1 novembre 2009
Nuovi aggiornamenti sul dopo terremoto
Chi sono gli "irriducibili"
La Repubblica del 20 ottobre 2009, a proposito dell'Abruzzo, scrive: "Allarmi ignorati e controlli mancanti anche la protezione civile nel mirino", mentre per la Sicilia il Corriere della Sera del 4 ottobre 2009 titola: "Messina, le denunce inascoltate" "Le prime relazioni sono di 13 anni fa". Sulla sequenza delle "inadempienze" delle istituzioni, della protezione civile nei mesi precedenti al terremoto, oltre che negli anni, abbiamo già scritto sul sito. Sull'ultimo numero del giornale il n° 71 (vedi sommario) a proposito del terremoto e delle frane a Messina focalizziamo l'attenzione sulla "grande cupola della Protezione Civile" su quali interessi si nascondono dietro la geologia, l'architettura e l'urbanistica, sui meccanismi che rendono utile il ciclo costruzione-distruzione-costruzione e sul territorio militarizzato.
Qui vogliamo solo aggiornare la situazione in Abruzzo riportando alcune cronache apparse sui giornali.
Dice la signora Anna Maria della frazione di Preturo "Come tutti gli altri abbiamo cercato un rifugio. Quasi tutti in tenda, io mi sono arrangiata comprando un camper, per ospitare mia madre che è malata. Il 20 aprile, due settimane dopo il terremoto, è stata fatta una verifica. Nel nostro palazzo e in quello di fianco (ai civici 12-13), dalle prove sclerometriche risulta che il calcestruzzo risulta scadente. Si chiedono carotaggi e altre prove. Stessa analisi per i due palazzi ma uno, il nostro, è classificato D e l'altro E. Visto che non possiamo rientrare a casa nostra, facciamo domanda per quelle che tutti noi chiamiamo "le case di Berlusconi". Ma per entrare la tua casa deve essere classificata E. Chiediamo alla Dicomat, l'ufficio della Protezione. Ci rispondono che i civici 10-11 e 12-13 risultano fare parte di un "unico aggregato", mappato con il numero 493937, e pertanto anche il nostro palazzo deve considerarsi E, inagibile. Il dato viene confermato anche dal computer. Io e gli altri aspettiamo dunque il colloquio di verifica prima di entrare nelle nuove case. Alla fine di settembre vengo finalmente convocata. Mi chiedono tutto: noi in famiglia siamo in 6, chi lavora deve presentare la busta paga, la mamma invalida deve presentare i certificati... Tutto in regola. Il 9 ottobre firmo il contratto di comodato d'uso gratuito e il giorno dopo entro. Una grande gioia. Tre camere da letto, due bagni. Ho trovato qui cinque famiglie che abitavano nel mio palazzo. Tante altre arrivano dai palazzi a fianco del nostro". La sua casa all'improvviso è classificata A "Facciamo tante telefonate, cerchiamo incontri. La conferma ufficiale è arrivata ieri. Nel sito del Comune il nostro palazzo adesso è A, mentre quello a fianco - nella verifica del 20 aprile si diceva che era messo male come il nostro - resta E. Ma anche quegli inquilini tremano, perché hanno paura che un altro "miracolo" renda agibili anche i loro appartamenti provocando lo sfratto dalle nuove case. Lavori non ne sono stati fatti, in nessun palazzo. E noi ci chiediamo: se il palazzo era sicuro, perché ci hanno fatto vivere come disgraziati nelle tende per sei mesi? Se non era messo bene, come ha fatto a tornare agibile, senza che nessuno abbia visto un gru o un'impalcatura?"."La direzione dell'Ater adesso ci dice che il palazzo sarebbe inagibile non a causa del terremoto ma perché costruito con materiali scadenti. Ma noi non cediamo. Prima di rientrare nei nostri appartamenti, vogliamo una verifica vera. E vogliamo sapere la verità. Siamo inquilini, non carne da macello". (Da la Repubblica del 22 ottobre 2009).
Ai seimila sfollati che vivono al freddo nelle tendopoli un responsabile nazionale della Protezione Civile ha proposto di trasferirsi sulla costa. Negli ultimi quindici giorni gli sfollati ancora rimasti nei campi, dopo sei mesi, hanno definito "inaccettabile" il trasferimento sulla costa. Intanto sono stati chiusi i presidi medici delle tendopoli e i bambini della scuola elementare e delle medie vanno a scuola nel freddo delle tende dove sono state allestite le "aule". In alcune tendopoli hanno tolto la mensa, hanno smontato i bagni e sono senza acqua calda.
Davanti a questa situazione sempre più pesante sono partite delle proteste con striscioni, megafonaggi, blocchi momentanei della strada all'Aquila. Il 28 novembre si è svolta una assemblea dei comitati cittadini (fra cui il comitato familiari vittime della casa dello studente) che hanno contestato il sindaco Cialente e soprattutto il dirigente della protezione civile Curcio lì presenti. Nel documento presentato c'è scritto: "Le istituzioni si impegnino ad incrementare la requisizione della case sfitte, a calmierare il mercato degli affitti, ad adottare procedure d’urgenza per triplicare rapidamente il numero di case mobili messe a disposizione dal Comune e ad assegnare agli sfollati gli alloggi attualmente utilizzati degli operatori dell’emergenza". Viene contestato il piano dell'emergenza abitativa e viene messa sotto accusa da vari interventi l'operato della Protezione Civile. "Ci chiamano irriducibili, ma noi siamo solo persone che lavorano e che non possono trasferirsi a Pescasseroli o a Pescara" (Il Centro 29 ottobre 2009).
Leggi anche:
Il nostro volantino alle fabbriche
Abruzzo: grandi e piccoli sciacalli (aggiornamenti al 17.7.09)
Abruzzo: cronache di "ordinaria" repressione (aggiornamenti al 17.7.09)
Testi della sinistra comunista:
1 novembre 2009
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA