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Da mesi in diverse città della Lombardia alcuni centri sociali sono stati oggetto di attentati incendiari; diversi compagni e compagne sono stati oggetto di aggressioni fasciste. Questi attacchi sono stati rivolti contro organismi attivi nel campo della denuncia contro il precariato e le condizioni di supersfruttamento sugli immigrati e contro la "guerra infinita". L’ultima aggressione è stata diretta contro il centro sociale Vittoria di Milano. Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni del Vittoria per un attacco che sentiamo rivolto contro noi stessi, i lavoratori organizzati e l’intero mondo degli sfruttati. Esso non è il frutto di un esagitato candidato di Alleanza Nazionale. Nasce da qualcosa di più profondo. Da cosa? Una prima considerazione non può che partire dalla condizione generale in cui queste aggressioni si inseriscono. L’Italia è in guerra, è alleata nella strategia della “guerra infinita” capeggiata dagli Usa ed in questo scenario, per i poteri costituiti, è un problema serio che in Italia, negli Usa e in Occidente siano presenti forze organizzate che in un modo o nell’altro non accettino di disciplinarsi all’ordine capitalistico e alla politica della classe dominante. Questo vale per alcuni centri sociali non istituzionalizzati e vale, soprattutto, per i lavoratori e le lotte che i lavoratori sono chiamati a mettere in campo contro le politiche governative e del padronato. Non è un caso, in questo senso, che il governo abbia adottato la mano dura contro i lavoratori della Fiat di Melfi, contro le proteste delle popolazioni della Campania e della Basilicata in lotta contro la devastazione ambientale prodotta dagli interessi economici legati ai rifiuti. E che allo stesso modo abbia ordinato le cariche contro i lavoratori della Simec di Torino e contro quelli di Pomigliano che hanno avuto l’irresponsabile colpa di difendere il loro osto di lavoro. I metodi di repressione e intimidazione “illegali”, attuati dalle forze di “irregolari” di estrema destra, e quelli legali, attuati dalle forze dell’ordine, si tengono assieme. Gli uni e gli altri sono un tassello di una politica portata avanti dall’intero apparato statale democratico per l’irregimentazione del mondo degli sfruttati richiesta dalla “guerra infinita”. È un caso che il senato ha già votato l’applicazione del codice penale di guerra, che istituisce competenze ampie ai tribunali militari e prevede decine di anni di carcere contro i giornalisti non embedded e gli oppositori alla guerra? Proprio per questo crediamo sia fuorviante come risposta all’aggressione subita dal “Vittoria” limitarsi alla denuncia della responsabilità dei candidati di Alleanza Nazionale provenienti dai gruppi dell’estrema destra. Così come pensiamo sia disarmante fare appello alle “forze democratiche” per la loro esclusione dalle prossime elezioni regionali. Quella che va contrastata è una politica anti-proletaria complessiva che viene portata avanti, pur se con miscele diversificate, da tutte le forze politiche dell’arco parlamentare, anche dalla coalizione di centro-sinistra. Lo ha mostrato anche l’esperienza dei governi di centro-sinistra. Chi ha varato il pacchetto Treu? Chi ha partecipato all’aggressione militare contro la Jugoslavia nel 1999? Questa politica può essere contrastata lavorando per il rilancio della lotta di massa dei lavoratori e la ricostituzione di una loro organizzazione di classe autonoma, incardinata attorno alla difesa intransigente degli interessi proletari e alla tessitura di una fratellanza di classe internazionalista. Che questo sia il terreno decisivo lo hanno compreso anche le forze dell’estrema destra, che non si limitano ad agire solo sul piano della repressione fascista. Esse hanno capito bene che è importante lavorare verso il proletariato e svolgono questo compito cercando di dividere e aggregare attorno alle loro bandiere i proletari attraverso l’odio verso i lavoratori immigrati e verso la “concorrenza sleale” dei lavoratori di altri paesi. I gruppi dell’estrema destra portano avanti questa propaganda verso i giovani lavoratori con un’attività metodica svolta negli stadi, nelle periferie, nei posti di lavoro. È su questo terreno che si gioca la partita decisiva, ed è su di esso che va concentrata l’attività politica da accompagnare alla necessaria iniziativa di auto-difesa per difendere gli spazi di agibilità politica e lavorare all’organizzazione di una lotta di massa proletaria contro l’attacco governativo e padronale e del capitalismo.
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Organizzazione Comunista Internazionalista |
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