18 settembre 2019
Anche se si è svolto nel chiuso delle stanze del potere di Roma, il ribaltone politico che ha portato dal governo Conte-Di Maio-Salvini al governo Conte-Di Maio-Zingaretti non è un cambiamento di facciata. Si è passati da un governo sovranista a un governo europeista. Con quali conseguenze sulla vita e sulle condizioni di vita dei lavoratori, italiani e immigrati, e delle loro famiglie?
La promessa del governo Conte-2
Il governo Conte-2 (sostenuto dal partito democratico, dai 5-Stelle e da Liberi-e-Uguali) afferma che la sua azione intende promuovere uno sviluppo economico ambientalmente sostenibile vantaggioso per tutti gli strati sociali della società italiana, per i padroni, per chi campa profumatamente sullo sfruttamento del lavoro altrui e per chi, dall’altra parte, si guadagna da vivere solo con il proprio lavoro, spesso precario, faticoso e comunque sempre stressante.
Il governo Conte-2 dichiara che la sua promessa sarà realizzata grazie alla concertazione di una nuova politica economica con gli altri paesi dell’Unione Europea, nel segno di un nuovo europeismo, più attento alle “esigenze ambientali e sociali” dell’intero continente, anche dei paesi mediterranei. A rendere possibile questo nuovo corso sarebbero lo scorporo degli investimenti per l’innovazione tecnologica dal calcolo del deficit pubblico e l’imposizione di sanzioni economiche ai paesi che (come l’Ungheria di Orban) si rifiutano di partecipare alla “ripartizione dei migranti” che approdano in Italia o altrove. La nomina di un europeista convinto come Gualtieri nel ruolo di ministro dell’economia a Roma e quella di Gentiloni , un altro convinto europeista, nel ruolo di commissario all’economia a Bruxelles sarebbero la prova che questo “cambio di direzione” non rimarrà sulla carta. Sembrano avvalorarlo anche il programma lanciato dal nuovo presidente della commissione europea, la tedesca Ursula von der Leyen, e le dichiarazioni del presidente uscente (Draghi) e di quello entrante (Lagarde) della Bce.
Tutto bene, allora? Si sta finalmente aprendo una fase in cui la “crescita economica” si accompagnerà ad un reale rispetto per l’ambiente? Una fase che finalmente prospetta orizzonti meno cupi per chi vive del proprio sudore ed è quotidianamente costretto a tirare la cinghia?
Non è così! Ce ne possiamo rendere conto se riflettiamo sulle conseguenze effettive delle misure che il governo Conte-2 intende adottare e non ci lasciamo abbagliare dagli slogan dei suoi ministri.
Il prezzo (salato) di alcune (non scontate) concessioni
Certo, è possibile che questo governo riesca ad accantonare la mannaia dell’aumento dell’IVA e a mettere in campo misure (come il taglio del “cuneo” fiscale) che darebbero un immediato giovamento economico a varie fasce di lavoratori: si tratterà, però, della classica polpetta avvelenata. Simili misure, infatti, sono uno dei tasselli di una più generale e complessiva politica dipendente da una situazione internazionale sempre più tesa e minacciosa. È accaduto qualcosa del genere anche con il governo Conte-1.
Il sovranismo giallo-verde aveva elargito “quota cento” nell’ottica di una politica che puntava a far “saltare l’Europa”, a ricavare per il nostrano sistema capitalistico un ruolo da squallido gregario “di lusso” al servizio dell’imperialismo statunitense guidato da Trump e a spingere i lavoratori nelle criminali braccia di Washington e del Pentagono. Questo disegno di Salvini-Bannon-Trump è, per il momento, uscito dalla stanza dei bottoni soprattutto per l’intervento in extremis dei grandi poteri capitalistici europeisti (italiani ed europei), senza (purtroppo) che si facesse sentire in piazza la voce autonoma dei lavoratori.
La politica del Conte-2 mira a incatenare i proletari italiani all’altrettanto criminale carro europeista. I grandi finanzieri e i grandi industriali italiani, tedeschi, francesi, olandesi, spagnoli, ecc. che stanno dietro al governo Conte-2 e che hanno in pugno l’Ue sanno che ciascuno di essi, singolarmente, non può continuare a partecipare da protagonista, come accaduto finora, alla spartizione dei profitti estratti dallo sfruttamento del proletariato mondiale. Sanno che questa loro posizione privilegiata sul mercato mondiale è insidiata dalla politica aggressiva di Trump e delle aziende statunitensi e dall’ascesa della Cina, animata da imprese via via più moderne e competitive con gli standard occidentali. Sanno che le borghesie europee possono difendere la competitività delle loro imprese, i loro investimenti sugli altri continenti e le loro rendite di posizione storiche sono unendosi, solo ergendo di fronte agli Usa e alla Cina una potenza capitalistica europea unitaria. E sanno anche che questo non richiede solo l’unificazione monetaria, già avvenuta con la nascita dell’euro, ma anche l’unificazione fiscale, l’introduzione delle più avanzate tecnologie basate sul risparmio energetico sulla robotica e sull’intelligenza artificiale, la costruzione di un apparato militare unificato per essere pronti a difendere ove necessario, anche con la forza gli interessi capitalistici europei.
Le misure di “equità sociale” che il governo Conte-2 e la Ue intendono introdurre, servono a convincere i lavoratori d’Europa, europei ed immigrati, a sostenere attivamente questo programma europeista.
Oggi sul versante economico, concedendo piena disponibilità a sottomettersi ai ritmi, alla flessibilità, ai licenziamenti, alle condizioni snervanti di lavoro richiesti dalle nuove tecnologie “verdi e intelligenti” che stanno per essere introdotte nell’industria, a partire dalla ristrutturazione dell’industria meccanica sotto il paravento dell’auto elettrica e a guida autonoma.
Domani, quando gli interessi di rapina dei boss dell’Euro lo richiederanno, anche su quello militare, macellandosi sui campi di battaglia contro i proletari di altri paesi e di altri continenti.
Contro il sovranismo. Per un’opposizione proletaria e di classe al governo Conte-2
Qualche lavoratore, soprattutto tra coloro che hanno tirato un sospiro di sollievo dinnanzi all’estromissione della Lega dalla compagine governativa, potrebbe chiederci: “Ma la vostra critica radicale al governo Conte-2 e il vostro invito alla lotta contro di esso non rischia di favorire il ritorno di Salvini?”
No, assolutamente no. È vero proprio il contrario. Una battaglia politica contro il governo Conte-2 e la sua sponda a Bruxelles in nome dei reali interessi di classe dei lavoratori (di tutti i lavoratori, sia italiani che immigrati) costituirebbe il miglior antidoto contro una simile, e per nulla impossibile, eventualità. Solo una battaglia impostata su simili basi potrebbe, infatti, favorire una positiva erosione del notevole sostegno che la prospettiva salviniana continua ad avere tra ampi strati proletari e giovanili.
Per preparare il terreno a una tale politica è necessario che, anche partendo da minuscoli nuclei di giovani e lavoratori, non si chiudano gli occhi sulla reale natura anti-proletaria del governo Conte-2, non si rimanga passivi aspettandolo alla cosiddetta “prova dei fatti”, ma si denunci sin da ora l’obiettivo criminale a cui esso mira, al di là della sua effettiva capacità, stanti i contrasti tra le varie anime del governo, di durare nel tempo e di mettere a segno il suo goal. È ad esempio necessario che, pur rischiando di andare contro i sentimenti nutriti da molti lavoratori, si denunci subito e apertamente il fatto che questo governo ha dichiarato di essere deciso a mantenere (limandone solo gli aspetti più vistosi) il corpo centrale della normativa razzista varata dal precedente esecutivo con i “decreti sicurezza” votati compattamente anche dai Cinquestelle di Di Maio. Normativa che, peraltro, è già stata usata non solo contro i proletari immigrati, ma anche contro alcune mobilitazioni di lavoratori “italianissimi” scesi in lotta contro l’arroganza delle loro direzioni aziendali.
18 settembre 2019
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA