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         28 aprile 2021

                  

Il nostro volantino distribuito ai mercati

La politica del governo Draghi non tutela la salute sociale

 

Per il governo, la campagna di vaccinazione in corso estirperà l’epidemia da Covid-19. Non sarà così. Ammesso e non concesso che il Covid-19 sia nato spontaneamente, la sua diffusione è dipesa e dipende da cause legate al funzionamento dell’attuale società. Qualche settimana fa lo stesso Draghi ha dovuto ammettere (dopo averlo negato lo scorso anno) che in Italia hanno pesato “impreparazione e ritardi” del sistema sanitario. Ma i “ritardi” e l’“impreparazione” sono frutto del caso o di precise scelte economiche e politiche?

Ripercorriamo rapidamente la cronaca dell’ultimo anno.

1) Nel febbraio-marzo 2020, le forze politiche dell’attuale governo e dell’attuale opposizione hanno fatto a gara nell’opporsi ai provvedimenti di tutela della salute sociale che si sono imposti successivamente, sotto la forza della situazione e di alcune (limitate) mobilitazioni dei lavoratori: per settimane hanno detto che la mascherina non serviva, che la malattia era una comune influenza, che tutto poteva continuare come prima…

2) Nella primavera 2020, gli stessi attori politici, in combutta con la direzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno insabbiato i documenti sulla mancata preparazione del sistema sanitario italiano all’evenienza di una epidemia. Questa impreparazione era il frutto della politica sanitaria (basata su privatizzazioni, regionalizzazioni e taglio della medicina territoriale e preventiva) portata avanti da oltre 30 anni dai governi di centro destra e di centro sinistra, soprattutto dalla Regione Lombardia guidata da Lega e Forza-Italia.

3) L'intervento sanitario del governo e delle regioni della primavera 2020 ha inoltre lasciato le persone anziane contagiate a casa senza assistenza o le ha catapultate negli ospedali a corto di posti-letti o le ha gettate e abbandonate nelle Rsa, favorendo l’aggravamento delle infezioni e la morte di decine di migliaia di persone. Nello stesso tempo ai Berlusconi, e in Inghilterra e negli Usa ai Boris Johnson e ai Trump, sono state garantite cure immediate e costose risultate decisive per la loro sopravvivenza!

4) Durante l’estate 2020, le forze politiche, i vertici istituzionali, i consiglieri scientifici del governo hanno dato a intendere che l’allarme fosse finito e non hanno fatto quasi nulla per introdurre minime misure di contenimento, come ad esempio il potenziamento e l’igienizzazione dei trasporti pubblici, la diminuzione degli alunni per classe, il potenziamento delle strutture sanitarie territoriali, lo sviluppo di un efficace tracciamento, l'effettiva aerazione dei posti di lavoro e dei luoghi al chiuso, la sperimentazione dei sistemi di cura domiciliari precoci delle persone infette dal Covid-19. E così… in autunno la strage ha ripreso a falciare.

5) Nello stesso periodo in altri paesi capitalistici (la Cina, il Giappone, il Vietnam, la Corea del Sud), l’esperienza maturata con le epidemie da covid di vent’anni fa (quelle che il piano pandemico italiano ha trascurato), il saggio rispetto da parte dell’intera popolazione di alcune misure di igiene e profilassi (tra cui l’uso coscienzioso della mascherina) e in alcuni casi (Vietnam) l’esistenza di un’assistenza sanitaria di base hanno ridotto drasticamente il numero dei contagi e dei decessi. Con 125 milioni di persone (il doppio dell’Italia) il Giappone ha registrato 10 mila decessi da Covid-19. Con un miliardo e 400 milioni di persone la Cina ha registrato un numero di decessi non superiore a quello del Giappone. Con oltre 90 milioni di persone il Vietnam ha registrato meno di 100 decessi! In Corea del Sud, 50 milioni di abitanti, neanche 2000 decessi in un anno... E tutto questo senza l’intervento dei vaccini!

Dall’altro lato, negli Stati Uniti ci sono stati 570 mila decessi su 320 milioni di persone! L’Italia è a 130mila!

Come mai i tanto informati media dell’Occidente non fanno servizi sulla politica di contenimento dell’epidemia dei quattro paesi asiatici citati? E poi: dice qualcosa il fatto che i paesi emergenti diretti da politiche simili a quelle dei governi occidentali, il Brasile di Bolsonaro e l’India di Modi, sono anch’essi falcidiati dall’epidemia?

6) Quando i governi italiani di Conte e poi di Draghi si sono resi conto che il loro “rischio calcolato” stava mettendo in pericolo la macchina produttiva (leggi: di sfruttamento) da cui la classe borghese trae i suoi profitti, allora hanno puntato sul rimedio capitalisticamente più conveniente: il vaccino. Capitalisticamente più conveniente perché esso cerca di tamponare l'emergenza lasciando inalterate le cause prossime e remote che hanno favorito la diffusione della malattia, che sono legate, oltre all’“impreparazione” e ai “ritardi”, a fattori strutturali che minavano la salute dei lavoratori sin da prima del Covid-19: l’aria inquinata delle grandi città, le malattie circolatorie e l’obesità, il modo in cui la macchina capitalistica organizza la produzione agricola e il sistema dei trasporti, ecc.

7) Sta così succedendo con il Covid ciò che succede con altre malattie tipiche della società capitalistica. Prendiamo i dolori articolari accusati da tanti lavoratori a causa degli sforzi da loro sostenuti nei posti di lavoro e di un riposo insufficiente. Come vengono curati? Cambiando le condizioni di vita e di lavoro che ne sono all’origine? No: spingendo a prendere anti-dolorifici, per silenziare il sintomo e continuare a sopportare la vita, inumana, di sempre! Con grande gioia delle multinazionali del farmaco e dei governi che le sostengono. E con pesanti “reazioni avverse”, come dice la strage causata negli Stati Uniti dal consumo continuo di anti-dolorifici: 68 mila decessi nel solo 2018!

Il trattamento sanitario riservato dal capitalismo ai lavoratori è simile a quello (altrettanto inumano) applicato negli allevamenti intensivi degli animali (tra l’altro una delle concause dell’avvelenamento ambientale che ha favorito il Covid-19): li si riempie periodicamente di antibiotici e di altri medicamenti per evitare che si ammalino e per farli ingrassare, stipati in gabbie e recinti, in onore del dio profitto. La scorsa settimana il capo della Pfizer ha ripetuto che l’inoculazione agli esseri umani del vaccino anti-covid Pfizer-BionTech andrà ripetuta ogni anno...

 

Tutto ciò mostra a sufficienza che Draghi non è arrivato per sanare i guai compiuti dai governi precedenti.

Il suo governo e le forze del capitale internazionale che gli hanno tirato la volata sono in realtà i veri, nascosti, responsabili dell’epidemia. Draghi è stato per anni un dirigente della Goldman Sachs e poi della Bce, due delle istituzioni finanziarie che hanno dettato ai governi occidentali le politiche all’origine anche dei “ritardi” e della “impreparazione” riconosciuti oggi pure da Draghi, come fa il coccodrillo, quali concause dell’epidemia.

Questo governo ha invece l’incarico di applicare la ricetta capitalisticamente più conveniente per mettere la sordina al problema sanitario che si è manifestato con l’epidemia e, contemporaneamente, di far leva sull’emergenza sanitaria per accelerare la ristrutturazione digitale di fabbriche e uffici (la cosiddetta transizione ecologica) finalizzata a rinsaldare lo sfruttamento sui lavoratori.

L’assenza di mobilitazione e di discussione tra i lavoratori è stata una delle cause che ha permesso che il governo, le istituzioni locali, i grandi poteri capitalistici internazionali portassero avanti questa criminale politica. Ciò ha contribuito a creare in Europa una situazione così disastrosa da essere usata strumentalmente anche per legittimare l’utilizzo di massa (con compiacimento delle Big Pharma) di vaccini poco testati, di cui mal si conoscono i potenziali effetti, a breve e a lungo termine.

Per questo è vitale che anche solo una minoranza di proletari trovi la forza per spezzare questo “virus” terribile della passività politica e della fiducia verso le ricette del governo dei “migliori” (per i capitalisti!); è vitale cercare nella mobilitazione di classe l’unico strumento per tutelare in questa emergenza la condizione economico-sanitaria dei lavoratori italiani e dei lavoratori immigrati e per imporre le stesse (minimali) misure di protezione promesse (a parole) dal governo (come ad esempio quella di ridurre le classi-pollaio nelle scuole e di potenziare la medicina di base), che altrimenti rimarranno sulla carta; questa mobilitazione è inoltre l’unico mezzo per costringere il governo e le grandi imprese a mettere a disposizione, sul piano farmacologico, i migliori ritrovati che la medicina e le tecniche oggi esistenti siano in grado di preparare, a far cadere (in tutto il mondo) i diritti di proprietà delle Big Pharma sulla fabbricazione e sull’uso di questi ritrovati e a monitorarne attentamente gli effetti.

 

 

         28 aprile 2021

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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