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Situazione politica italiana

Il ritorno di Craxi

E’ bastata una semplice intervista a Vespa perché Craxi potesse gettare sul piatto alcune semplici e sacrosante verità, di cui gli rendiamo volentieri atto:

  1. In ogni buon paese capitalistico che si rispetti la politica rappresenta un’operazione a servizio della società (leggi: del capitale) e, come ogni servizio, costa. Parecchio? Briciole rispetto ai servizi resi (al capitale). L’anomalia italiana consisteva nella somma ipocrisia di occultare i costi di questo servizio esibendo in avanscena dei conti fittizi e, dietro ad essa, ricorrendo al finanziamento cosiddetto illegale. Chi ne usufruiva? Tutti i partiti, in misura e secondo canali diversi, non solo nazionali, a misura che tutti stavano a servizio del capitale;
  2. La "moralizzazione del sistema", non potendo prescindere dal farsi carico di tali costi, si sarebbe potuta dare solo legalizzando, rendendole esplicite, le forme di finanziamento borghese, come Craxi aveva a suo tempo sostenuto (ricordiamo un Avanti! della domenica ad illustrazione-campione del sistema legalmente codificato di finanziamento USA). A ciò si opponeva solo l’infinita ipocrisia del nostro sistema politico, incapace di declinare le proprie generalità, ed in particolare alla sinistra, cui stava molto bene far credere che i propri proventi essenziali derivassero dal tesseramento e dalle salsicce vendute ai festival della stampa data l’"immaturità democratica" del proprio seguito di massa. Oggi lo stesso Cossutta (uno che se intende, e da vecchia data!) convalida Craxi "confessando" quel che tutte le persone di normale buon senso sapevano: anche noi eravamo illegalmente finanziati!;
  3. La "rivoluzione" di Mani Pulite è stata un’operazione surrettizia di cancellazione del "vecchio quadro (non del vecchio sistema, n.) politico" ed a promozione di una pretesa "seconda repubblica" rinnovata più ancora della prima, se possibile, legata agli imperativi del capitale. In essa i finanziamenti, palesi ed occulti, sono aumentati anziché diminuire a dimostrazione che la politica, gira e rigira, costa sempre e costa due volte quando la si voglia far apparire pulita, neutra ed... immateriale, nel senso che chi sta sotto, tutto preso dalla droga dell’"onestà", della "trasparenza", neppure riesce a sentire quel che, grazie a ciò, gli si sta infilando nel didietro.

Una quarta verità, detta ancora a mezza voce, è che dietro il "giustizialismo" di Mani Pulite e dell’uso fattone dalle forze "nuove" e "pulite" secondo-repubblicane, agiva ed agisce una manovra di centri imperialistici esterni, a cominciare dagli USA, cui conveniva e conviene un’Italia politicamente (oltreché economicamente) sbalestrata, incapace di alzar troppo la voce nel consesso internazionale (come il Craxi di Sigonella o il tessitore medio-orientale Andreotti: i due, mafiosamente, accennano alla cosa, ma non denunziano esplicitamente, usando la questione come arma di ricatto quasi personale in assenza di un retroterra su cui appoggiarsi per usarlo come mezzo di rilancio nazional-imperialistico).

Riconosciuto a Craxi di aver detto il vero rispetto a quanto sopra, resta ai comunisti veri non di assolverlo, ma più che mai di sognarlo à la lanterne. Non però per i grandi furti commessi in proprio, ma per il servizio reso, come politica (borghese) all’autentico Grande Furto in questione.

Copiamo da un foglio "cugino" (Comunismo n° 34, giugno ’83):

"Un "pizzo" tra i più elevati riguarda l’immobiliare Gerini che per un edificio dell’erario ha versato una tangente di 15 miliardi. Ora gli esperti del Ministero delle Finanze sanno, anzi fanno sapere, che l’evasione fiscale dei commercianti non è inferiore ai 150.000 miliardi, altri 150.000 riguardano l’evasione e l’esclusione di liberi professionisti ed imprese di varia dimensione che lo Stato si guarda bene dal recuperare, ulteriori 200.000 miliardi sono versati regolarmente dalle banche come interessi passivi... Complessivamente si tratta di 500.000 miliardi di "fondi intoccabili". Non basta: la CEE denunzia lo Stato italiano per l’indebito sostegno protezionistico a favore delle imprese nazionali per un importo che si aggira sui 100.000 miliardi... Farebbe solo ridere lo zelante impegno profuso da magistrati, politici e culturame vario nel dare la caccia e smascherare poche centinaia di Gerini, se non sapessimo che questo operare serve a distrarre le masse dal vero Grande Furto che non ha mai sosta in qualsiasi paese contro le masse proletarie e salariate e che si perpetua non nella distribuzione del plusvalore fra borghesi, ma direttamente all’origine, nella sfera della produzione..".

C’è qualche politico della "seconda repubblica" che osi alzare il ditino contro i "fondi intoccabili" di cui sopra e questo Grande Furto?
Nessuno, e per questo continuano ad essere profumatamente stipendiati per rendere (se possibile "onestamente", cioè al netto dei ricarichi ad uso personale) i loro servigi al capitale. Amici, la vera Hammameth sta qui, in casa nostra!

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