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        18 ottobre 2024

                  

La vertenza Stellantis può e deve chiamare

a una generale mobilitazione contro i padroni e il governo

 

Il comportamento di Stellantis mostra che l’azienda vuole usare il passaggio all’auto elettrica come una clava contro i lavoratori. Si stanno muovendo nella stessa direzione anche gli altri gruppi automobilistici europei, tant’è che persino Volkswagen ha minacciato licenziamenti e chiusure di stabilimenti in Germania.

 

Nel condurre questo attacco contro i lavoratori, Stellantis non è sola. La Federmeccanica, la Confindustria e il governo Meloni (pur se con lievi disaccordi su modi e tempi dell’attacco) sono di fatto schierati al fianco dell’azienda. Lo testimoniano, tra l’altro, il totale e arrogante rigetto della piattaforma sindacale per il rinnovo del CCNL metalmeccanico operato da Federmeccanica e l’insieme delle misure politiche, sociali ed economiche varate dal governo Meloni. Misure che (con l’autonomia differenziata, il “pacchetto sicurezza” e il “collegato lavoro”) mirano a stratificare e a dividere profondamente i lavoratori per aree territoriali e per colore della pelle, al fine di indebolirli tutti, di limitarne le agibilità politiche e sindacali, di accentuare la precarietà e il lavoro nero e di dare più mano libera alle aziende.

L’offensiva guidata da Tavares è dunque un importante tassello di una più generale offensiva contro l’intero mondo del lavoro salariato. Anche per questo ogni qualsivoglia misura di tutela occupazionale (a cominciare dalla diminuzione dell’orario a parità di salario) potrà essere imposta a Stellantis e al governo Meloni solo ed esclusivamente con la lotta. E proprio per rafforzare la capacità di lotta e mobilitazione, è necessario stringere i rapporti organizzativi tra i lavoratori dei vari stabilimenti, stringerli con gli operai delle ditte “terze” e diventare un motore nella promozione dello sciopero generale recentemente preventivato dalle stesse direzioni Cgil e Uil, per favorirne la riuscita e irrobustire un fronte di lotta generale contro il padronato e il governo di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Irrobustire cioè l’unico fronte che potrà davvero rafforzare la stessa vertenza Stellantis.

 

L’evoluzione della vertenza Stellantis in Italia e della situazione, economica e politica, italiana dipendono in modo decisivo dall’evoluzione della situazione internazionale. L’amministratore delegato Tavares ha detto che Stellantis è obbligata dalla concorrenza internazionale a introdurre le misure ai danni dei dipendenti che i lavoratori del gruppo stanno cominciando a sperimentare. In parte (ma solo in parte!) dice il vero: la concorrenza delle altre case automobilistiche statunitensi, cinesi ed europee c’è e si fa sentire. Ma i lavoratori non possono pararne i colpi stringendosi intorno alla “propria” azienda e accettandone i voleri, come sostiene Tavares. I lavoratori non possono pararne i colpi, accettando, come chiede Tavares, di mettersi in concorrenza con i lavoratori degli altri stabilimenti del gruppo Stellantis collocati in Spagna, in Francia, in Algeria, ecc. Imboccare una simile strada getterebbe tutti in una spirale concorrenziale al ribasso e senza fine. Dividersi sperando di salvarsi a spese degli “altri” porterebbe solo a un drammatico naufragio di tutti. Al contrario (è la storia del movimento operaio ad insegnarlo) gli effetti negativi prodotti sui lavoratori dalla concorrenza tra le aziende possono essere arginati solo tramite la costruzione di legami di organizzazione, lotta e dibattito tra i lavoratori delle diverse imprese, delle diverse nazioni e dei diversi continenti.

 

Imboccare questa (per nulla facile) strada è inoltre l’unico modo per poter gettare le basi di una mobilitazione mirante a contrastare le politiche di guerra e rapina che l’Occidente, la Nato e i loro alleati in Medioriente e in Europa orientale stanno portando avanti contro le masse sfruttate palestinesi e mediorientali e contro le masse lavoratrici russe e russofone in Ucraina. Queste politiche chiedono un supplemento di sudore agli stessi lavoratori d’Occidente e nel futuro, se non adeguatamente combattute, esigeranno dagli operai e dai loro figli anche fiumi di sangue.

 

 

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

 


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