Testo diffuso a Venezia dopo che i membri del "Rivolta" avevano cercato di impedire la distribuzione di un nostro volantino

 


UNA NUOVA POLIZIA POLITICA ANTI-COMUNISTA?


Vogliamo portare a conoscenza dei giovani (e meno giovani) dimostranti del movimento "no global" un brutto episodio avvenuto a Venezia martedi 24 ai margini della manifestazione contro la bestiale repressione statale attuata a Genova.

Alcuni esponenti del Centro "Rivolta" (!?) hanno cercato di impedire con la forza la diffusione di un nostro volantino motivando la cosa col fatto, totalmente falso, che esso difendeva i gruppi del Black Bloc. Come sa chiunque ci conosca un po’, l’ideologia e la prassi di simili gruppi ci sembra del tutto incapace, per la sua costituzionale inconsistenza, di rappresentare una vera alternativa alle sterilità piagnona delle posizioni "pacifiste", ma - molto semplicemente - ci rifiutiamo di assumere nei confronti di atteggiamenti e di spinte ribelli comunque connotate l’abito e la funzione dei questurini, sforzandoci - invece - di ricondurle, per quanto è possibile, trasformate e maturate, all’interno del movimento proletario organizzato.

Si tratta dell’ennesima volta che esponenti del "Rivolta" cercano di impedire la diffusione della stampa e della propaganda comunista. Lo tentarono ai tempi della guerra imperialista all’Iraq (copertura e sfregio dei nostri manifesti) quando difendevamo il popolo dell’Iraq, col pretesto che coprivamo Saddam. Si sono ripetuti nel corso della aggressione imperialista alla Jugoslavia quando ci siamo posti incondizionatamente al fianco dei popoli jugoslavi martoriati dalla NATO, col pretesto (inutile dire quanto falso) che coprivamo Milosevic…

Li capiamo. Con Genova ogni possibilità di "opposizione" teatrale, pre-concordata con le istituzioni statali (e da essa foraggiata) è finita. Questi imprenditori della marginalità e della marginalizzazione sono stati bruscamente richiamati dal governo Berlusconi (e dai loro sponsor dell'Ulivo) al compito di disciplinare e reprimere le posizioni più radicali, prima tra tutte quella comunista, che è la più coerente nella lotta al capitalismo globale. E, come mostrano simili episodi, si apprestano volentieri a vestire la casacca di nuova polizia politica anti-comunista. Del resto, il "bianco" (fiore) non è stato forse il colore dello squallido e feroce anti-comunismo democristiano del dopo-guerra?

Non ci siamo fatti intimidire dalla polizia di stato, dai fascisti, dalla mafia e quant’altro. Non saranno questi neofiti del disciplinamento sociale borghese a intimidirci. Questo è certo.

Ma chiediamo a voi, giovani (e meno giovani) dimostranti "no global", ed in modo specifico a quelli che si richiamano in qualche modo al comunismo: vorrete seguire e appoggiare costoro nel loro "nuovo" e vile compito, o non è forse venuto il momento di aprire gli occhi e, insieme con noi, di denunziarli politicamente davanti a tutto il movimento di classe?

25.7.2001


ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA