Prima e ultima pagina del giornale (formato pdf)
Le elezioni in Iraq e l'accordo in Palestina aprono altri
capitoli della "guerra infinita" dell'imperialismo (pp. 2-3).
Dalla resistenza irachena: "Ai popoli del mondo" (p. 3)
Dalla desistenza italiana (p. 3)
La classe lavoratrice degli Stati Uniti non è irregimentata
dietro la politica di Bush (pp. 4-5).
Elezioni Usa
(p. 4)
Nei due discorsi di insediamento Bush si è rivolto ai lavoratori
degli Stati Uniti e ai popoli del Medio Oriente e di tutta l'Asia. Agli uni ha
promesso un miglioramento della loro condizione grazie al taglio del peso
della macchina statale sulle attività imprenditoriali. Agli altri la
democrazia, secondo il copione jugoslavo, ucraino o iracheno, dipende...
I contenuti reali dell'agenda di Bush annunciano invece un nuovo affondo
nell'attacco che da trent'anni il capitalismo statunitense e mondiale porta
avanti contro i lavoratori, negli Usa e nel mondo intero, e contro i popoli
dei continenti di colore.
Al centro di questo affondo, l'intensificazione e l'allungamento del tempo di
lavoro dei proletari, la continuazione verso Oriente della "guerra infinita",
la militarizzazione della società statunitense e dell'intero Occidente.
Il faro della democrazia mondiale (p. 4)
Dal movimento sindacale degli Usa (p. 5)
Schede di documentazione sugli Stati Uniti non presenti sul giornale:
La "ripresa economica" negli Usa
Il sistema sanitario e il sistema
previdenziale negli Stati Uniti e il programma del Bush 2
I meccanismi istituzionali che
scoraggiano i lavoratori a recarsi alle urne
Dossier sul proletariato cinese (pp. 6-10)
Dov'è realmente, qual è la sua storia reale, su quale terreno
determinato può avvenire e sta avvenendo la sua ripresa di organizzazione su
basi autonome dalle istanze del capitalismo globalizzato e dalle altre classi
della società cinese.
Per l'unità tra i lavoratori della Cina e i lavoratori dell'Occidente!
Il proletariato della Cina: un giovane gigante (p. 6)
Il "compromesso maoista" e quello denghista (p. 7)
Le lotte del proletariato, oggi (p. 8)
Compagni a Zhengzhou (p. 8)
Una lunga storia di rivolte e rivoluzioni (p. 9)
Basta veleni! Unità tra i lavoratori della Cina e noi! (p. 10)
Maremoto nell'Oceano Indiano: un disastro naturale? (p. 11)
Sono bastate poche settimane e la catastrofe del 26 dicembre è quasi
scomparsa dall'informazione rivolta al "grande pubblico". Nonostante ciò
pensiamo sia importante riflettere su quanto accaduto, sulle reali
responsabilità che stanno dietro al disastro, sulla natura e sulle effettive
finalità degli interventi "umanitari" e su come, a nostro avviso, i lavoratori
possono e devono iniziare ad interpretare e ad intervenire in simili
situazioni.
Dossier sulla "crisi italiana": Dove va l'Italia? (pp. 12-21)
Non c'è una via d'uscita dalla "crisi italiana" che vada bene sia per i
padroni che per i lavoratori (pp.12-13).
Salari dal potere d'acquisto ridimensionato. Contratti di lavoro
all'insegna della precarietà. Ritmi ed orari di lavoro che colonizzano
l'intera esistenza sociale. Da tempo la vita per gli operai e i lavoratori sta
peggiorando, alla faccia del miracolo italiano, che il "presidente-operaio"
installato a palazzo Chigi ha messo a segno per sé e per i suoi affaristi.
Negli ultimi tempi una minaccia ancor più grave ha fatto la sua decisa
apparizione. Il rischio di un tracollo dell'industria italiana. Esso viene
vissuto in prima persona dagli operai della Fiat, della Thyssen, della De
Longhi. Riguarda, però, tutti i lavoratori.
È ancora una volta sui sacrifici dei lavoratori
che puntano le due ricette in campo per il rilancio dell'Italia: quella di
Berlusconi e quella della Confindustria di Montezemolo. I dirigenti sindacali
e del centro-sinistra simpatizzano, anzi fanno il tifo, per quest'ultimo, ma
il suo appello alla rinascita dell'Italia non promette niente di buono per i
lavoratori.
La democrazia in azione (p.
13)
Le politiche dettate dai mercati si possono fermare! (p. 14)
Sul congresso del Partito della Rifondazione Comunista:
I giochi sono finiti... Tiriamo le somme (p. 15).
Fiat: l'unico rilancio su cui i lavoratori possono contare è quello della
propria organizzazione! (p. 16)
Sono passati poco più di due anni dall'"accordo di programma" tra Fiat
e governo Berlusconi. Secondo le dichiarazioni del management aziendale, del
governo e di parte del sindacato, quell'intesa avrebbe dovuto costituire la
base per il rilancio dell'industria automobilistica italiana e garantire i
posti di lavoro.
Non è stato così. L'accordo ha portato con sé una serie di nuove misure
anti-operaie. Allo stesso tempo, le prospettive occupazionali in Fiat si sono
fatte sempre più allarmanti. E tali restano anche dopo il divorzio da G-M.
Come possono e devono reagire i lavoratori?
Dopo il varo della piattaforma unitaria per il rinnovo del
contratto metalmeccanici: Il prezzo della ritrovata unità sindacale (p. 17)
Le iniziative di lotta dei lavoratori immigrati dell'autunno 2004 (pp. 18-19)
Gli ultimi mesi del 2004 hanno visto segnali di ripresa del movimento
di lotta degli immigrati. Proviamo ad analizzarne le caratteristiche e la
portata per tentare di tracciare insieme i passi da compiere per
rafforzare l'organizzazione e la mobilitazione di questo importante settore
del proletariato. In queste brevi note diamo per "scontato" come le difficoltà
del movimento dei lavoratori italiani e il suo drammatico ritardo
nell'assumere come proprie le esigenze e le rivendicazioni degli immigrati,
esercitino un peso tutt'altro che positivo sul percorso di lotta e di
organizzazione di questi ultimi.
L'imperialismo italiano torna in Libia e utilizza la ex-colonia come un
enorme CPT (p. 18).
L'Italia, un paese in decadenza anche sul piano sociale (p. 20)
Negli ultimi tempi la cronaca nera ci ha riservato episodi che hanno
colpito e fatto discutere. Essi fanno emergere un vero e proprio
imbarbarimento delle relazioni sociali. Anche questo può e deve diventare per
i proletari un terreno di iniziativa politica.
Dai Manoscritti
economico-filosofici di Marx: Perché l'essere umano è estraneo agli altri e a sé stesso (p. 20)
Per comprendere a fondo perché oggi l'essere umano viva sempre di più una
situazione alienata ed estraniata nei riguardi sia delle cose che lo
circondano che di sé stesso bisogna prima di tutto capire da dove nasce questa
condizione nella società capitalista.
In questo ci aiuta molto uno scritto del giovane Marx (i Manoscritti
economico-filosofici del 1844) nel quale si fa vedere come tutto riconduca al
modo in cui nella società capitalistica viene organizzato e svolto il lavoro
umano. All'alienazione del lavoro salariato.
Riportiamo alcuni passi (tratti dall'ed. Einaudi, Torino, 1968 dei
Manoscritti), consigliando ovviamente la lettura completa e approfondita
di questo mirabile testo.
Nella lotta di Melfi, il sapore di una vera socialità (p. 21)
"Nelle case italiane più cani e gatti che bambini" (p. 21)
Riprendiamo il titolo e la notizia da la Repubblica del 22
dicembre:
"Nelle case italiane ci sono 14,5 milioni di gatti e di cani contro 8,7
milioni di bambini da zero a quindici anni". Costo del mantenimento dei cani e
dei gatti domestici: 4,751 miliardi di euro!
La nostra solidarietà a Paolo Dorigo, detenuto nel carcere di Spoleto
(p. 21)
Schede di documentazione non presenti sul giornale:
Ucraina: Jugoslavia, atto
secondo (pp. 22-23)
Gli ultimi due mesi dell'anno appena trascorso hanno visto maturare sui
mezzi di comunicazione un singolare interesse per gli "eventi interni"
avvenuti in Ucraina. I riflettori puntati su una nazione notoriamente lontana
dalle cronache nostrane e percepita dai più come distante, sono il segno di
come la "questione nazionale" ucraina non sia un argomento di carattere
esclusivamente interno, per l'appunto nazionale, ma anzi si tratti di una
"faccenda" pienamente inserita nei meccanismi del mondo globalizzato. La sua
posizione strategica, tra l'Europa e la Russia, la ricchezza del territorio
unitamente a condizioni di carattere politico ed economico, ne fanno una
questione che attira l'attenzione e l'intervento di tutte le maggiori potenze
capitalistiche mondiali, a cominciare, ovviamente, dagli Usa e dai paesi
dell'Unione Europea.
Il nazionalismo ucraino (p. 23)
Le posizioni europee sulla questione ucraina (p. 23)