ELEZIONI, PROLETARIATO, COMUNISTI:

DALLE TESI DI ROMA (1922)
DEL PARTITO COMUNISTA D'ITALIA[*]

"31. Nella situazione storico-politica che corrisponde al potere democratico-borghese si verifica in generale una divisione del campo politico in due correnti o "blocchi", di destra e di sinistra, che si contendono la direzione dello Stato... Lo svolgimento di questa contesa non è indifferente al partito comunista, sia perché esso verte su punti che interessano le masse proletarie e ne richiamano l'attenzione, sia perché la sua soluzione con una vittoria della sinistra può realmente spianare la via alla rivoluzione proletaria.

Nell'esaminare il problema dell'opportunità tattica di coalizione con gli elementi politici di sinistra, e volendo evitare ogni apriorismo falsamente dottrinario o scioccamente sentimentale e puritano, si deve tener soprattutto presente che il partito comunista dispone di una iniziativa di movimenti nella misura in cui è capace di seguire con continuità il suo processo di organizzazione e di preparazione da cui trae quella influenza sulle masse che gli consente di chiamarle all'azione. Esso non può proporsi una tattica con un criterio occasionale e temporaneo, calcolando di potere eseguire in seguito, al momento in cui tale tattica apparisce superata, una brusca conversione e cambiamento di fronte mutando in nemici i suoi alleati di ieri. Se non si vogliono compromettere i legami con la massa ed il loro rafforzamento nel momento in cui sarà necessario che si manifestino, si dovrà dunque seguire nelle dichiarazioni e negli atteggiamenti pubblici ed ufficiali una continuità di metodo e di intenti strettamente coerente alla propaganda e alla preparazione ininterrotta per la lotta finale.

32. Compito essenziale del partito comunista per la preparazione ideologica e pratica del proletariato alla lotta rivoluzionaria per la dittatura è la critica spietata della sinistra borghese e di ogni programma che voglia trarre la soluzione dei problemi sociali dal quadro delle istituzioni democratiche parlamentari borghesi.

Il contenuto dei dissensi tra la destra e la sinistra borghese per la massima parte viene a commuovere il proletariato solo in virtù di falsificazioni ideologiche, che naturalmente non possono essere sventate attraverso una pura opera di critica teorica ma devono essere raggiunte e smascherate nella pratica e nel vivo della lotta.

In generale, le rivendicazioni politiche della sinistra, che nelle sue finalità non ha affatto quella di fare un passo innanzi per porre il piede su di uno scalino intermedio tra l'assetto economico e politico capitalistico e quello proletario, corrispondono a condizioni di miglior respiro e di più efficace difesa del capitalismo moderno tanto nel loro intrinseco valore tanto perché tendono a dare alle masse la illusione che le presenti istituzioni possano essere utilizzate per il loro processo di emancipazione...

33. L'avvento di un governo della sinistra borghese o anche di un governo socialdemocratico possono essere considerati come un avviamento alla lotta definitiva per la dittatura proletaria, ma non nel senso che la loro opera creerebbe utili premesse di ordine economico e politico, e mai più per la speranza che concerebbero al proletariato maggiore libertà di organizzazione, di preparazione, di azione rivoluzionaria. Il partito comunista sa e ha il dovere di proclamare, in forza di ragioni critiche e di una sanguinosa esperienza, che questi governi non rispetterebbero la libertà di movimento del proletariato che fino al momento in cui questo li ravvisasse e li difendesse come propri rappresentanti, mentre dinanzi ad un assalto delle masse contro la macchina dello stato democratico risponderebbe con la più feroce reazione.

E' quindi in un senso ben diverso che l'avvento di questi governi può essere utile: in quanto cioè la loro opera permetterà al proletariato di dedurre dai fatti la reale esperienza che solo la instaurazione della sua dittatura dà luogo ad una reale sconfitta del capitalismo.

E' evidente che la utilizzazione di una simile esperienza avverrà in modo efficace solo nella misura in cui il partito comunista avrà preventivamente denunziato tale fallimento e avrà conservata una salda organizzazione indipendente attorno a cui il proletariato potrà raggrupparsi allorquando sarà costretto ad abbandonare i gruppi e i partiti che avrà in parte sostenuto nel loro esperimento di governo.

34. Non solo dunque una coalizione del partito comunista con partiti della sinistra borghese e della socialdemocrazia danneggerebbe la preparazione rivoluzionaria e renderebbe difficile la utilizzazione di un esperimento di governo di sinistra, ma anche praticamente essa in massima ritarderebbe la vittoria del blocco di sinistra su quello di destra.

Questi si contendono il seguito del centro borghese, il quale si sposta verso sinistra per effetto della giusta convinzione che la sinistra non è meno antirivoluzionaria e conservatrice della destra, e propone delle concessioni in gran parte apparenti e in piccola parte effettive per frenare l'incalzante movimento rivoluzionario contro le stesse istituzioni accettate dalla destra come dalla sinistra. Quindi la presenza del partito comunista nella coalizione di sinistra le toglierebbe più seguito, soprattutto sul terreno della lotta elettorale e parlamentare, di quello che non le arrecherebbe col suo appoggio, e l'esperimento sarebbe probabilmente ritardato anziché accelerato da una simile politica.

35. D'altra parte il partito comunista non trascurerà il fatto innegabile che i postulati su cui il blocco di sinistra impernia la sua agitazione attirano l'interesse delle masse e, nella loro formulazione, spesso corrispondono alle reali loro esigenze.

Il partito comunista non sosterrà la tesi superficiale del rifiuto di tali concessioni perché solo la finale e totale conquista rivoluzionaria meriti i sacrifici del proletariato... Il partito comunista inviterà dunque i lavoratori ad accettare le concessioni della sinistra come una esperienza, sull'esito della quale esso porrà bene in chiaro colla sua propaganda tutte le sue previsioni pessimistiche, e la necessità che il proletariato, per non uscire rovinato da questa ipotesi, non metta come posta del giuoco la sua indipendenza di organizzazione e di influenza politica. Il partito comunista solleciterà le masse ad esigere dai partiti della socialdemocrazia, che garantiscono della possibilità di realizzazione delle promesse della sinistra borghese, il mantenimento dei loro impegni, e colla sua critica indipendente ed ininterrotta si preparerà a raccogliere i frutti del risultato negativo di tali esperienze dimostrando come tutta la borghesia sia in effetti schierata su di un fronte unico contro il proletariato rivoluzionario, e quei partiti che si dicono operai, ma sostengono la coalizione con parte di essa, non sono che i suoi complici ed i suoi agenti.

36. Le rivendicazioni affacciate dai partiti di sinistra e specie dai socialdemocratici sono spesso di tal natura che è utile sollecitare il proletariato a muoversi direttamente per conseguirle; in quanto se la lotta fosse ingaggiata risulterebbe subito la insufficienza dei mezzi coi quali i socialdemocratici si propongono di arrivare a un programma di benefizi per il proletariato.

Il partito comunista agiterà allora, sottolineandoli e precisandoli, quegli stessi postulati, come bandiera di lotta di tutto il proletariato, spingendo questo avanti per forzare i partiti che ne parlano solo per opportunismo a ingaggiarsi e impegnarsi sulla via della conquista di essi.

Sia che si tratti di richieste economiche, sia anche che esse rivestano carattere politico, il partito comunista le proporrà come obiettivi di una coalizione degli organismi sindacali, evitando la costituzione di comitati dirigenti di lotta e di agitazione nei quali tra gli altri partiti politici sia rappresentato e impegnato quello comunista; e ciò sempre allo scopo di conservare l'attenzione delle masse sullo specifico programma comunista e la propria libertà di movimenti per la scelta del momento in cui si dovrà allargare la piattaforma di azione scavalcando gli altri partiti dimostratisi impotenti e abbandonati dalla massa.

Il fronte unico sindacale così inteso offre la possibilità di azioni di insieme di tutta la classe lavoratrice dalle quali non potrà che uscire vittorioso il metodo comunista, il solo suscettibile di dare un contenuto al movimento unitario del proletariato, e libero da ogni corresponsabilità con l'opera dei partiti che esibiscono per opportunismo e con intenti controrivoluzionari il loro appoggio verbale alla causa del proletariato."

* Il testo completo delle Tesi di Roma è disponibile sul sito