[Home]  [che fare 42]  [fine pagina] 

LA KCTU

Il sindacato che guida la lotta operaia in Corea, la Confederazione dei sindacati coreani (KCTU), è stato fondato l’11 novembre 1995, ed all’atto della sua costituzione raggruppava oltre 420.000 lavoratori per 1.048 sezioni sindacali.

Ma il "movimento sindacale indipendente e democratico" (*) di cui la KCTU è la proiezione, vide la luce già nel vivo della "Grande Lotta dei Lavoratori" del 1987. In quel frangente, nella "battaglia contro la repressione della dittatura militare e dei padroni", i lavoratori avvertirono di dover stringere le proprie fila. Fino a quel momento erano esistiti soltanto organismi sindacali aziendali. Sull’onda delle lotte nacquero sindacati di categoria e regionali, e si formò una forte spinta verso la fondazione dell’organizzazione confederale. Una traiettoria di sempre più ampia unità del fronte di classe, che è l’inversa di quella aziendalista e federalista che impazza (e devasta) qui "da noi".

La KCTU si ricollega alla "dura e sanguinosa lotta dei lavoratori che ci hanno preceduto (su questa strada) nei passati cento anni". La sua piattaforma programmatica assegna al sindacalismo militante i seguenti compiti:

La "politica internazionale" della KCTU, cui questo sindacato mostra di attribuire una grande importanza (proprio come in casa Cgil-Cisl-Uil!), è così delineata:

"I sindacati democratici coreani (...) hanno preso parte alla attività delle strutture del movimento sindacale internazionale all’insegna dell’internazionalismo, che comprende la solidarietà tra i lavoratori di tutto il mondo, la lotta per la democrazia e la pace mondiale, etc. Tuttavia la nostra attività internazionale non è riuscita ad essere davvero un’attività quotidiana. E questo a causa principalmente delle nostre condizioni e dei nostri limiti. E’ naturale che la KCTU pensi che il movimento sindacale distruggerà le barriere nazionali tra i lavoratori di tutte le aree del mondo, e lo farà non a chiacchiere ma con mezzi pratici, efficaci e organizzati. Tenuto conto di ciò che significa un’economia senza confini, i sindacati di ogni paese dovranno essere una branca (nazionale) del movimento sindacale democratico (internazionale) per lo sviluppo del progresso nel mondo.

"(...) la KCTU si sforzerà di migliorare il movimento sindacale fino a farne un movimento senza barriere nazionali. Che rigetterà il sindacalismo di stato così come ogni forma di sindacalismo controllato dai padroni" (...). Inoltre nel suo impegno a rafforzare la solidarietà internazionale tra i lavoratori, la KCTU dichiara di "respingere tutte le teorie che incitano alla competizione tra i lavoratori e di impegnarsi ad intraprendere tutte quelle attività che sono coerenti con la causa dei lavoratori".

(*) Tutte le parti virgolettate sono tratte da documenti della KCTU.

[Home]  [che fare 42]  [inizio pagina]