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         13 agosto 2021

                  

Scuola, Dad, covid-19, pass sanitario nei posti di lavoro…

 

Questa mattina, venerdí 13 agosto 2021, abbiamo partecipato a una piccola riunione online dei lavoratori della scuola in servizio a Roma e nella provincia di Roma. La riunione è stata autoconvocata per discutere su come prepararsi ad affrontare sindacalmente e politicamente la situazione che si avrà nelle scuole dal 1° settembre e l’introduzione del ventilato pass sanitario. I lavoratori presenti, in gran parte iscritti alla Cgil-Scuola, hanno già completato la vaccinazione, o con AstraZeneca nella prima fase o all’inizio dell’estate con Pfizer.

 Al di là delle diversificate valutazioni espresse sul pass, un elemento ha accomunato gli interventi e il clima della vivace discussione: la preoccupazione e l’indignazione per la mancanza quasi completa di interventi sul numero di alunni per classe e sui mezzi di trasporto pubblico. I dati riportati da alcuni licei sul numero di classi prime e terze autorizzate dall’USR-Lazio mostrano che nulla è cambiato su questo fronte, che le declamazioni del ministro Bianchi sono polvere negli occhi e che i fondi effettivamente arrivati agli istituti e gli interventi autorizzati riguardano quasi esclusivamente i mezzi digitali, a conferma del fatto che la scuola digitale, Dad o non Dad, diventerà una componente rilevante della scuola 4.0 voluta dal governo Draghi e prima di esso dai governi Conte1 e Conte2.

 Nei nostri interventi, non del tutto condivisi ma ascoltati con attenzione, abbiamo cercato di sottolineare i seguenti punti:

1)     quello che sta accadendo sul fronte sanitario in quest’estate 2021, in Italia, negli Usa e in Asia, conferma che l’epidemia è tutt’altro che un’influenza stagionale. Il confronto dei dati sanitari relativi all’estate 2021 con quelli dell’estate 2020 parlano da soli, in particolare la situazione negli stati meridionali degli Usa, ad esempio nel Texas, e la rilevazione di decine di contagiati persino in Cina a seguito della diffusione in Estremo Oriente della variante Delta generata in India anche per effetto della politica sanitaria di stampo trumpista-salviniana-meloniana del governo indiano di Modi. Così come parlano da soli i primi dati sul cosiddetto “long covid”.

2)     Il governo Draghi, come quello Conte2 che lo aveva preceduto, sta mostrando di non avere alcuna intenzione di anche solo attenuare alcune delle condizioni di fondo che hanno favorito l’epidemia e che potrebbero ridurne l’impatto sulla popolazione. Questo è vero non solo per le scuole e per i mezzi di trasporto - lo ha denunciato persino Landini -, ma è vero anche per la sanità: il numero di lavoratori nelle strutture sanitarie territoriali è rimasto pressoché invariato, i servizi territoriali non sono stati ampliati, il sistema di tracciamento dei contagi e di svolgimento dei tamponi (che se capillarmente organizzato - usando i tamponi di ultima generazione - e reso disponibile per tutti e gratuitamente aiuterebbe la pronta rilevazione e arginamento della malattia) continua ad essere inconsistente e anzi lo si vuole vincolare ancor di piú al pagamento da parte dell’utente.

3)    Il pass sanitario che si intende introdurre nella scuola, cosí come quello introdotto nel settore sanitario e nelle mense aziendali, va nello stesso senso. Per tre fondamentali ragioni:

a) innanzitutto, perché esso è inefficace e dannoso dal punto di vista sanitario. I vaccini anti-covid19 attualmente disponibili, non tutti uguali per efficacia e per sicurezza, offrono solo una protezione parziale e provvisoria. Anche i “migliori” tra questi vaccini non impediscono che la persona vaccinata si ammali, ad esempio per effetto della variante Delta, né impediscono che questa persona vaccinata e contagiata (pur subendo a suo vantaggio - grazie al vaccino -conseguenze in media meno gravi) diventi a sua volta veicolo di contagio. Ed invece è proprio questa la falsa promessa che, esplicitamente o implicitamente, sta dando a intendere il governo Draghi, inducendo un rilassamento dell’attenzione e delle misure di protezione laddove sono presenti persone vaccinate. L’estate scorsa il governo Conte2 rassicurò che l’emergenza era finita, che si poteva tornare alla vita di prima, che il pericolo era finito; epidemiologi “star televisive” dichiararono clinicamente morto il virus, salvo poi mettere a disposizione un’intera area di un ospedale per evitare che il no-mask Berlusconi morisse a seguito del contagio da covid19. Quest’estate si sta facendo qualcosa di simile con i vaccini: quello che è solo uno schermo parziale, che può essere utile usare nella contingente situazione di emergenza in cui ci hanno condotti i governi italiani e gli altri governi occidentali, e il cui uso momentaneo dovrebbe essere accompagnato da precauzioni e monitoraggi che sono invece ancora carenti, viene presentato come il rimedio definitivo. “Se si è vaccinati - danno a intendere il governo e le autorità sanitarie -, non corriamo e non facciamo correre pericoli.” Il che è falso. Lo dicono gli stessi dati ufficiali.

b) Con questa mistificazione il governo Draghi e i suoi generali (con o senza medaglioni) vogliono seppellire le notizie e la minima consapevolezza emerse nell’opinione pubblica soprattutto nel 2020 sulle cause di fondo, remote e prossime, di questa epidemia, che rimandano, alla fin fine, al meccanismo del profitto e alla politica sanitaria (e non solo) dei governi degli ultimi decenni vincolata a questo meccanismo. Ne abbiamo parlato a lungo in precedenti discussioni e non c’è bisogno di ripetersi. Il pass nella scuola e negli altri posti di lavoro serve a riaprire tutto, trasporti, scuole, fabbriche, uffici, senza affrontare questi nodi (come dimostra appunto quello che sta succedendo nella scuola e nei trasporti) o addirittura con l’obiettivo, denunciato dallo stesso Landini parlando del pass per le mense, di ridurre le misure di protezione introdotte nei posti di lavoro nella primavera 2020 sotto l’impulso delle mobilitazioni svoltesi in quei mesi in alcune fabbriche italiane. Pensare però di neutralizzare questo affondo del governo chiedendo, come fa proprio Landini, la vaccinazione obbligatoria per legge vuol dire darsi la zappa sui piedi. Il pass nella scuola, nella sanità e, per ora, nelle mense delle fabbriche serve allo stesso scopo cui servivano la negazione dell’utilità della mascherina professata dalle autorità sanitarie nella primavera 2020 e le campagne condotte nel marzo 2020 dagli industriali del Nord (“Bergamo is running”…) per far funzionare le fabbriche come se in quelle settimane non stesse succedendo niente. I campioni di quella menzogna e di quelle campagne sono tutti lì, nella cabina di regía economica e politica dell’Italia, anche se ora è comandata da Draghi, e oggi sono gli alfieri del pass nella scuola, nella sanità e nelle mense aziendali. L’atteggiamento “lassista” di ieri e quello “disciplinare” di oggi sembrano agli antipodi. Non è cosí: hanno lo stesso obiettivo anti-proletario, intendono mettere la polvere sotto il tappeto, con prezzi salati ai danni della salute collettiva.

c) Questi pass vanno poi respinti per un’altra ragione: perché, mentre inducono a distogliere l’attenzione dalle cause strutturali dell’epidemia e dai veri responsabili di essa, nello stesso tempo essi creano un capro espiatorio nel lavoratore che, per paura o per convinzioni no-vax, ha deciso di non vaccinarsi. 

4)     La possibilità di tutelare efficacemente la salute sociale, nella scuola e al di fuori della scuola, è legata solo e soltanto alla capacità dei lavoratori di organizzarsi e di lottare contro la politica sanitaria che il sistema sociale fondato sul profitto nel suo insieme ispira agli agenti sociali, il governo e i padroni, che ne incarnano l'attuazione. Questa lotta, però, non può arrestarsi dentro la scuola, deve investire ogni componente della classe lavoratrice e ogni ambito della vita sociale, anche perché sennò proliferano varianti via via piú sfuggenti, come successo con la Delta. Essa dovrà quindi farsi carico delle difficoltà ben maggiori che stanno incontrando su questo terreno i lavoratori immigrati (soprattutto quelli “irregolari”) e della richiesta degli sfruttati del Sud del Mondo di accedere gratuitamente, togliendo i brevetti dalle mani delle multinazionali, ai vaccini e ad altri ritrovati farmacologici utili per l’epidemia. Nello stesso tempo, questa lotta dovrà ovviamente attrezzarsi a respingere e le sospensioni che dovessero scattare nel caso disgraziato in cui il pass proposto venga effettivamente introdotto nella scuola e le sospensioni già in opera nel settore sanitario e le discriminazioni che dovessero scattare nelle mense aziendali.

    Il che, ovviamente, non significa simpatizzare per o confluire nelle proteste “no pass - no mask - no vax” di stampo anti-proletario che nei giorni scorsi si sono manifestate nelle piazze di alcune città italiane e che, al di là delle persone in buona fede che qua e là possono avervi partecipato, esprimono il punto di vista trumpiano-leghista-meloniano, particolarmente radicato nei padroncini del settore del turismo e del commercio, che intende “aprire tutto o quasi tutto” nel nome del profitto, nel nome della libertà della monade borghese di asservire - secondo il proprio sfrenato e atomistico arbitrio - ogni ambito della vita sociale agli “spiriti animali” della competizione e del guadagno e dell’individualismo, calpestando senza ritegno la salute collettiva, senza neanche l’ (altrettanto fetida) attenzione alle esigenze della stabilità dell’edificio capitalistico nel suo complesso presente nella frazione borghese incarnata da Draghi. Anche questo secondo orientamento va denunciato e combattuto: è l’altra politica, accanto a quella del governo Draghi, con cui il meccanismo capitalistico intende lasciare la salute dei lavoratori e sociale in balìa della forze del mercato. Le iniziative sindacali a cui cercare di preparare il terreno dovranno pertanto partire da una base completamente diversa da quella da cui muove questa variante populista “no mask, no vax, no pass” della politica sanitaria borghese. Se esse lo sapranno fare, potrebbero offrire una vera alternativa anche a quei pochi lavoratori che, per paura e in buona fede, si sono lasciati attrarre da questo schieramento di destra.

A integrazione di questo resoconto della riunione, informiamo che la partecipazione a questa assemblea nel settore scuola è stato uno dei momenti in cui, nei mesi di luglio e di agosto 2021, mentre i riflettori dei media erano puntati sulle proteste anti-proletarie “no mask - no pass - no vax”, noi compagni dell’OCI abbiamo cercato di favorire (per come lo hanno permesso le nostre ristrettissime forze e in perfetta coerenza con l’iniziativa da noi portata avanti sin dal primo lockdown) la preparazione di un terreno favorevole allo sviluppo, dal prossimo settembre, di una mobilitazione proletaria nel senso riportato nel punto 4) e contro il più generale attacco portato avanti dal governo e dai padroni in cui essa si inscrive.

Altri momenti di questo lavoro politico sono stati: la partecipazione alle discussioni per provare a porre le basi di un’iniziativa di lotta in autunno dei braccianti immigrati nel Lazio (con l’obiettivo di ottenere il permesso di soggiorno per tutti e misure di protezione sanitaria anche per i lavoratori “irregolari”, compresa la disponibilità dei vaccini anti-covid); la partecipazione alla manifestazione in occasione dello sciopero generale di Firenze contro i licenziamenti della GKN; la partecipazione alla raccolta militante di fondi in solidarietà con Adil Belakhdim, il sindacalista del SI-Cobas ucciso il 18 giugno 2021 durante un’iniziativa di lotta dei lavoratori della logistica nel piacentino; la partecipazione a uno dei presìdi (quello di Brescia) promossi contro l’assassinio razzista di Youns El Boussetaoui a Voghera; la partecipazione al tentativo di rispedire al mittente le sospensioni iniziate nel settore sanitario a danno dei lavoratori che non hanno voluto vaccinarsi; la promozione delle e la partecipazione alle ampie assemblee sindacali svoltesi in uno dei maggiori gruppi bancari europei per preparare la lotta contro le migliaia di licenziamenti previsti nel settore.

         13 agosto 2021

 

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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