24 marzo 2019
Contro l’aggressione padronale ai lavoratori
dei magazzini Zara di Castel Giubileo
La notizia, tanto per cambiare, ha avuto pochissima eco sui mezzi di comunicazione. Ma ciò che è successo il 6 marzo a Castel Giubileo (alle porte di Roma) è molto grave per tutto il mondo del lavoro salariato.
Per circa dieci giorni i lavoratori del consorzio di cooperative Faro (che gestisce la logistica e i magazzini della multinazionale dell’abbigliamento Zara) sono stati in sciopero con presidio davanti ai cancelli dell’azienda per ottenere l’applicazione del contratto nazionale di categoria e il pagamento di quote di salario pregresso. Nulla di più di quanto, in teoria, dovrebbe spettare per diritto ad ogni lavoratore!
Ma evidentemente per le direzioni aziendali queste rivendicazioni e, soprattutto, la mobilitazione che ne è seguita, erano difficili da digerire. Così un responsabile del magazzino si è presentato all’improvviso davanti al presidio “accompagnato” da una quindicina di sgherri armati di manganelli, mazze e pistole elettriche “taser”. Nella colluttazione che ne è seguita, i lavoratori, colti di sorpresa, hanno avuto la peggio: tre di loro sono rimasti feriti con prognosi che arrivano a venti giorni.
Tutto ciò non è il frutto della “particolare scelleratezza” di un singolo capetto o di un singolo padrone. I fatti di Castel Giubileo sono parte di un più complessivo attacco padronale ai diritti ed alla capacità di organizzazione e resistenza collettiva dei lavoratori. Un attacco che mira a imporre ritmi e carichi lavorativi sempre più pesanti, a incatenare sempre più saldamente i proletari alle esigenze delle imprese e che ha la sua cabina di regia nel governo Conte-Salvini-Di Maio.
Prova ne sia il fatto che in questi mesi il governo giallo-verde ha varato una serie di misure che mirano a colpire le più classiche e storiche forme di lotta operaie. Col “decreto sicurezza”, ad esempio, è stato reintrodotto il reato di “blocco stradale” (con pene che possono giungere ad anni di reclusione) e recentemente, proprio in base a tale disposizione, sono stati denunciati vicino Modena nove operai della FRAMA (azienda di arredamenti) in lotta per la difesa del posto di lavoro.
Queste (poco conosciute) misure vanno perfettamente a braccetto con la politica razzista e anti-immigrati dell’attuale governo, il cui obiettivo è quello di dividere i lavoratori, contrapporli l’un contro l’altro e attaccare ogni “idea” di resistenza collettiva per indebolirli tutti (italiani o immigrati che essi siano). Provvedimenti come “quota 100” o il cosiddetto “reddito di cittadinanza” rappresentano lo zuccherino che (transitoriamente) si offre a una fetta di lavoratori per far ingoiare passivamente un boccone avvelenato all’intera classe lavoratrice e proletaria.
Denunciare fatti come quello di Castel Giubileo, discuterne tra lavoratori, esprimere concreta solidarietà agli operai aggrediti (come hanno fatto i loro colleghi di Rimini scioperando nei giorni immediatamente successivi all’aggressione) e mettere in risalto le responsabilità politiche del governo lega-stellato sono primi, ma necessari passi, per preparare il terreno all’organizzazione di un’efficace difesa collettiva contro gli attacchi padronali e governativi.
24 marzo 2019
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA