Uno scambio di messaggi tra i nostri compagni di Mirafiori e gli operai della Daewoo

Fiat-Daewoo: stesso nemico, stessa lotta


Pubblichiamo in questa pagina uno scambio intercorso tra i nostri compagni di Mirafiori e il comitato di lotta della Daewoo, seguito a un nostro messaggio di solidarietà alla loro lotta.

L’ultimo atto di essa ha avuto inizio nel febbraio scorso, quando l’azienda ha varato un pesantissimo piano di ristrutturazione (tagli salariali, licenziamenti, questi ultimi concentrati nello stabilimento di Pupyong) come richiesto dalla GM-Fiat prima di procedere all’acquisizione del gruppo coreano.

Immediatamente i lavoratori hanno occupato lo stabilimento di Pungyong. Violentissima l’azione della polizia per sgomberarlo. Nuovi scontri si sono verificati nei giorni seguenti, quando i lavoratori, con il sostegno della popolazione, si sono presentati davanti ai cancelli della fabbrica.

Da allora l’iniziativa di lotta è andata avanti e si sta allargando in uno scontro a tutto campo tra la classe lavoratrice coreana da un lato e l’azienda e il governo dall’altro. Al momento in cui scriviamo (inizi di giugno) è in fase di preparazione uno sciopero generale per la metà del mese.

Nello stesso tempo i lavoratori della Daewoo hanno cercato di tessere legami di solidarietà e di lotta a livello internazionale. Significativa l’azione di solidarietà messa in campo dal sindacato dei metalmeccanici di Sidney e l’incontro previsto per il 4 giugno con i rappresentanti del Sindacato dell’Automobile degli Stati Uniti da parte di una delegazione degli operai della Daewoo in lotta.

La nostra organizzazione è impegnata nel sostegno di questa battaglia e nella tessitura, a partire da essa, di legami organizzativi di lotta tra i lavoratori della Corea (e dell’Asia) e i lavoratori dell’Italia e dell’Occidente. O ci si difende insieme, oppure la GM-Fiat e l’intero potere imperialistico riuscirà a mettere ancor più in concorrenza i lavoratori dell’una e dell’altra area del mondo. La costruzione di questo fronte di lotta internazionale richiede che si colleghi l’azione in campo sindacale con quella in campo politico, ad esempio con lo sviluppo di un’opposizione nel proletariato di Occidente alle manovre (economiche, diplomatiche, militari) con cui le centrali dell’imperialismo stanno tentando di accerchiare e aggredire ancor più a fondo i paesi del Sud Est asiatico e la Cina.

I messaggi pubblicati sono espressione di questo nostro lavoro. Che un nucleo di operai comunisti (o di avanguardie operaie in generale), sia pur oggi ultraminoritario, si rivolga ai lavoratori in lotta di un’altra fabbrica in un’altra nazione denunciando la politica della "propria" azienda nei loro confronti, intervenendo su ciò tra i compagni di lavoro per una concreta solidarietà di classe, è un segnale che lanciamo ben oltre la Fiat. È un piccolo esempio, una proposta di azione organizzata che sottoponiamo a quelle avanguardie che iniziano a sentire la necessità di opporre all’attacco globalizzato del capitale e delle sue istituzioni un argine proletario altrettanto mondializzato.


Agli operai coreani

                                               
Siamo un gruppo di operai e delegati eletti dai lavoratori che lavorano alla Fiat Mirafiori Meccanica di Torino in Italia. La nostra fabbrica, così come tutta la motoristica Fiat, è stata scorporata dal resto del gruppo ed è entrata a far parte di una società chiamata F.A. Powertrain con capitale Fiat e GM. Abbiamo saputo della lotta che state conducendo alla Daewoo di Pupyong e vogliamo esprimervi la nostra solidarietà incondizionata.

Fiat e GM affidano al vostro governo il compito di svolgere quei processi di ristrutturazione che ritengono precondizione essenziale per l’acquisto di Daewoo, proseguendo quella politica di rapina e di aggressione che le istituzioni internazionali vanno conducendo contro i popoli e le masse lavoratrici asiatiche e del mondo intero. Noi, come lavoratori e militanti di un’organizzazione che si chiama Organizzazione Comunista Internazionalista, con la nostra stampa e la nostra azione, pur consapevoli dei limiti attuali delle nostre forze, lavoriamo perché qui in Occidente i lavoratori separino le proprie sorti dalle politiche di aggressione dei propri governi e delle proprie borghesie e riprendano a difendersi dall’aumento dello sfruttamento che essi stessi subiscono. È per noi un’identica lotta, da condurre in fraterna unità con le masse lavoratrici asiatiche e del mondo intero, e qui in Occidente a partire anche dai lavoratori immigrati.

Gli operai Fiat facciano qualcosa 
per gli operai della Daewoo, è importante!

Grazie davvero per il vostro messaggio di solidarietà. Lo trasmetterò non solo ai lavoratori della Daewoo, ma ai lavoratori coreani che stanno lottando insieme agli operai della Daewoo contro il governo così come contro la General Motors.

Vorrei sapere quanto il vostro gruppo sia interno alle fabbriche della Fiat, anch’essa interessata in consorzio con la GM a rilevare la Daewoo.

Stiamo facendo dei primi passi per contattare i lavoratori GM negli Stati Uniti e sarebbe quindi importante politicamente se gli operai della Fiat facessero qualcosa per i lavoratori coreani. Ancora non so bene qual’è il modo migliore per mostrare la forza collettiva dei lavoratori al governo coreano e alla GM.

In ogni caso vi manderemo notizie della nostra lotta per tenervi al corrente.
Grazie per la solidarietà,

Joohee Kim, segretario del dipartimento internazionale della Federazione dei Metalmeccanici Coreani KMWF-KCTU. 20 aprile 2001

Seguiamo con estrema attenzione insieme alle vostre lotte l’esigenza, che a noi sembra farsi strada in tutta l’area, di un blocco anti-occidentale, di cui è parte il processo di riunificazione della Corea. Dietro a ciò, in un percorso che è ai suoi inizi e riguardo al quale ci piacerebbe poter dialogare con voi, noi vediamo non solo un’intesa tra stati ma, a partire da tale esigenza, la messa in movimento delle popolazioni lavoratrici asiatiche. In questo noi vediamo la possibilità di una battaglia che vada oltre l’obiettivo di conquistarsi un’autonomia in senso capitalistico dall’imperialismo, e che può diventare riscatto sociale e politico, di classe oltre che di nazione, nella misura in cui, contemporaneamente, ciò comporta la lotta contro il proprio governo e la propria borghesia. Non una politica di stati e governi nazionali può garantire voi e i popoli dell’area (l’esempio Daewoo è significativo per evidenziare la compromissione della borghesia coreana -non solo del management Daewoo, ma del governo in quanto rappresentante della classe dominante- con gli interessi dell’imperialismo), bensì voi e gli altri lavoratori asiatici potete garantirvi una reale difesa dall’imperialismo attraverso il vostro protagonismo e la vostra organizzazione.

Da tempo ci sforziamo di dare il massimo risalto possibile alle vostre lotte, così come a tutte le cause e conseguenze della "crisi asiatica" qui e lì, perché il compito che ci prefiggiamo è quello di ritessere un filo, un legame tra proletari d’Oriente e d’Occidente. Voi molto ci aiutate in questo con la vostra volontà e capacità di lotta, ma molto lavoro va fatto qui da noi per raccogliere le potenzialità che voi e noi possiamo e dobbiamo mettere in campo. Rinnovandovi la nostra incondizionata solidarietà, noi continueremo tale lavoro tra il proletariato occidentale, per rispondere insieme alle politiche che un capitalismo sempre più globalizzato impone ai lavoratori del Nord, del Sud, d’Oriente e d’Occidente e alle masse oppresse dall’imperialismo.


Contro la Gm-Fiat, contro l’imperialismo!

Abbiamo ricevuto la vostra risposta al nostro messaggio di solidarietà ed è per noi importante sapere che verrà diffuso tra i lavoratori della Daewoo. (...)

Alla Fiat siamo presenti nello stabilimento delle Meccaniche di Mirafiori (Torino) come operai e delegati dei lavoratori eletti nelle liste del sindacato Fiom-Cgil. (...) Anche i lavoratori Fiat devono fare i conti con la globalizzazione: lo spostamento di produzioni in Brasile Turchia Polonia India Russia Argentina, l’accordo con la Gm, la vicenda Daewoo impongono che lo sguardo e l’iniziativa si proiettino oltre i confini aziendali e nazionali. Legati a ciò sono i profondi processi di ristrutturazione (...). Stabilimento per stabilimento vengono imposte condizioni peggiorative che sono poi generalizzate all’insieme dei lavoratori del gruppo. (...)

Combatteremo fino alla vittoria

Cari amici, grazie per la vostra lotta di solidarietà. In questi giorni stiamo preparando il Primo Maggio. Naturalmente la lotta alla Daewoo va avanti...

Il presidente coreano Kim Dae-Jung recentemente si è detto dispiaciuto per il comportamento violento della polizia contro i lavoratori della Daewoo. Ma io penso che dovrebbe scusarsi e non semplicemente dirsi dispiaciuto. Troppi lavoratori sono stati feriti dalla polizia.

Questi qui di seguito sono solo gli operai feriti gravemente:
Jun B.K.: naso e alcune costole rotte, potrebbe perdere la vista;
Hong S.P.: due costole rotte, un polmone danneggiato;
Kim R.K.: gamba rotta, colpito sul viso da un manganello;
Jung S.S.: difficoltà respiratorie e nel parlare;
Choi H.C.: costola rotta, sette ferite al ginocchio;
Jung K.C.: entrambe le mani spezzate dai manganelli;
Lee T.S.: paralizzato dalla vita in giù;
Ryu S.H.: paralisi cerebrale;
Jung S.T.: ferito alla schiena;
Lee S.Y.: sette ferite sul capo, braccio destro rotto;
Park B.J.: rotte le falangi della mano destra;
Lee H.S.: costola rotta;
Jung S.Y.: dieci ferite sul capo e sulle gambe;
Kim C.S.: paralizzato sotto la vita.

Il popolo coreano è furioso, il presidente deve scusarsi subito... Ma il suo nuovo annuncio che vieta ogni manifestazione fa arrabbiare ancora di più la gente. Così, se la Confederazione Sindacale Coreana (KCTU) farà una manifestazione, per il governo ciò sarà illegale. È una politica strana da parte del governo che sta facendo arrabbiare i lavoratori...

Comunque sia, penso che la lotta del Primo Maggio sarà molto violenta. Dobbiamo stare attenti e avere molta fortuna.
Ma combatteremo fino alla vittoria. Vi terremo informati in continuazione.
Grazie ancora per la vostra solidarietà. Ciò renderà felici i lavoratori coreani.

P. A., membro del Comitato di lotta unitario Daewoo

Attualmente siamo impegnati nel rinnovo del contratto aziendale e nazionale. Di fronte al ricatto dell’azienda (aumenti salariali legati all’andamento dei mercati, flessibilità, ecc.) in nome della competitività, purtroppo la reazione operaia fatica a superare un orizzonte ristretto. La politica dei sindacati non lavora per una lotta unitaria dei vari stabilimenti nè collega la vertenza al contemporaneo attacco occupazionale che Fiat-Gm iniziano a portare, tanto meno alle lotte operaie nel gruppo GM e nel mondo. Da un lato il sindacato inizia a dover fare i conti con i costi che la globalizzazione impone, dall’altro vi risponde con una strategia (illusoria e dannosa per i lavoratori) di tutela del "lavoro italiano" nel quadro di accettazione delle esigenze di competitività delle imprese e dell’economia nazionale sul mercato mondiale, credendo possibile opporre una presunta "diversità" italiana ed europea al modello "americano".

Ma la mobilitazione operaia, per quanto indebolita da questa politica dei sindacati che sta portando alla disorganizzazione e divisione dei lavoratori, c’è stata. (Segue l’elenco degli scioperi e delle iniziative di lotta dei lavoratori degli stabilimenti GM-Fiat in Italia, e lo sciopero di 40mila lavoratori del gruppo in Europa del 25 gennaio scorso).

Questi primi passi vanno consolidati e ciò è possibile se i lavoratori impareranno, nella lotta, a distinguere i propri interessi da quelli della borghesia (innanzi tutto dalla borghesia imperialista dei paesi occidentali) vedendo negli altri operai non dei concorrenti ma degli alleati, e in prospettiva sapranno organizzare un partito a scala internazionale per portare avanti una propria politica autonoma di classe.

Noi pensiamo che per fronteggiare la politica neoliberista del vostro governo sia necessario proseguire la vostra mobilitazione indirizzandola anche contro le centrali imperialiste occidentali (Fmi e governi, non solo quello Usa) che stanno dietro la manomissione dell’economia coreana e asiatica. Per questo è fondamentale lavorare per l’unificazione delle masse lavoratrici coreane, rompendo la divisione imperialista imposta al vostro paese, e di tutta l’Asia. Sarà possibile farlo con un’azione indipendente di classe che non rinunci alla propria autonoma organizzazione, ai propri obiettivi di lotta all’imperialismo e alla borghesia e di riunificazione del proletariato e delle masse asiatiche con i lavoratori occidentali, anche di fronte a un governo meno prono dell’attuale agli interessi occidentali.

Da parte dei lavoratori occidentali sarà fondamentale sostenere incondizionatamente questo percorso che già avete intrapreso, e lottare contro i padroni e i governi di casa propria.

Ci piacerebbe sapere quali iniziative avete in cantiere per poterle renderle note qui e lavorare a legami concreti. Daremo il massimo risalto alla vostra risposta. Certi di vostre notizie vi inviamo un fraterno e caloroso saluto di solidarietà internazionale.


L’indirizzo della Kmwf-Kctu è: kmwf@netsgo.com