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Caso Haider

PROTESTA EBRAICA O SIONISTA?

Un fatto "accessorio" su cui merita soffermarsi nell’esaminare la vicenda è la questione del ruolo in essa giocato dallo stato d’Israele (attenti: non diciamo "dagli ebrei"!).

Per l’occasione è stata opportunamente rispolverato in tutte le salse l’Olocausto. Nazista Haider e, poco ci mancava, nazisti Antonione ed Illy. Ritiro di ambasciatori, carte bollate, grandi campagne di stampa, Auschwitz e Risiera di nuovo su questi schermi persino alla trasmissione Circus per impostare la discussione sul terreno fasullo dell’antisemitismo e via dicendo. Un’operazione propagandistica ed assai profittevole già cominciata dapprima verso la Svizzera e la Germania (rivendicazione di rimborsi a parte) e che prosegue oggi contro l’Austria ed il suo hinterland, Friuli-Venezia Giulia compreso, e che evidentemente non ha nulla a che fare con l’antisemitismo vero ed una vera reazione ad esso, che ci troverebbe ovviamente compartecipi. Canaglie del calibro di un Cohen o di una Albright dovrebbero spiegarci come mai, ad esempio, salve qualche lamentela di facciata, nessuno si sia mosso contro la Croazia di Tudjman ad onta che quest’ultimo avesse scritto un libro per smentire il genocidio degli ebrei, nessuno gli abbia chiesto rimborsi per le vittime ebraiche vere del regime di Pavelic a lui tanto caro, e tutti invece lo abbiano armato ed addestrato per genocidi autentici, della Jugoslavia come paese e dei serbi delle Krajne come persone per non parlare dei crimini perpetrati in prima persona da questi campioni di "ebraismo" (noi diciamo: di imperialismo assassino secondo il Decalogo del dollaro).

Diciamolo francamente: lo sfruttamento dell’Olocausto -al pari della riduzione della tragedia della seconda guerra mondiale allo sterminio degli ebrei- ci fa alquanto schifo. Ci fa doppiamente schifo il suo uso ad altalena, a seconda di convenienze che nulla hanno a che fare con la memoria di esso. Ed altrettanto ci disgusta l’operazione di enfatizzazione ed isolamento di un "problema ebraico", più o meno reale, rispetto a questioni che sono di natura generale, che riguardano semmai tutti, e da un punto di vista generale di classe. Perché questo va detto: i marxisti, che tra i loro padri fondatori hanno avuto miriadi di ebrei, hanno avuto e mirano a riavere tra le loro file un tipo particolare di ebreo. Quello che sente la "propria" causa legata a quella di tutti gli sfruttati e con essi combatte contro il capitalismo e le sue aberrazioni antisemite affondanti in radici di classe e non di astratta razza e con ciò sbarra definitivamente la via ad ogni antisemitismo come ad ogni altra forma di razzismo anti-nero, anti-islamico, anti-slavo, ma e soprattutto, perché di questo si tratta, anticomunista. L’ebreo che, di fronte ad Haider, per restare all’esempio attuale, fa parte a sé, rimette in mostra i propri Auschwitz per dimenticare gli Auschwitz altrui, soprattutto quelli in corso d’opera; l’ebreo che sente, magari con legittima preoccupazione, di dover stare attento ad Haider, ma si affida per questo alle Albright è semplicemente un sionista circonciso col dollaro che, tra l’altro, inevitabilmente fomenta antisemitismo. Il popolo ebraico ha certamente pagato un prezzo altissimo nel corso della seconda guerra mondiale, ma, in primo luogo, lo ha pagato come popolo "basso", abbandonato a sé stesso dalle alte gerarchie borghesi ebraiche che oggi ne sfruttano la memoria e lo ha pagato, in secondo luogo, grazie anche all’indifferenza ed all’ostilità a farsi carico del problema da parte delle democrazie imperialiste che lo hanno scientemente sacrificato chiudendo le loro porte all’immigrazione ebraica. Questo non lo diciamo noi, ma tonnellate di documenti di fonte ebraica opportunamente congelati. E l’unico tentativo glorioso da parte del proletariato ebraico di far fronte al nazismo sul terreno di classe, internazionalista -la Comune di Varsavia- è stato prima schiacciato da nazisti, Occidente e Stalin concordi, poi passato nell’opportuno dimenticatoio perché non si abbia neppure il sentore che possa esistere un proletariato ebraico che lotti fianco a fianco con quello internazionale per i suoi interessi di classe.

Attenti: Tel Aviv ha richiamato dall’Austria il suo ambasciatore, ma gli ambasciatori della sua politica e della sua finanza restano in questo paese, e dovunque, a svolgere la loro opera sotto la copertura di comodo dell’ebraismo. È possibile pensare che questo non porti alla lunga a delle spiacevoli conseguenze, non diciamo per i gangli, assai mobili, della finanza ed i suoi papaveri, ma per una popolazione ebraica che non si rivelasse capace di scendere in campo dal lato degli sfruttati e degli oppressi. Marx, Trotzkij, Luxemburg… Questi sono stati i veri antisemiti perché veri nemici del capitale "ebraico", perché veri comunisti. Altri ce ne aspettiamo che rompano col ghetto sionista.

Verità da Israele

Il quotidiano israeliano Ma’ariv ha pubblicato il 30.1 in prima un articolo sul caso Haider dai contenuti piuttosto insoliti per Israele. Ne riproduciamo ampi stralci perché vi si ammettono senza veli alcune semplici verità sulla politica dello stato d’Israele.

"Lo stato d’Israele ha intessuto stretti rapporti con i peggiori regimi che l’umanità abbia conosciuto dopo gli orrori della seconda guerra mondiale. Indirettamente, e qualche volta direttamente, ha appoggiato regimi totalitari che hanno perpetrato gravi crimini contro l’umanità come l’apartheid, il razzismo e perfino il genocidio.

Jorg Haider è un ragazzino al confronto dei criminali che abbiamo appoggiato e che appoggiamo in nome dei nostri interessi.

Non è che noi non dobbiamo far nulla contro Haider, ma rivela una certa dose di ipocrisia che dobbiamo essere proprio noi a saltare in testa a questa campagna contro di lui.

La questione ebraica nell’affare Haider è di minor entità poiché il leader del Fpo non ha mai rilasciato dichiarazioni anti-semitiche, ha avuto talvolta apprezzamenti per il Terzo Reich, ma poi se ne è scusato. Haider è un nazionalista radicale di destra, uno sciovinista che si batte contro le minoranze e gli immigrati extracomunitari in Austria, ma con tipi di questo genere di solito riusciamo ad andare d’accordo."

Così conclude l’articolo: "Dovremmo prima cominciare a far pulizia in casa nostra: proprio nella settimana in cui abbiamo scatenato una tempesta contro Haider i militari israeliani hanno scacciato dozzine di famiglie palestinesi che da oltre un secolo vivono nelle grotte di Hebron, per render libera questa zona a esercitazioni militari".

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