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Sommario del n. 64 del che fare

 

  • Le elezioni in Iraq e l'accordo in Palestina aprono altri capitoli della "guerra infinita" dell'imperialismo (pp. 2-3).

    Dalla resistenza irachena
    : "Ai popoli del mondo" (p. 3)

    Dalla desistenza italiana (p. 3)

     

  • La classe lavoratrice degli Stati Uniti non è irregimentata dietro la politica di Bush (pp. 4-5).

    Elezioni Usa (p. 4)
    Nei due discorsi di insediamento Bush si è rivolto ai lavoratori degli Stati Uniti e ai popoli del Medio Oriente e di tutta l'Asia. Agli uni ha promesso un miglioramento della loro condizione grazie al taglio del peso della macchina statale sulle attività imprenditoriali. Agli altri la democrazia, secondo il copione jugoslavo, ucraino o iracheno, dipende...
    I contenuti reali dell'agenda di Bush annunciano invece un nuovo affondo nell'attacco che da trent'anni il capitalismo statunitense e mondiale porta avanti contro i lavoratori, negli Usa e nel mondo intero, e contro i popoli dei continenti di colore.
    Al centro di questo affondo, l'intensificazione e l'allungamento del tempo di lavoro dei proletari, la continuazione verso Oriente della "guerra infinita", la militarizzazione della società statunitense e dell'intero Occidente
    .

    Il faro della democrazia mondiale (p. 4)

    Dal movimento sindacale degli Usa (p. 5)

    Schede di documentazione sugli Stati Uniti non presenti sul giornale:

    La "ripresa economica" negli Usa

    Il sistema sanitario e il sistema previdenziale negli Stati Uniti e il programma del Bush 2

    I meccanismi istituzionali che scoraggiano i lavoratori a recarsi alle urne

         Un marine racconta

  • Dossier sul proletariato cinese (pp. 6-10)
    Dov'è realmente, qual è la sua storia reale, su quale terreno determinato può avvenire e sta avvenendo la sua ripresa di organizzazione su basi autonome dalle istanze del capitalismo globalizzato e dalle altre classi della società cinese.
    Per l'unità tra i lavoratori della Cina e i lavoratori dell'Occidente!


    Il proletariato della Cina: un giovane gigante (p. 6)

    Il "compromesso maoista" e quello denghista (p. 7)

    Le lotte del proletariato, oggi (p. 8)

    Compagni a Zhengzhou (p. 8)

    Una lunga storia di rivolte e rivoluzioni (p. 9)

    Basta veleni! Unità tra i lavoratori della Cina e noi! (p. 10)

     

  • Maremoto nell'Oceano Indiano: un disastro naturale? (p. 11)
    Sono bastate poche settimane e la catastrofe del 26 dicembre è quasi scomparsa dall'informazione rivolta al "grande pubblico". Nonostante ciò pensiamo sia importante riflettere su quanto accaduto, sulle reali responsabilità che stanno dietro al disastro, sulla natura e sulle effettive finalità degli interventi "umanitari" e su come, a nostro avviso, i lavoratori possono e devono iniziare ad interpretare e ad intervenire in simili situazioni.

     

  • Dossier sulla "crisi italiana": Dove va l'Italia? (pp. 12-21)
     

  • Non c'è una via d'uscita dalla "crisi italiana" che vada bene sia per i padroni che per i lavoratori (pp.12-13).
    Salari dal potere d'acquisto ridimensionato. Contratti di lavoro all'insegna della precarietà. Ritmi ed orari di lavoro che colonizzano l'intera esistenza sociale. Da tempo la vita per gli operai e i lavoratori sta peggiorando, alla faccia del miracolo italiano, che il "presidente-operaio" installato a palazzo Chigi ha messo a segno per sé e per i suoi affaristi.
    Negli ultimi tempi una minaccia ancor più grave ha fatto la sua decisa apparizione. Il rischio di un tracollo dell'industria italiana. Esso viene vissuto in prima persona dagli operai della Fiat, della Thyssen, della De Longhi. Riguarda, però, tutti i lavoratori.
    È ancora una volta sui sacrifici dei lavoratori che puntano le due ricette in campo per il rilancio dell'Italia: quella di Berlusconi e quella della Confindustria di Montezemolo. I dirigenti sindacali e del centro-sinistra simpatizzano, anzi fanno il tifo, per quest'ultimo, ma il suo appello alla rinascita dell'Italia non promette niente di buono per i lavoratori.

    La democrazia in azione
    (p. 13)

    Le politiche dettate dai mercati si possono fermare! (p. 14)

    Sul congresso del Partito della Rifondazione Comunista: I giochi sono finiti... Tiriamo le somme (p. 15).

    Fiat: l'unico rilancio su cui i lavoratori possono contare è quello della propria organizzazione! (p. 16)
    Sono passati poco più di due anni dall'"accordo di programma" tra Fiat e governo Berlusconi. Secondo le dichiarazioni del management aziendale, del governo e di parte del sindacato, quell'intesa avrebbe dovuto costituire la base per il rilancio dell'industria automobilistica italiana e garantire i posti di lavoro.
    Non è stato così. L'accordo ha portato con sé una serie di nuove misure anti-operaie. Allo stesso tempo, le prospettive occupazionali in Fiat si sono fatte sempre più allarmanti. E tali restano anche dopo il divorzio da G-M.
    Come possono e devono reagire i lavoratori?

    Dopo il varo della piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto metalmeccanici: Il prezzo della ritrovata unità sindacale (p. 17)

    Le iniziative di lotta dei lavoratori immigrati dell'autunno 2004 (pp. 18-19)
    Gli ultimi mesi del 2004 hanno visto segnali di ripresa del movimento di lotta degli immigrati. Proviamo ad analizzarne le caratteristiche e la portata  per tentare di tracciare insieme i passi da compiere per rafforzare l'organizzazione e la mobilitazione di questo importante settore del proletariato. In queste brevi note diamo per "scontato" come le difficoltà del movimento dei lavoratori italiani e il suo drammatico ritardo nell'assumere come proprie le esigenze e le rivendicazioni degli immigrati, esercitino un peso tutt'altro che positivo sul percorso di lotta e di organizzazione di questi ultimi.

    L'imperialismo italiano torna in Libia e utilizza la ex-colonia come un enorme CPT (p. 18).

    L'Italia, un paese in decadenza anche sul piano sociale (p. 20)
    Negli ultimi tempi la cronaca nera ci ha riservato episodi che hanno colpito e fatto discutere. Essi fanno emergere un vero e proprio imbarbarimento delle relazioni sociali. Anche questo può e deve diventare per i proletari un terreno di iniziativa politica.

    Dai
    Manoscritti economico-filosofici di Marx: Perché l'essere umano è estraneo agli altri e a sé stesso (p. 20)
    Per comprendere a fondo perché oggi l'essere umano viva sempre di più una situazione alienata ed estraniata nei riguardi sia delle cose che lo circondano che di sé stesso bisogna prima di tutto capire da dove nasce questa condizione nella società capitalista.
    In questo ci aiuta molto uno scritto del giovane Marx (i
    Manoscritti economico-filosofici del 1844) nel quale si fa vedere come tutto riconduca al modo in cui nella società capitalistica viene organizzato e svolto il lavoro umano. All'alienazione del lavoro salariato.
    Riportiamo alcuni passi (tratti dall'ed. Einaudi, Torino, 1968 dei
    Manoscritti), consigliando ovviamente la lettura completa e approfondita di questo mirabile testo.

    Nella lotta di Melfi, il sapore di una vera socialità (p. 21)

    "Nelle case italiane più cani e gatti che bambini" (p. 21)
    Riprendiamo il titolo e la notizia da la Repubblica del 22 dicembre:
    "Nelle case italiane ci sono 14,5 milioni di gatti e di cani contro 8,7 milioni di bambini da zero a quindici anni". Costo del mantenimento dei cani e dei gatti domestici: 4,751 miliardi di euro!

    La nostra solidarietà a Paolo Dorigo, detenuto nel carcere di Spoleto
    (p. 21)

    Schede di documentazione non presenti sul giornale:
     

  • Sulla riforma costituzionale dell'Italia,

  • Una lettera di un lavoratore di un albergo

     

  • Ucraina: Jugoslavia, atto secondo (pp. 22-23)
    Gli ultimi due mesi dell'anno appena trascorso hanno visto maturare sui mezzi di comunicazione un singolare interesse per gli "eventi interni" avvenuti in Ucraina. I riflettori puntati su una nazione notoriamente lontana dalle cronache nostrane e percepita dai più come distante, sono il segno di come la "questione nazionale" ucraina non sia un argomento di carattere esclusivamente interno, per l'appunto nazionale, ma anzi si tratti di una "faccenda" pienamente inserita nei meccanismi del mondo globalizzato. La sua posizione strategica, tra l'Europa e la Russia, la ricchezza del territorio unitamente a condizioni di carattere politico ed economico, ne fanno una questione che attira l'attenzione e l'intervento di tutte le maggiori potenze capitalistiche mondiali, a cominciare, ovviamente, dagli Usa e dai paesi dell'Unione Europea.

    Il nazionalismo ucraino
    (p. 23)

    Le posizioni europee sulla questione ucraina (p. 23)

     

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