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        7 ottobre 2023

                  

In 18 mesi di guerra gli Usa e la Ue hanno fornito armi

e aiuti a Kiev per oltre 180 miliardi di euro: chi aggredisce chi?

 

 

Autonomia differenziata, liberalizzazione degli appalti, progressiva riduzione della sanità pubblica, fisco “amico” dei soliti “fortunati”, provvedimenti di stampo razzista contro gli immigrati, un malcelato attacco alla Cgil… sono solo alcuni degli odiosi affondi portati contro i lavoratori dal governo Meloni. Un governo amico della grande finanza e della Confindustria, fortemente sostenuto dai ceti medi accumulatori, parassitari ed evasori e che trova negli Stati Uniti e nella Casa Bianca il suo decisivo sostegno e punto di forza.

 Un pieno appoggio, quello di Washington, fornito in cambio del pieno allineamento italiano alla guerra che la santa alleanza Usa-Nato-Ue sta conducendo in Ucraina attraverso il regime fantoccio di Zelensky.

Una guerra che, al contrario di quanto sostiene la propaganda ufficiale, è stata preparata, organizzata e impulsata da una più che decennale azione degli Usa, della Nato e di buona parte delle cancellerie europee.

Una guerra che mira a piegare la Russia ai diktat occidentali, a sottometterne le masse lavoratrici e, anche per tal via, a preparare al meglio la futura aggressione orchestrata dagli Stati Uniti alla Cina, al continente asiatico e alle sue sterminate schiere proletarie.

 Gli Stati Uniti e, con loro, il governo Meloni lasciano intendere che anche i lavoratori occidentali trarranno beneficio da questa forma moderna di colonizzazione dell’Oriente. Che essa, pur se richiederà maggiori spese militari e qualche provvisorio sacrificio economico, in futuro offrirà le risorse in grado di attutire o invertire il peggioramento delle condizioni dei lavoratori registrata negli ultimi anni.

Non sarà così. Con le masse lavoratrici della Russia e della Cina non si ripeterà quanto accaduto nella ex-Jugoslavia, in Iraq, in Afghanistan e in Libia, dove, malgrado un’eroica resistenza popolare, l’Armata diretta dal Pentagono è riuscita a imporre la sua legge senza subire seri contraccolpi entro i confini occidentali.

 Anziché lasciarsi trascinare in questa tragica politica di contrapposizione con i lavoratori della Russia e dell’Asia, i lavoratori d’Italia hanno interesse ad appoggiarne la volontà di resistenza, qualunque ne sia l’attuale direzione politica, a vedere in essa non un pericolo, ma un alleato nello sforzo di indebolire il governo Meloni e di imporre ad esso e al blocco sociale borghese che lo sostiene le esigenze dei lavoratori.

La difesa dei salari e della salute, il rigetto dei progetti governativi di controriforma sul piano istituzionale, il rafforzamento della mobilitazione contro il governo Meloni, che trovano oggi in questa manifestazione un loro importante momento, sono legati a doppio filo sia alla denuncia della vera natura della guerra condotta dall’Occidente in Ucraina, sia all’impegno volto ad arare il terreno per favorire lo sviluppo (difficile, ma indispensabile) di una opposizione organizzata alle nostrane politiche di guerra e a ogni forma d’appoggio (armi, crediti, disinformazione…) con cui l’esecutivo Meloni sta sostenendo e vorrà sostenere il governo ucraino.

 

Sulle ragioni effettive della guerra in Ucraina, sul suo retroterra storico, sulle sue conseguenze per i lavoratori occidentali e sul ruolo che essa svolge nella politica degli Stati Uniti e del governo italiano verso la Cina, invitiamo a leggere il n.90 del nostro giornale “che fare”.

 

 

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

 


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