CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELLA LOTTA DI CLASSE

Di nuovo arresti e persecuzioni giudiziarie. Questa volta ad essere incarcerati sono stati alcune decine di giovani che, durante le manifestazioni di Genova contro il Vertice dei G/8, avevano provato a difendersi dal brutale e pianificato massacro a cui furono sottoposti dalla furia di Carabinieri e Polizia.

Nel contempo, in tutte le città d’Italia, le Procure della Repubblica stanno emettendo, in continuazione, provvedimenti giudiziari a carico di chi si organizza e lotta contro le misure economiche e sociali varate, in questi ultimi mesi, dal governo del Cavaliere.

Sotto tiro di giudici e poliziotti sono: le manifestazioni dei lavoratori licenziati dalle ditte di pulizia, il rifiuto dei ferrovieri di accettare i decreti di precettazione governativi contro il sacrosanto diritto di sciopero, le mobilitazioni degli operai contro le ristrutturazioni ed i licenziamenti di massa in atto in numerosi comparti industriali, i cortei dei disoccupati organizzati e le attività di denuncia politica e di mobilitazione del movimento no-global.

UNA REPRESSIONE A TUTTO CAMPO CHE TENDE AD INTIMIDIRE UN MOVIMENTO GENERALE DI LOTTA PER BLOCCARNE L’ULTERIORE ALLARGAMENTO ALLA INTERA MASSA DEI LAVORATORI E DEL PROLETARIATO.

Lavoratori, giovani, compagni,

la cosiddetta "guerra preventiva" di Bush e dell’intera cupola dell’occidente capitalistico esige, per potersi meglio imporre, di una "intimidazione e repressione continua" verso l’insieme dei movimenti di lotta e di opposizione sociale.

Le annunciate aggressioni all’Irak ed agli altri "stati canaglia" (ossia a quei paesi e popoli ribelli che non accettano supinamente di chinare la testa alla vampiresca rapina delle proprie risorse naturali ed al super-sfruttamento della propria forza-lavoro) hanno bisogno di un proletariato occidentale piegato, rassegnato e non disposto a lottare.

Del resto la repressione, con le manganellate e con le pallottole, a Napoli come a Genova, nei confronti del movimento no-global e la campagna di accuse di "complicità con il terrorismo" lanciata da Berlusconi contro chi è sceso in piazza in difesa del posto di lavoro, dell’Articolo 18 e contro la legge razzista "Bossi-Fini" sono state le prime mosse per stroncare ogni mobilitazione e protesta che potesse turbare l’operato del padronato e del governo.

È proprio la crescente opposizione alla guerra, la ripresa delle lotte proletarie ed il crescente consenso verso le tematiche agitate dal movimento no-global che la repressione si prefigge di colpire.

Tutto ciò, però, non sta sortendo l’effetto che costoro intendevano OTTENEre.

La imponente manifestazione di Firenze contro la guerra, le lotte degli operai FIAT al Nord come al Sud e la forte risposta di massa, in tutto il paese, alle varie provocazioni giudiziarie stanno dimostrando che il movimento di lotta è tutt’altro che scomparso e non si lascia intimorire.

E’ questa la strada migliore da perseguire per rintuzzare, colpo su colpo, l’iniziativa criminalizzante degli apparati repressivi dello stato.

Continuiamo, dunque, le iniziative di organizzazione e di lotta nei posti di lavoro, nelle scuole e nei quartieri. Denunciamo il vero significato di queste sporche operazioni repressive verso la più ampia massa dei lavoratori, delle donne, dei giovani, dei proletari immigrati. Rafforziamo la battaglia comune al sistema globale di sfruttamento generalizzato – il capitalismo – che qui, nel "ricco Occidente", estende precarietà, incertezza ed attacca diritti, salario ed occupazione mentre, nei paesi del Sud del mondo, affama, bombarda ed immiserisce con le sue guerre d’aggressione e con le sue ipocrite "paci".


Organizzazione Comunista Internazionalista