Home page       Archivio del che fare       Per contattarci


         20 settembre 2023

                  

Due parole sulla strage di Brandizzo

 

La strage di Brandizzo (Piemonte), dove il 30 agosto scorso hanno perso la vita cinque operai intenti a manutenere la rete ferroviaria, ha per un attimo fatto approdare sulle prime pagine dei giornali la drammatica questione degli incidenti sul lavoro. Poi, dopo pochi giorni, tutto è stato “dimenticato” e la notizia è pian piano scomparsa. Ma anche nel breve periodo in cui se ne è parlato, lo si è fatto male, in modo falso e ipocrita. Si è infatti detto che la causa fondamentale della tragedia è da ricercarsi in un “errore umano”, forse commesso dal capocantiere dell’azienda RFI (l’azienda che gestisce la rete ferroviaria italiana), che non avrebbe dovuto permettere che gli operai della ditta d’appalto si trovassero in quel momento sui binari.

 

Contro “l’errore umano” si sono subito scagliati la stampa, la televisione e gli uomini e le donne del governo. Tutti ansiosi di trovare un “colpevole” a buon mercato, utilissimo per nascondere le vere responsabilità e i veri responsabili di una strage che, stando alle (sottostimate) cifre ufficiali, uccide nella sola Italia più di tre operai al giorno.

Qual è stato “l’errore umano” che tra luglio e agosto ha fatto morire per troppo lavoro nei campi infuocati tre braccianti immigrati? Qual è “l’errore umano” che fa sì che nei cantieri si crepi come mosche?

Qualche volta è vero, ci possono essere anche “errori umani”. Ma questi “errori” sono causati dalle logiche di mercato, dalle leggi della concorrenza e dalla sete di profitto delle aziende, che impongono ritmi e turni asfissianti e che per “fare in fretta e a bassi costi” obbligano di fatto (come dalle parti di Brandizzo, dove in tre ore bisognava fare quello che prima si faceva in cinque) a mettere da parte anche le più elementari misure di sicurezza. I cosiddetti “incidenti sul lavoro” non sono una casualità, ma un “rischio” ben calcolato e ben accettato dalle imprese e dai padroni. Per lor signori un punto percentuale in borsa val bene la vita di qualche operaio!

 

E le istituzioni? e i governi? Al di là di tutte le chiacchiere sono proprio loro i primi difensori di questo sistema che in nome del profitto non si cura di calpestare la vita e la salute dei lavoratori, dei pensionati e dei proletari tutti. La progressiva distruzione della sanità pubblica a vantaggio di quella privata (iniziata dai precedenti governi e accelerata dal governo Meloni) non è stata forse una delle principali cause del dilagare della (spesso dimenticata) pandemia da Covid-19? E non è sempre in nome del dio profitto che l’Italia è in prima fila nel supportare l’aggressione Nato-Usa-Ue contro la Russia e le sue masse lavoratrici? Appellarsi al governo e alle istituzioni sarebbe come se gli agnelli si appellassero al lupo. Ne siano riprova, tra l’altro, due fatti:

·       uno dei primi atti del governo Meloni è consistito nel cambiare le normative sugli appalti, dando il via libera all’appalto selvaggio al massimo ribasso e al sub-appalto senza limiti e controlli (i morti sui binari piemontesi erano, guarda caso, tutti lavoratori “in appalto”).

·       Poche settimane prima della strage di Brandizzo, il ministro Salvini ha precettato i lavoratori delle ferrovie per impedire uno sciopero che poneva al centro anche la necessità di maggiori misure di sicurezza sul lavoro.

 

Difendersi da questa quotidiana e volutamente nascosta strage è possibile e necessario. Ma lo si può fare in un solo e unico modo: impegnandosi nei luoghi di lavoro, nel sindacato e in ogni dove per gettare le basi per la costruzione di una forza organizzata dei lavoratori che possa battersi adeguatamente per imporre con la forza al padronato e al governo tutte le misure di sicurezza necessarie (anche se costose per le aziende) nelle fabbriche, nei cantieri e in tutta la società.

 

 

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

 


Home page       Archivio del che fare       Per contattarci