I ceceni, la Russia, l’Occidente e noi

 

I recenti sanguinosi avvenimenti di Mosca, che hanno avuto per protagonisti un commando ceceno e il governo Putin, interrogano, evidentemente, anche i proletari e i compagni di qui (e di tutto il mondo).

Da che parte stare? Dalla parte dei "partigiani" ceceni, come vorrebbe quel bel figuro di Pannella, appena reduce dalle forcaiole marce anti-islamiche (ed anti-operaie) dei radicali avvolto nella bandiera a stellestrisce? Dalla parte di Putin, come suggerisce quell’altra bella lana di Feltri, pensando (e leccandosi i baffi all’idea) che i fatti di Mosca vanno usati come lasciapassare per ogni simile azione in grande, alla scala mondiale, da parte degli USA e dell’imperialismo occidentale, a cominciare dal prossimo massacro ai danni del popolo iracheno? Dalla parte della "legalità internazionale" che impedirebbe l’uso di gas letali, come strepitano ipocritamente gli eredi legittimi del fascismo che in anteprima mondiale gasò le popolazioni etiopiche in lotta contro il colonialismo della "nostra" cara Italia, o i fans delle guerre all’uranio impoverito contro l’Iraq e la Jugoslavia? Giammai! Si tratta, per noi, di altrettanti modi di stare dalla parte dell’Occidente, degli interessi di rapina dell’Occidente che tanto hanno pesato nella recente ri-esplosione della "questione cecena".

Noi comunisti internazionalisti dell’OCI stiamo da tutt’altra parte: siamo per la riconquista della fratellanza tra il proletariato russo (e internazionale) e tutti i popoli caucasici, per la lotta unitaria contro l’imperialismo tra proletari russi e masse islamiche, e contro Putin (che come già ieri El’tzin e l’altro ieri Stalin, non fa che acuire invece i contrasti tra gli sfruttati russi e le genti caucasiche), contro un "indipendentismo" ceceno totalmente infeudato (al pari di quello kosovaro o montenegrino) agli interessi imperialisti, contro -innanzitutto- l’imperialismo gangster d’America e d’Europa che usa tutti i mezzi possibili di "pace" e di guerra per estendere il proprio dominio neo-coloniale in Asia, e per rovesciare contro lo stato russo, contro i proletari russi quel risveglio delle masse lavoratrici di tutta l’Asia caucasica e centrale, di tutto il mondo "islamico" che invece, oggettivamente, si rivolge proprio contro l’Occidente.

I Bush, i Berlusconi, i Blair, ma anche tutta la nomenklatura dell’Ulivo e della "sinistra", nessuno escluso, vorrebbero approfittare anche degli ultimi avvenimenti di Mosca per scagliarci contro le popolazioni arabo-islamiche (in nome della lotta ad Al Qeda e al "terrorismo") e per allontanarci ulteriormente dai lavoratori russi e slavi (in nome della denuncia della "atavica" barbarie, e "non-trasparenza", russa e slava). Nostro interesse di sfruttati è, invece, respingere al mittente simili fetidi inviti, e tessere infaticabilmente i fili dell’unità con le masse arabo-islamiche, con i proletari russi e slavi, con gli oppressi di tutto il mondo, contro il vero terrorismo, la vera crudeltà sanguinaria e l’infinita serie di oscure trame, che appartengono allo stato maggiore del capitalismo internazionale.

La nostra prospettiva rivoluzionaria sarà pure ardua da praticare (non però inedita, visto che fu praticata con successo per alcuni anni dalla rivoluzione di Ottobre e dal bolscevismo), ammettiamo che lo è, ma al di fuori di essa non c’è alcuna soluzione della "questione cecena", della "questione caucasica", della "questione islamica" o, più in generale, della questione dell’oppressione dei paesi e dei popoli dominati, e non ci sarà nessuna soluzione alle fatiche, alla precarietà, ai tormenti che sempre più affliggono anche gli ex-"garantiti" lavoratori delle metropoli bianche; c’è solo ed unicamente una catena infinita di inimicizie, di odii, di scontri, di massacri tra sfruttati di cui potranno approfittare a piene mani i pescecani delle Borse e delle multinazionali, gli assassini del Pentagono e degli stati maggiori europei, e assieme ad essi la vecchia e nuova borghesia moscovita, volta a volta loro degna alleata-avversaria o avversaria-alleata.

Sono i fatti, e non certo solo i fatti di questi giorni, a provarlo. "Fatti" (di decenni) che abbiamo per tempo antivisto ed analizzato in chiave marxista, internazionalista, come potranno constatare i più attenti tra i nostri lettori, per i quali riproduciamo il testo di due articoli pubblicati sui nn. 34 e 51 del "Che fare", ed ai quali chiediamo di inviarci ogni tipo di osservazioni e commenti.

CECENIA: INTERVENTO RUSSO ED INTERVENTO OCCIDENTALE (dal che fare 34)

QUALE LIBERTÀ PER LA CECENIA? (dal che fare 51)

 

Organizzazione Comunista Internazionalista