USA
La potenza nord-americana accresce senza apparenti ostacoli il suo diretto dominio finanziario, politico e militare su una parte crescente del globo, riuscendo a scaricare altrove gli effetti più pesanti delle sempre più dirompenti contraddizioni dellintero sistema capitalistico. Eppure ciò non produce al loro interno un effetto di stabilizzazione sociale e politica; gli Usa non riescono a rendersi impermeabili alle conseguenze di quelle contraddizioni.
Si riapre il conflitto di classe (e non ci stanchiamo di ripeterlo ai ciechi e sordi di qui), con un sindacato che cerca di riconquistare iscritti e un ruolo di difesa dei lavoratori, anche a costo di dare la stura a conflitti veri, come quello alla Ups. Il movimento dei neri continua a dare segni della sua nuova vitalità, chiamando al protagonismo anche la sua parte femminile, riprendendo dalla base inevitabile da cui ogni suo slancio deve partire: quello della riconquista della sua identità razziale (e non ci stanchiamo di dimostrarlo contro chi, per puro interesse razziale e di classe, fa il possibile per leggervi arretratezza, integralismo, sessismo, ecc.). Si fanno frequenti anche i tentativi di marcare una presenza politica organizzata da parte degli altri immigrati, di origine latino-americana, asiatica, e, persino, dellest europeo (e cerchiamo di documentarlo con i pochi dati che la "democratica" informazione fa circolare).
A sua modo anche la mobilitazione dei Promise Keepers segnala lesplodere di un problema "nuovo" che rimanda a sua volta allinsieme dei problemi del sistema: la ristrutturazione economica continua riduce i redditi, precarizza il lavoro, impone una mobilità crescente, precipita i maschi bianchi in una incertezza che fa vacillare la loro stessa identità di padre, di capo-famiglia, di protezione e guida dei propri figli.
La coesione sociale e politica che, pur con momentanee esplosive difficoltà, aveva contraddistinto questo paese, sembra essere minata dallazione di spinte divaricanti.
In certa misura è inevitabile che, rimettendosi in moto lintero corpo sociale, si sconvolgano gli assetti della precedente coesione. Per i neri americani, anzi, la separatezza culturale, politica, organizzativa costituisce, storicamente, un "prima" necessario a qualunque ricerca di unità (e la marcia di Filadelfia, di nuovo, lo riconferma).
Il capitalismo, anche nel cuore della metropoli, non può più sostenere la vecchia
coesione, alla quale, anzi, esso stesso prosciuga il collante, peggiorando la condizione
economica e sociale di tutte le componenti, a favore di un pugno sempre più ristretto di
individui e di istituzioni.
E il sistema stesso a distruggere la coesione che aveva creato, una nuova coesione
può essere ricostruita solo distruggendo il sistema.
Il proletariato (non solo americano, ma mondiale) è lunico soggetto che può fornire un quadro di nuova e diversa unità in grado di risolvere dalla radice tutte le contraddizioni, prospettando e praticando la lotta per distruggere lintero sistema e rivoluzionare dalle fondamenta tutti i rapporti sociali.
La sua prolungata assenza dalla scena in quanto classe dotata del proprio autonomo programma anticapitalista, può lasciare, però, terreno al rischio di deriva di ogni altra spinta di lotta verso la chiusura nella propria asfittica specificità e, persino, verso la ricerca di soluzioni in ambiti geo-politici sempre più ridotti.