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08.02.2008

Contro l'attentato alla moschea di via Quaranta a Milano

 

A tutta la comunità dei lavoratori immigrati di fede islamica va la nostra piena solidarietà contro l’attentato incendiario avvenuto nella notte tra sabato e domenica 3 febbraio alla moschea di via Quaranta a Milano.

Tale attentato è solo l’ultimo di una lunga serie di attentati, da quelli della scorsa primavera alla sedi milanesi dell'Islamic Relief e del Coreis a quelli contro le moschee di Segrate, Abbiategrasso e Brescia.

 

Il portavoce del Centro culturale islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, ha dichiarato: "Questi sono i risultati di una campagna razzista e anti-islamica e di odio nei nostri confronti che va avanti da anni".

È così! Ad armare le mani degli attentatori è stato questo clima di odio. Insieme alla politica razzista portata avanti dallo stato e dal governo italiani, dalle istituzioni locali (di centro-destra e di centro-sinistra), dai mass-media.

L’obbiettivo di tutto ciò è quello di dividere l’insieme delle comunità di immigrati, per nazionalità e religione, e di accendere, nello stesso tempo, un razzismo “popolare” per aizzare i proletari italiani contro gli immigrati con il fine di ottenere due risultati:

 

1.       indurre nella “opinione pubblica” l’accettazione della politica di aggressione e di guerra che i governi e gli stati occidentali stanno portando avanti contro i popoli del Sud e dell’Est del mondo;

 

2.      deviare il malcontento e la rabbia dei lavoratori italiani contro i fratelli di classe immigrati per il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro prodotto dalla subordinazione degli interessi dei lavoratori agli interessi delle aziende, alla loro ricerca spasmodica della competitività.

 

Denunciamo che la condizione di minorità sociale, giuridica, culturale, psicologica in cui si vuole tenere la massa dei lavoratori immigrati e in particolar modo i lavoratori immigrati di fede islamica va contro gli interessi di tutti i lavoratori, compresi quelli italiani. Giacché questa condizione consegna nelle mani del sistema delle imprese una forza-lavoro immigrata super-ricattabile, che inevitabilmente viene utilizzata per abbassare i diritti anche dei lavoratori più “garantiti”. Il razzismo istituzionale cerca di convertire tale conflitto tra capitale e lavoro in un conflitto tra lavoratori, tra popoli, tra religioni.

La via d’uscita contro il razzismo e l’islamofobia dilagante c’è!

Essa sta nel costruire i collegamenti, gli incontri, gli organismi capaci di far andare in porto la risposta di lotta comune, contro tali politiche, di tutti i lavoratori immigrati, nella prospettiva della mobilitazione di tutti i lavoratori, immigrati e italiani.

Il diretto protagonismo di lotta e di organizzazione dei lavoratori immigrati in difesa dei loro interessi renderà meno difficile ai lavoratori italiani vedere che essi non hanno nulla da temere dai lavoratori immigrati e scoprirli, al contrario, per quel che sono, fratelli di classe su cui contare per difendersi insieme contro le politiche che stanno cercando di mettere sotto schiaffo, pur in modo differente, gli uni e gli altri.

Che ci si organizzi e ci si batta insieme contro le sacre leggi del mercato da cui tali politiche provengono e contro la “razza” padrona capitalistica che le mette in opera!

Su questo percorso, in cui siamo impegnati, la nostra Organizzazione è incondizionatamente al “vostro” fianco.

 

08.02.2008

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