[Home]  [che fare 40]  [fine pagina] 

IL "CASO PRIEBKE"

Due parole, di numero, sul caso Priebke, che nessuno più di noi comunisti internazionalisti, eredi della battaglia antinazista vera è abilitato a dire. Non lo è di certo chi quella battaglia tradì all'infinito, prima sottraendosi ad essa con la teoria e la pratica del "socialfascismo"; poi subordinandola, con la politica dei fronti popolari, agli interessi anti-proletari della borghesia "democratica"; quindi sospendendola del tutto con il patto Hitler-Stalin; ed infine rieditando in peggio il frontepopolarismo con il ciellenismo "anti-tedesco" al fianco, e al seguito, dei massimi imperialismi del secolo.

Ebbene, la prima cosa che abbiamo da dire è che questa pagliacciata "anti-nazista" che vede tutti accomunati, da Cossutta al voltagabbana Fini (dimentico dei doveri di lealtà verso l'alleato dell'Italia fascista), ci fa tremendamente schifo. Sopratutto perché rilancia la questione dei crimini di guerra come crimini dovuti a questo o a quel personaggio singolo, e lo fa in nome di una possibile guerra (capitalistica) "pulita", che dovrebbe svolgersi secondo regole corrette e "umane". E la cosa ridicola è che si dice addirittura che Priebke poteva rifiutarsi di eseguire l'ordine di Hitler (o quanto meno rinunciare ai cinque -!!- morti in più del previsto) dal momento che le SS non erano un'organizzazione militare e che altri l'ha fatto. In questo modo, centrando la questione delle responsabilità della guerra sui singoli, e non sul sistema capitalistico, si storna da questo le sue colpe e, in aggiunta, si compie una bella riabilitazione dell'hitlerismo, raffigurandolo come un "totalitarismo" che però lasciava libera scelta a ciascuno dei suoi membri di comportarsi secondo coscienza...

Ipercritici, ci si dirà: nessuno dice che Priebke sia il solo responsabile della guerra, ma per intanto non è male perseguire lui visto che "l'abbiamo" preso. Così ricordiamo a tutti, e anzitutto alle nuove generazioni, che "i crimini di guerra non vanno in prescrizione". Giusto: noi comunisti non ammettiamo prescrizione per il crimine della guerra ammazzaproletari della borghesia (di tutte le borghesie) e ci apprestiamo a regolarne i conti, quando e se ne avremo l'opportunità, andando alla radice. Ma intanto sappiamo che i veri profittatori della guerra che stavano dietro il nazismo, come dietro il fascismo e le democrazie, sono saldamente ai loro vecchi posti di comando, oggi, ovunque nel mondo del capitale. E' stato forse mai sottoposto a processo, e lo sarà mai da parte dello stato borghese, il pescecanismo fascista, tempestivamente convertitosi alla democrazia, degli industriali italiani e del fior fiore dei "nostri" politici? e sono mai stati perseguiti le banche, i governi e gli apparati militari autori dei "genocidi" di casa nostra, quello contro il popolo libico, ad es., come chiede Gheddafi a titolo di imbonimento, ma a ragione, o quello contro le popolazioni slave? E perché dovrebbero essere andati in prescrizione i crimini di Hiroshima e Nagasaki, di Dresda, della resistenza partigiana greca, giù giù fino a quelli contro la popolazione irachena? L'indecoroso neo-ciellenismo italiota attorno al caso Priebke nasconde tutto questo per mascherare e legittimare in anticipo "nostre" colpe passate, presenti e future.

E' questa appunto la seconda cosa che abbiamo da dire: l'operazione-Priebke, finta persecuzione di crimini di guerra del passato, è stata ed è in realtà un'operazione di propaganda bellica in vista di futuri, e forse non troppo lontani, nuovi "crimini di guerra", rivolta da un lato contro la Germania (presentata come presunto terreno di elezione del nazismo) e dall'altro a pro di Israele (cui la persecuzione subita dagli ebrei darebbe un'assoluta giustificazione per la sua azione oppressiva nei confronti delle masse palestinesi ed arabo-islamiche). Non a caso il capofila dell'attuale battage è un ben riconoscibile sionismo che gioca una sua partita pro-imperialista USA anche contro l'Europa, ma prioritariamente contro il proletariato internazionale.

[Home]  [che fare 40]  [inizio pagina]