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25 giugno 2006

Questo testo è stato diffuso  il 20 giugno a Roma ad un presidio contro gli omicidi sul lavoro organizzato dalla Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro. 

 Appello ai lavoratori italiani


Sappiamo dalla stampa (televisione, radio e giornali) che ci sono morti sul lavoro quasi tutti giorni, ma i morti che produce lo sfruttamento non sono i soli. Oggi, giornata internazionale dei rifugiati politici, noi ci appelliamo a voi per combattere nella stessa lotta. Veniamo da diverse parti del mondo da dove siamo costretti a emigrare. È vero che i nostri stati ci perseguitano, ma i veri mandanti sono gli stati cosiddetti occidentali e del primo mondo. Dopo che ci hanno rapinato per lungo tempo e ci continuano a rapinare ancora, si mettono d'accordo con governi fantocci che fanno comodo a loro, come in Afganistan e in Iraq. I rifugiati politici non trovano qui in Italia quel paradiso che in occidente ci vogliono far credere e credere anche a voi. Siamo costretti a vivere una vita senza avere un lavoro o tante volte con un lavoro in nero come anche tanti altri immigrati, con problemi per la casa e la sanità, e quindi capiamo anche quando un italiano disoccupato se la prende con noi perché spinto dalla disperazione. Ma in questo caso non vinciamo nessuno dei due: vincono sempre di più i padroni che così abbassano la paga dei lavoratori. L'unico sistema per vincere è unirci nella stessa lotta contro i nostri sfruttatori, che a loro volta hanno interesse ad aizzare voi contro di noi immigrati. Lottiamo insieme per il permesso di soggiorno e il riconoscimento dell'asilo politico. I vostri morti sono la stessa carne da macello dei nostri che in tanti moriamo nei vostri mari ed anche noi sui posti di lavoro.

                    Associazione Arca, Uawa, Azad, Senza Confine

  25 giugno 2008

  ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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