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Uno stupendo esempio di combattività e voglia di riscatto contro loppressione del proprio popolo: di ciò stanno dando prova in questi giorni gli sfruttati palestinesi -uomini e donne di tutte le età compresi i bambini-, affrontando con magnifico spirito di sacrificio lesercito armato fino ai denti dello stato israeliano. Uno stato che il democratico Occidente ha impiantato, e continua a sostenere, nel cuore del Medio Oriente a garanzia del proprio dominio neo-coloniale sul petrolio dellarea. "La pace è in pericolo" strombazzano preoccupati i media occidentali. Già, ma quale "pace"? Quella con cui i governi americano ed europei (italiano incluso) vogliono costringere i palestinesi a vivere ammassati in bantunstan-ghetti "autonomi", nelloppressione e nella miseria, o profughi alla mercé di tutti nei campi libanesi, o dispersi nella diaspora.
Una "pace" avvelenata come quella riservata al popolo irakeno con un embargo targato ONU altrettanto, se non più, assassino della guerra di dieci anni fa. La "pace", insomma, che deve garantire ai padroni occidentali la rapina del petrolio e del lavoro di tutte le masse arabe: questo e non altro hanno in mente i potenti dellOccidente imperialista (ben serviti da governi "progressisti" con il codazzo di partiti di "sinistra"), anche quando fingono ipocritamente di versare qualche lacrima per le vittime palestinesi.
Ora, lo stato dIsraele (con il pieno appoggio degli USA e con quello ipocritamente titubante, ma non meno schierato, delle potenze europee) manda con gli eccidi di questi giorni un aperto monito terrorista alle masse palestinesi: o accettate questa "pace", oppure la guerra contro di voi sarà totale fino allo sterminio, anche con luso dei più potenti mezzi di distruzione di massa, compresi quelli atomici, di cui lavamposto imperialista in Medio Oriente è stato adeguatamente già rifornito.
Contro questo "ordine sancito dalla comunità internazionale" stanno, nei fatti, ribellandosi gli sfruttati palestinesi e arabi che non vogliono piegare la testa. Noi comunisti internazionalisti appoggiamo incondizionatamente la loro lotta e chiamiamo i lavoratori italiani e occidentali più coscienti a sostenerla nellunico modo efficace, schierandosi contro il "proprio" imperialismo che opprime -seppur in modo diverso- le classi lavoratrici di lì e di qui.
Al tempo stesso diciamo ai nostri fratelli di classe arabi e islamici: continuate la vostra lotta fino in fondo, non consegnatela ai governi e alle borghesie arabe che più e più volte lhanno tradita in cambio di miseri compromessi o di una "pace" ingannatrice (come quella ricercata da Arafat) coi padroni imperialisti e con lo stato dIsraele.
La soluzione del dramma in cui le popolazioni palestinesi versano non è nei "due popoli, due stati". Questa soluzione serve solo a tenere continuamente acceso il conflitto facendolo apparire come guerra tra popoli e tra religioni. Su questo, non a caso, soffiano insistentemente lo stato israeliano e i suoi tutori imperialisti, e anche le dirigenze degli stati arabi, che nel compromesso con limperialismo, ai danni delle masse lavoratrici, cercano la tutela per conservare il loro potere. La soluzione è, invece, nella trasformazione della guerra tra popoli in guerra sociale, nellunità tra le masse sfruttate arabe e quelle ebree contro limperialismo. Le prime sono vittime delloppressione e della rapina, le seconde sono la carne da macello che limperialismo impiega per conservare il suo dominio e difendere i suoi affari. In cambio di questo ruolo limperialismo concede al proletariato ebreo dei miseri privilegi, ma nessun privilegio può compensare la partecipazione alloppressione di un altro popolo a vantaggio di quelli che sono anche i propri sfruttatori.
Solo insieme, proletari arabi ed ebrei, si potrà cacciare dal Medio Oriente la dominazione imperialista, ripulirlo da tutte le dirigenze arabe corrotte, e liberarlo dallo stato dIsraele, bastione locale dell imperialismo, e dagli stati arabi che con limperialismo sono compromessi.
Proletari palestinesi e arabi, organizzatevi e riunificate le vostre forze sulla base di un programma di liberazione sociale degli oppressi di tutta larea -compresa la parte sfruttata della popolazione ebraica- per abbattere la dominazione imperialista in Medio Oriente, per conquistare il potere a Soviet dei lavoratori arabi ed ebrei, per abbattere con la battaglia per il socialismo questo putrido sistema mondiale di oppressione e sfruttamento.
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