L’intimidazione di magistratura e polizia ai compagni dell’Askatasuna è un attacco a tutto il movimento di classe.I provvedimenti repressivi contro i compagni del centro sociale Askatasuna di Torino rappresentano un attacco gravissimo rivolto non solo a questi compagni, ma a tutto il movimento di classe. Un attacco che ci chiama, chiama chi è in vario modo impegnato a opporsi alla marea montante dall’offensiva dei poteri forti capitalistici, a contrastarlo. Si colpisce l’Askatasuna per il suo ruolo di opposizione nelle iniziative di lotta contro gli effetti della globalizzazione capitalistica sui proletari di qui come sui popoli oggetto delle aggressioni neocoloniali, per la presenza e il richiamo su di una fascia giovanile stanca di subire passiva la devastazione sistematica della propria vita, per la ricerca di un rapporto con quei settori di proletariato immigrato che anche a Torino si sono attivizzati scendendo in piazza per la Palestina. Ma questa intimidazione ha per obiettivo tutto il movimento. Colpendone una parte (e cercando di isolarla), il potere mira a colpire le ragioni profonde di quanto si è espresso nella mobilitazione di Genova, fino al riaprirsi qui dello scontro sociale nelle piazze, nei posti di lavoro, nelle scuole, alle mobilitazioni contro l’aggressione imperialista all’Afghanistan, al sostegno della lotta del popolo palestinese. Mira a colpire la mobilitazione sull’articolo 18 come sul resto dei provvedimenti anti-sociali e anti-immigrati varati da un governo che senza mezzi termini ha accusato di "terrorismo" la massa di lavoratori che si è riaffacciata sulle piazze. Mira in sostanza a intimidire questa massa per impedire la radicalizzazione della lotta contro il governo. Di fronte a un’offensiva capitalistica che anche qui, nel "ricco e democratico" Occidente, inizia a svelare alla gente che vive del proprio lavoro la sostanza profondamente oppressiva di una società rivestita di forme ipocritamente accattivanti- i signori del profitto e i loro funzionari statali, in borghese o in divisa, preparano col "pretesto" di turno il terreno per un più ampio giro di vite, per una campagna ancora più reazionaria di "legge e ordine". Tutto ciò è in linea, del resto, con l’impegno profuso dal governo Berlusconi come dal precedente di centro-sinistra a Genova e a Napoli contro i no-global (che è poi l’altra faccia delle bombe "umanitarie" che i governi occidentali sganciano nei quattro angoli del globo contro i popoli ribelli all’ordine imperialista). Per questo chiamiamo i compagni e le compagne, tutti i lavoratori, i giovani, gli immigrati a respingere questa ennesima intimidazione, a contrastarla non come qualcosa che tocca altri, ma come un atto che riguarda da vicino chi non ha interessi da spartire con i signori della finanza e delle multinazionali e con i loro mostruosi apparati di guerra interni ed esterni. Organizzazione Comunista Internazionalista |