Destra e "sinistra" convergono anche su questo momento del "passato"... Perché? E con quale scopo politico futuro? Articoli dai precedenti numeri di "che fare" Dal n. 40 (sett.-ott. 1996): "Si riapre il capitolo foibe: è altro concime per il nazionalismo italiano e l'anti-comunismo" Dal n. 42 (mar-apr. 1997): "Foibe: 'Ancora tu...'" Dal n. 44 (sett.-ott. 1997): "Via Rasella, Fosse Ardeatine, Porzus... Ancora sul tema: o resistenza o rivoluzione"
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Dopo l'occupazione occidentale di Baghdad
Ma quale pace? Ma quale liberazione? Giù le mani dall’Iraq! Via le truppe occidentali dall’Iraq e dall’Oriente! L'aggressione ai popoli del Medioriente Continuiamo, rafforziamo ed estendiamo la lotta contro la "guerra infinita" delle potenze del capitale!
Nonostante
la fiera resistenza dei popoli iracheni, le forze armate anglo-americane
hanno preso possesso di Baghdad. La chiamano liberazione. È in realtà
l’occupazione neo-coloniale del paese. L’Italia
vi sta partecipando in prima fila. Invierà un contingente militare nei
prossimi giorni. Bush,
Blair, Berlusconi vogliono schiavizzare gli iracheni, saccheggiarne il
petrolio, e dall’Iraq preparare le prossime guerra in cantiere contro
gli altri popoli della regione e dell’Oriente. L’occupazione
dell’Iraq servirà anche per stringere le catene ai polsi dei lavoratori
e dei giovani in Occidente. A partire dalla Baghdad presente in “casa
nostra”, dai lavoratori immigrati.
Si
preparano tempi durissimi per il proletariato internazionale. Rilanciamo
l’opposizione di lotta alla politica guerrafondaia di Bush, Blair e
Berlusconi e alla variante (per ora pacifista) di questa politica portata
avanti dall’Europa di Prodi, di Chirac e di Schroeder! No
all’invio delle truppe italiane in Iraq! No all’occupazione
neo-coloniale occidentale dell’Iraq e del Medioriente! Sostegno incondizionato alla resistenza del popolo e degli sfruttati iracheni e dell'intero Medioriente! No
al razzismo! No al precariato! No al nuovo attacco alle pensioni! Per la ripresa della lotta e dell’organizzazione di difesa dei lavoratori e dei giovani! Per un fronte di lotta comune tra lavoratori occidentali, immigrati e sfruttati del resto del mondo! Per il comunismo internazionale!
Il nostro volantino alla manifestazione del 12 aprile a Roma
Due nostri volantini distribuiti dopo l'occupazione neo-coloniale dell'Iraq in alcune fabbriche e in alcuni mercati cittadini
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Sostegno incondizionato alla resistenza del popolo iracheno e delle masse lavoratrici del mondo musulmano!
(Un nostro volantino in arabo distribuito durante la seconda settimana di guerra)
Kerbala (Iraq), 24 marzo 2003: festeggiamenti per l'Apache abbattuto da un contadino iracheno...
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(marzo 2003) |
Dagli Usa, recensione del libro
Come non si arriva a fine mese
Un'inchiesta sui lavoratori poveri negli Usa, una finestra che aiuta a comprendere le ragioni "interne" dello sviluppo del movimento contro la guerra nel cuore della potenza statunitense
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Pubblicato il n. 60 del che
fare |
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Giù
le mani dal popolo irakeno |
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Il metallo del disonore Richiedi alle nostre sedi il libro "Il metallo del disonore" sull'uso delle armi all'uranio impoverito da parte delle potenze capitalistiche occidentali nella prima guerra del Golfo e nella guerra nella "ex"-Jugoslavia, sui loro effetti sulle popolazioni aggredite e sui militari della coalizione imperialista. |
e dopo lo sciopero del 18 ottobre....? |
Pagina dedicata alla lotta del proletariato argentino |
Contro l'aggressione |
Alla pagina dell'Organizzazione Comunista Internazionalista (O.C.I.)
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA