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CONTRO LA CROCIATA ANTI-ARABA E ANTI-ISLAMICA

Contro l'embargo ONU all'Iraq
Algeria: le democrazie perdono il pelo ma non il vizio.

"Golpe bianco" e messa fuorilegge del Refah in Turchia, nuove sanzioni-ONU contro l’Iraq, rafforzamento dell’Armada con cui gli Usa tengono sotto tiro il Medio Oriente, attacco al regime algerino da parte dei suoi padrini europei per metterlo ancor più sotto il proprio diktat, rilancio delle guerre contro i popoli palestinese e curdo, manovre militari congiunte Israele-Turchia...

La crociata imperialista contro il mondo arabo e islamico incalza e s’incrudisce. Non risparmia nessun mezzo: finanziario, commerciale, diplomatico, militare, ideologico. Lo scopo è quello di sempre: avere a propria disposizione le risorse naturali ed umane dell’area, schiacciare la resistenza della masse lavoratrici che la abitano, utilizzarla come base per l’altra crociata in preparazione, quella contro la Cina. Per raggiungere l’uno e l’altro obiettivo, l’Occidente deve procedere a nuove devastazioni (anche nucleari), direttamente o per interposto macellaio, deve estendere il "modello Iraq" all’immenso territorio che va dal Marocco all’Indonesia.

Il proletariato occidentale è sollecitato a sostenere questa aggressione. Gli viene detto che sarebbe anche suo interesse difendere la civiltà bianca contro la barbarie delle masse arabe e islamiche. È una trappola. Se esso vi cadesse, non farebbe che stringere la catena dell’oppressione anche intorno al proprio collo. Si lascerebbe precipitare in un abisso senza fine.

La vera barbarie è quella del capitalismo imperialista. Essa non potrà essere spazzata via senza la "barbara" ribellione antimperialista delle masse lavoratrici e povere arabo-islamiche. Come comunisti siamo incondizionatamente dalla loro parte: dalla parte dei "barbari", contro l’affamatrice civiltà bianca!

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