21 marzo 2021
Scuola: il piano istruzione 4.0 del governo Draghi
e la vaccinazione AstraZeneca del personale scolastico
Le dichiarazioni programmatiche di Draghi sulla scuola, le prime uscite del neo-ministro della pubblica istruzione (Patrizio Bianchi), il ritorno nelle scuole all'attività didattica a distanza persino per le classi delle elementari, le vicende del vaccino AstraZeneca in via di somministrazione al personale della scuola stanno riproponendo all’attenzione dei lavoratori e dei giovani i problemi sanitari e scolastici che hanno fatto capolino nei mesi scorsi.
A nostro avviso, questi passi della politica del nuovo governo non fanno che confermare e rendere più pressanti gli elementi di riflessione e le proposte di mobilitazione da noi sollevati sin dalla primavera del 2020, ripresi e discussi nel numero 88 del “che fare” attualmente in distribuzione (*) e sostenuti dal vivo nelle scorse settimane nelle (limitatissime) proteste che ci sono state nelle scuole e intorno alla scuola nell’ultimo periodo di vita del governo Conte-2. Ci limitiamo a segnalare in particolare due fatti.
1) Nel governo Draghi il neo-ministro dell’Istruzione non è una figura di secondo piano. È un economista di lungo corso, da sempre vicino all’entourage di Romano Prodi e ai vertici delle istituzioni europee. È stato per anni assessore all’Istruzione, Università e Lavoro dell’Emilia Romagna, ha avuto un ruolo dirigente nella task force del Miur, ha pubblicato e curato libri specialistici sulla modernizzazione delle scuole in Occidente. Bianchi ha il suo riferimento nel sistema scolastico duale attivo da tempo in Germania e in altri paesi dell’Europa settentrionale, che vuole importare in Italia e coniugare con la didattica digitale integrata.
Il sistema duale, che dovrebbe interessare la popolazione giovanile studentesca dai 16 ai 20 anni, prevede una precoce divaricazione della formazione scolastica: da un lato, c’è il percorso che conduce all’università e agli studi che contano, per formare il personale delle alte sfere delle aziende e delle istituzioni; dall’altro lato, c’è quello che forma i lavoratori destinati alle fabbriche e agli uffici. Questo secondo ramo del sistema duale prevede che, per essere ammessi a frequentare un certo tipo di scuola, mettiamo quella di tecnico informatico, il giovane debba prima farsi assumere da una delle aziende del settore (in Germania ciò avviene con salari che vanno da 350 a 800 euro) e poi iscriversi all’istituto scolastico. Più della metà delle ore di formazione è svolta in azienda, in cui si “impara il mestiere”, mentre a scuola si svolgono solo le ore rimanenti e su contenuti didattici opportunamente selezionati e formattati per quel profilo lavorativo. Dopo 3-5 anni, il percorso termina con un esame (anche questo svolto per metà in azienda) che certifica il grado di preparazione del giovane.
Non è detto che questa proposta del ministro Bianchi venga approvata dalla maggioranza che sostiene il governo Draghi. In ogni caso essa esplicita bene l'obiettivo che il governo si prefigge in campo scolastico e il legame di esso con le innovazioni tecnologiche 4.0 che i padroni intendono introdurre nelle fabbriche e negli uffici.
Il ministro Bianchi promette ai giovani proletari che questa procedura garantirà loro un buon posto di lavoro e la capacità di aggiornarsi “per rimettersi in gioco” in caso di licenziamenti. In vista di ciò li invita ad affidare il loro futuro alle regole del mercato, all’innovazione tecnologica e alla società 4.0 che i piani alti delle multinazionali, quelli che sono direttamente presenti nel governo Draghi con Colao e Cingolani, stanno mettendo a punto nell’interesse (dicono loro!) dell’intera società.
Come e quanto questa promessa non tutelerà gli interessi dei lavoratori è mostrato, in piccolo, dal piano di vaccinazione che il governo Draghi e il ministro Bianchi, raccogliendo l’eredità del Conte-2, hanno predisposto per le scuole e da quello che sta succedendo nelle scuole.
2) Le mezze ammissioni ufficiali rilasciate in autunno e persino all'inizio del 2021 sull’esigenza di superare le classi-pollaio, l’affollamento dei mezzi di trasporto, lo scarso tracciamento dei contagi, i rischi connessi all’esagerato uso dei mezzi digitali nelle lezioni a distanze sono state dimenticate. Le parole per rabbonire, irretire, tranquillizzare e prendere tempo sono svanite. Si è infine passati, con l’ausilio di qualche generale di corpo d’armata, ad applicare solo e soltanto la ricetta capitalisticamente più conveniente per superare l'emergenza sanitaria e far ripartire l’accumulazione: la ricetta del vaccino.
Concentrando il suo intervento unicamente sulla soluzione vaccinale, il governo italiano intende ridurre al minimo le misure per incidere nelle cause di fondo che hanno favorito l'epidemia, tra le quali gli stessi studi ufficiali indicano la vita nelle metropoli moderne, l’inquinamento, l’agricoltura intensiva, le infezioni polmonari e le malattie cardiocircolatorie prodotte dall’alimentazione e dallo sfruttamento capitalistico, la trascuratezza della medicina di base e preventiva, ecc. Non solo: per far presto e per evitare di introdurre misure-tampone sul sistema dei trasporti e sulla medicina territoriale, tra i vaccini disponibili o quelli che, in astratto, potrebbero essere elaborati con le attuali conoscenze e tecniche mediche, il governo Conte-2 e poi il governo Draghi hanno deciso di somministrare nelle scuole quello meno sicuro, quello meno efficace, quello meno sperimentato nelle fasce di età medio-alte.
Le rassicurazioni ufficiali possono contorcersi quanto vogliono: anche se la medicina non è in grado o non vuole stabilire la connessione causale specifica tra l’inoculazione e il decesso di decine di persone in Europa, è un fatto che quelle persone (basta leggere le cronache) non sarebbero morte se non avessero ricevuto l’inoculazione. È un fatto che nel bugiardino del vaccino non erano indicati gli effetti collaterali che hanno causato i decessi. È un fatto che in un primo momento gli stessi (bendisposti verso il vaccino) operatori ufficiali dell’Ema avevano ritenuto che la (frettolosa) sperimentazione dell’azienda non fornisse dati sufficienti per usare l’AstraZeneca con gli over 55.
Se nelle scuole è accaduto questo, è anche perché l’opposizione proletaria alla politica del governo Conte-2 e ai primi passi del governo Draghi è stata, nella scuola e negli altri posti di lavoro, molto limitata e politicamente debole. È anche perché, dall'estate 2020, si è accettato che calasse il sipario sulla discussione sulle cause di fondo dell'epidemia e sulle misure-tampone che, indipendentemente dal vaccino, possono ridurre il rischio sanitario: rispetto delle norme igieniche di protezione, distanziamento nelle aule, tracciamento, monitoraggio e cura territorialmente capillari, drastica riduzione del sovraffollamento sui mezzi pubblici, aumento delle dotazioni degli ospedali...
Controprova: l'introduzione parziale di alcune di queste misure hanno permesso alla Cina e ad altri paesi asiatici di ridurre drasticamente i contagi e i decessi già prima dell'estate 2020, mentre in Italia il numero dei decessi ha superato nei giorni scorsi la soglia dei centomila: all'inizio di settembre 2020, 8 mesi fa, erano 36 mila! Un semplice prodotto della Natura?
Rimanendo sul limitato universo scolastico, c'è poi da registrare che in Italia, dall'inizio di marzo, le attività didattiche sono tornate a distanza, gli studenti sono stati ricacciati nello scatolone a-socializzante della tele-esistenza, con in più un aumento dei contagi e con la proliferazione delle varianti tra gli stessi bambini e adolescenti, mentre in Cina e in altri paesi asiatici dall'estate 2020 le attività didattiche si svolgono regolarmente.
Il fatto che in Europa non siano state adottate a pieno le misure di “contenimento” prese da altri paesi capitalisti come la Cina o la Corea ha inoltre contribuito a creare in Europa una situazione così disastrosa da essere usata strumentalmente anche per legittimare l'utilizzo di massa (con la gioia e per il profitto delle Big Pharma) di vaccini poco testati, di cui si conoscono poco i potenziali effetti a breve e lungo termine indotti nei meccanismi di funzionamento delle cellule umane.
In vista della campagna di vaccinazione che nelle prossime settimane investirà gli altri lavoratori e poi la giovane generazione, è vitale trovare la forza di spezzare questo virus terribile della passività politica e della fiducia verso le ricette tecnocratiche del governo dei “migliori” (per il capitale!); è vitale cercare nella mobilitazione il “vaccino” per tutelare in questa emergenza la condizione economica e sanitaria dei lavoratori italiani e dei lavoratori immigrati, e per imporre, sul piano strettamente farmacologico, che vengano almeno usati i migliori ritrovati che la medicina e le tecniche oggi disponibili siano in grado di mettere a punto e che vengano capillarmente e attivamente monitorati gli effetti della loro somministrazione.
(*) Dal n. 88 del "che fare" (attualmente in distribuzione), alcuni articoli su questi temi:
- I capitalisti, i vertici istituzionali, le forze politiche europeiste e sovraniste (proni alle ragioni del profitto) vogliono far leva sull’emergenza-covid, da loro causata, per accelerare la ristrutturazione digitale antiproletaria di fabbriche, uffici e scuole.
- Il nostro volantone del 14 marzo 2020: Il paziente zero ha nome e cognome: è il capitale mondializzato! L’unità nazionale è un virus che attenta alla salute fisica, sociale e politica dei lavoratori!
- Gli scioperi e le proteste dei lavoratori d’Italia del marzo 2020.
- Durante il lockdown della primavera 2020, dal comparto sanitario del Veneto.
- Il “covid-19” attacca tutti allo stesso modo? Due lettere dai posti di lavoro.
- La didattica a distanza e la formazione del lavoratore richiesto dal capitale del XXI secolo.
- Crisi sanitaria e immigrati: per una vera e generalizzata sanatoria. Volantino distribuito alla manifestazione degli immigrati il 31 maggio a Roma.
- Il nostro volantone del 31 maggio 2020: Recovery Fund, scuola, licenziamenti, lavoro da remoto, salute-covid: pur con politiche diverse e contrastanti, il governo Conte e lo schieramento sovranista intendono approfittare dell’emergenza sanitaria ed economica per sferrare un affondo contro i lavoratori, italiani e immigrati.
21 marzo 2021
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA