Testo di manifesto prodotto dalla sezione torinese dell'OCI nei giorni successivi al 21 luglio
Quanto è avvenuto a Genova riguarda anche te che non ceri: operaio, lavoratore che ti sobbarchi ogni giorno turni, fatica, rischi sul lavoro per arrivare a malapena a fine mese, giovane che vivi una vita di merda fatta di lavoretti e futuro precari e imbellettata con finti miraggi di "indipendenza" e successo, studente di una scuola insulsa e selettiva, donna che senti sul tuo corpo sempre più mercificato ed esposto in vetrina il marchio della subordinazione in casa, sul lavoro, nella vita sociale e politica- cui questa società ti condanna, immigrato che scacciato dalla tua terra rapinata dal "civile " Occidente subisci una seconda volta qui le delizie del razzismo, della discriminazione, del sovrasfruttamento. Riguarda noi tutti "gente comune" che vive del proprio lavoro, un lavoro che va ad arricchire un pugno sempre più ristretto di multinazionali, banche, stati, quel G-8 che col suo codazzo di parassiti, imbonitori e giullari si è asserragliato a Genova.
La "libera" stampa ha detto che le intimidazioni continue e gli attacchi della polizia ai cortei, le cariche, il ragazzo ucciso dai carabinieri, le perquisizioni e gli arresti, le torture in carcere, tutto questo sarebbe giustificato dalla violenza del Black Bloc da cui ci viene chiesto di prendere le distanze. Ma i veri violenti sono proprio i Grandi e i loro stati che sfruttano, rapinano, devastano le risorse della terra, uccidono torturano massacrano popoli interi, quanti cercano di resistere al rullo compressore dellimpero del denaro, sia con le armi come nei Balcani sia con gli embarghi di "pace" targati Onu come da dieci anni in Iraq. La vera violenza è quella di chi immola la salute di milioni di malati agli interessi delle multinazionali farmaceutiche o lalimentazione di tutti noi ai rischi di mucca pazza semplicemente per guadagnare sui costi, rovina i nostri figli col traffico plurimiliardario della droga o del sesso o della pedofilia, mercifica lintera nostra vita rendendoci macchine per produrre a basso costo e consumare merci sempre più avvelenate. La violenza è quella di un sistema che sta sacrificando al dio profitto gli interessi dellumanità lavoratrice.
Il G-8, la cupola degli stati imperialisti che domina il mondo, si è trovato di fronte un movimento di massa, di ogni età, nazione, provenienza politica e religiosa che ha manifestato contro le mille perversioni di questa società. E per stroncare sul nascere questo movimento di lotta "anti-globalizzazione" e le sue potenzialità che il governo Berlusconi è intervenuto violentemente (come già avevano fatto il democratico Clinton a Seattle o il governo di centro-sinistra a Napoli). Ed è per lanciare un messaggio intimidatorio anche a chi a Genova non cera, ma guarda con interesse a questa mobilitazione o comunque non può sfuggire alle conseguenze che la globalizzazione capitalistica ha su tutti gli aspetti della vita. Non si è trattato di una deviazione dalle regole democratiche: la democrazia imperialista è questo, è il pugno di ferro contro i ribelli alle esigenze del mercato, siano essi nel Sud del mondo o dentro le metropoli.
Come rispondere? Cè una sola via: estendere il movimento di lotta ai posti di lavoro, alle scuole, nei quartieri, ovunque si materializzano QUOTIDIANAMENTE le mille facce delloppressione causata dalla globalizzazione capitalistica; allargare la mobilitazione allinsieme dei lavoratori, chiedere la loro decisa scesa in campo; rispondere al bisogno di organizzazione di chiunque, come a Genova, non vuole continuare a subire; lottare contro le aggressioni da parte degli stati occidentali contro i popoli del Sud del mondo.
In una parola: contrapporre alla forza della democrazia imperialista la forza organizzata di tutti gli sfruttati e oppressi.
Per questo non cadiamo nella trappola di lasciarci dividere tra "buoni" e "cattivi", non culliamoci nellillusione di poter convincere i poteri forti a umanizzare un sistema portatore solo di miseria morale e materiale. Portiamo fino in fondo la lotta contro il capitalismo imperialista, la lotta per un futuro diverso rispetto a questo mondo di morte, la lotta per una vera comunità mondiale umana, quella del comunismo!