Se le battone offrono a pagamento un "equo servizio" al "consumatore", i porno-giornalisti (cioè la quasi totalità della categoria) il loro vero "servizio" lo prestano ai padroni del vapore ed il prezzo lo fanno pagare al lettore in cambio di dosi massicce di rincoglionimento. Quale dei due mestieri è più sconcio?
Qualche esempio recente.
Sui serbi sembrava già detto tutto, ma niente paura! Ecco la "veridica vicenda" (come recitavano i cantastorie girovaghi di un tempo) della suora violentata e resa madre (di un presumibile mostro) da parte degli aggressori serbi. Su Sette, prima di andare a dirigere Cuore, Sabelli Fioretti ha esternato tutto lo sconvolgimento che la cosa ha prodotto su di lui. Non ci risulta abbia esternato alcunché allorché è stato reso noto che si trattava di un falso fabbricato da un prete sessuomane croato. La Berlinguer, al TG3, ha dato notizia del falso, ma ha subito aggiunto rassicurante: poco importa, perché la realtà supera spesso la fantasia (cosa verissima, se parliamo della categoria dei giornalisti). Non valeva lo stesso per i trecento presunti neonati prelevati dalle incubatrici kuwaitiane dagli iracheni?
Sempre Sette ha di recente ripescato in Inghilterra, dove vivrebbe in protetto esilio, quel bosniaco internato dai serbi che, per la sua eccezionale magrezza, ci è stato propinato alla TV in tutte le salse, evitando opportunemente uno straccio di panoramica sui suoi meno scheletrici compagni di prigionia e soprattutto senza mai riuscirci a dare un'immagine purchessia dei lager croati o mussulmani, dove non ci risulta si stia all'ingrasso. Costui ne racconta delle belle, divertenti persino: i serbi concedevano ai prigionieri tre minuti di tempo soltanto per il pasto (pane, quando c'era, ed acqua sporca), ma si divertivano a cospargere il pavimento di grasso per veder ruzzolare i malcapitati ed impedir loro di mettersi a tavola. Roba da Cuore.
Ma non solo le storielle sono, in questo caso, inverosimili: ad un anche minimo esame fisionomico, è inverosimile anche l'identità del personaggio (anche se la foto del lager è volutamente appannata, si nota, ad esempio, un tipo di orecchi del tutto diverso: il prigioniero presenta i lobi ben staccati, l'esule li ha completamente attaccati al volto; ma può darsi che glieli abbiano cuciti i serbi...).
Da ultimo, L'Indipendente, del "giornalaio" Funari, ci dà conto della morte di alcuni bambini a Bihac, mentre vi infuriava la battaglia tra opposte fazioni musulmane, ad opera... dei serbi della Krajna croata appostati (lo dice l'articolista stesso) a 18 km. di distanza. Evidentemente, i serbi non mancano di precisione di tiro!
Apriti cielo poi se si tratta di parlare di Cuba! Un radicale insulta Minà su L'Indipendente del 18 agosto per aver parlato del tema non in termini di comunismo, ma di semplice, umanitario buon senso. Cuba rigurgita di prigionieri politici. La stessa Amnesty International parla di 500 elementi (non ci stupirebbe se ce ne fossero di più e non ci scandalizzerebbe affatto!), ma per il radicale innominabile, membro del Comitato italiano per i diritti umani a Cuba (centro mondiale primo della loro violazione), questa cifra è falsa perché vanno conteggiati tra essi tutti i detenuti per "turbamenti dell'ordine sociale". Bene. Così sappiamo finalmente che Riina e De Lorenzo sono "prigionieri politici". Ci daremo da fare per costituire un comitato a loro difesa (pare che Pannella ci abbia già pensato, però...).
Il 23, sempre sullo stesso marciapiedi, rincara la dose Valter Vecellio (altro radicale che ci sembra di ricordare per le sue frequentazioni "realsocialiste" craxiane), che ci racconta di poveri preti cubani in galera che si beccano pistolettate ai piedi da parte dei carcerieri ed a cui vengono poi tagliate le gambe per non perdere inutilmente tempo nella cura delle ferite (ma anche un'amputazione fatta bene ci consta richiedere del tempo!).
Inoltre, prendendo stavolta dal Corriere della sera, ci riferisce di "ragazzi cubani che volontariamente si iniettavano sangue infetto di Aids preferendo vivere pochi mesi "decenti" in ospedale piuttosto che un'intera vita di stenti e di miseria". Quando si dice de gustibus...
Non bastasse, la presunta figlia di Fidel, Alina, -21 agosto-, è chiamata ad offrire l'ultimo tocco di colore: "Agli agenti dei servizi (cubani) sarebbero stati affidati dei virus nocivi, prodotti in laboratorio dalle Forze armate del regime castrista, proprio per diffondere malattie epidemiche negli USA".
Chi, di fronte a simili porcherie, mostra di non accorgersi della loro falsità o, comunque, del loro uso strumentale per coprire ben altre vergogne di fondo, non è semplicemente un "manipolato". E' uno che vuole farsi manipolare. Chi è, invece, provvisto di un minimo di sano istinto di classe avverte l'odore del letamaio prima di doverne ricevere secchiate in faccia e se ne tiene alla larga.
In attesa di farci annegar dentro i suoi produttori.