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Da La repubblica,
1° aprile 2005
Secondo il sindacato,
nel tesserino di riconoscimento
c'è uno strumento per controllare gli
spostamenti dei lavoratori
"Microchip spia
per dipendenti"
la Cgil denuncia Mediaset
di LUCA FAZZO
Gli studi Mediaset
a Cologno Monzese
MILANO
- Appena venti giorni fa il Garante per la privacy aveva messo in guardia
contro l'utilizzo degli strumenti per controllare a distanza i lavoratori.
E ora si scopre che ad impiegare i microchip nascosti nei tesserini di
riconoscimento è l'azienda fondata dal presidente del Consiglio. Ieri
mattina Mediaset e tre società controllate dalla holding del Biscione (Videotime,
Rti e la Elettronica Industriale) sono state denunciate dalla Cgil per
comportamento antisindacale al Tribunale del Lavoro di Milano.
I vertici di Mediaset sono accusati di avere inserito nei nuovi badge con
banda magnetica distribuiti alla fine del 2004 ai circa 2.500 dipendenti,
un microcircuito Rfid ("Radio Frequency Identification"). È un chip di
ultima generazione che viene utilizzato in genere per i controlli sugli
spostamenti delle merci e degli oggetti (è un Rfid, per esempio, a far
funzionare il Telepass ai caselli autostradali) ma che il gruppo del
Biscione applica invece alle persone: in questo modo, secondo il sindacato,
Mediaset potrebbe seguire in diretta e archiviare in banca dati tutti gli
spostamenti dei suoi dipendenti sul luogo di lavoro. Una specie di Grande
Fratello aziendale in grado di pedinare passo per passo ogni lavoratore.
Ieri, alla notizia della denuncia, Mediaset manifesta "stupore". "Per due
volte - spiegano i portavoce di Cologno Monzese - abbiamo rassicurato a
voce e per iscritto i sindacati sull'utilizzo di queste tecnologie. Si
tratta semplicemente di un chip che agevola gli spostamenti interni. Noi
lo chiamiamo chip di prossimità: le porte si aprono da sole
all'avvicinarsi del dipendente senza bisogno di strisciare la tessera, le
sbarre dei parcheggi si alzano da sole. Ammesso, e non concesso, che
queste tecnologie consentano un controllo a distanza, Mediaset non è
interessata a utilizzarlo. Ci risulta peraltro che in numerose altre
aziende questa tecnologia venga impiegata senza problemi".
Ma i
rappresentanti della Cgil in Mediaset, evidentemente, non si sono convinti
della totale inoffensività del nuovo marchingegno elettronico. Ed è
scattata la denuncia contro l'azienda per violazione dell'articolo 28
della legge 300 del 1970, lo Statuto dei Lavoratori. La legge vieta
espressamente i controlli a distanza dell'attività lavorativa mediante
impianti audiovisivi ed altre apparecchiature; ed è proprio questa norma,
secondo i sindacalisti, ad essere violata dall'introduzione del nuovo
tesserino.
"Il badge introdotto lo scorso anno e consegnato a ciascun dipendente, che
è tenuto a tenerlo con sé negli spazi aziendali, consente un controllo a
distanza dell'attività dei lavoratori", si legge nella denuncia firmata
dagli avvocati Mario Fezzi, Stefano Chiusolo e Maurizio Borali. E ancora:
"Un badge contenente il chip Rfid consente al datore di lavoro di
ricostruire i movimenti di ogni dipendente nell'arco dell'intera giornata
lavorativa. In tal modo sarà possibile sapere quanto tempo ogni dipendente
è rimasto alla propria postazione lavorativa, quanto tempo è stato in
bagno o in mensa o alla macchinetta del caffè, quali e quanti colleghi di
lavoro siano entrati in contatto con lui, quanto a lungo si sia
intrattenuto nei locali sindacali, se abbia o meno partecipato alle
assemblee sindacali, eccetera".
Per spazzare via i dubbi sulle reali finalità dell'innovazione, sostengono
gli avvocati del sindacato, sarebbe bastato che Mediaset rendesse noto
l'elenco delle antenne piazzate all'interno degli uffici e dei reparti che
rilevano la "presenza" del lavoratore dotato dei nuovi tesserini. Ma i
vertici dell'azienda - secondo quanto si legge nella denuncia - hanno
sempre rifiutato di fornire questo elenco.
(1 aprile 2005)
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