8 maggio 2019
Contro il razzismo di stato e delle destre.
Contro il governo Salvini - Di Maio e Conte
Per la lotta e l’organizzazione dei lavoratori immigrati.
Oggi a Brescia i lavoratori immigrati scendono in piazza contro la legge “Sicurezza” del governo Salvini-Di Maio e Conte, contro la sua politica razzista e contro il crescente clima d’odio razziale che da anni imperversa nell’intera società e che vede nell’attuale ministro degli Interni uno dei suoi più attivi sostenitori.
La manifestazione di oggi e le iniziative antirazziste, per quanto molecolari, che l’hanno preceduta (a Milano, Bologna, Roma, Napoli) sono di fondamentale importanza perchè questo clima e queste politiche mirano a:
· terrorizzare la massa dei lavoratori immigrati per costringerli a subire a capo chino le condizioni di super-sfruttamento a cui sono, spessissimo, sottoposti e su cui prosperano il padronato e la finanza italiani ed europei;
· indirizzare il malcontento dei lavoratori e dei giovani proletari italiani contro un falso bersaglio. Vogliono che chi è disoccupato o rischia di diventarlo, chi vive un’esistenza precaria fatta di stenti e fatiche, non scarichi la sua sacrosanta rabbia contro i veri responsabili di questa situazione (cioè le istituzioni statali e i boss dell’industria e della finanza che ne tirano i fili), ma se la prenda con l’immigrato, con chi è spinto nella condizione di super-ricattabilità proprio dalle politiche dei capitalisti e dei loro servitori alla guida delle istituzioni;
· costruire un clima di consenso popolare verso le guerre e le missioni di oppressione e di rapina che l’Italia e le altre potenze occidentali hanno condotto e conducono in Africa e in Medio Oriente per consolidare il loro plurisecolare saccheggio dei paesi da cui provengono gli immigrati.
Questo clima e queste politiche razziste, preparate dall’azione dei governi di centro-sinistra e dei loro Minniti, sono tutt’uno con una serie di misure anti-proletarie del governo che mirano a indebolire tutti: italiani e immigrati. Il “decreto sicurezza”, ad esempio, reintroduce il reato di “blocco stradale”, con pene che possono giungere ad anni di reclusione. Provvedimenti come “quota 100” o il cosiddetto “reddito di cittadinanza” rappresentano lo zuccherino che (transitoriamente) si offre a una fetta di lavoratori per far ingoiare passivamente un boccone avvelenato all’intera classe lavoratrice e proletaria.
Questo clima e queste politiche sono, inoltre, tutt’uno con la politica estera del governo italiano contro i popoli del mondo arabo e musulmano, che resistono, con le loro lotte, alla rapina e all’oppressione imperialista.
Per lo stretto legame che c’è tra l’insieme di queste politiche, le iniziative degli immigrati contro il razzismo e contro la legge “sicurezza” di Salvini, anche se ancora limitate e tra loro isolate, sono molto importanti perché contribuiscono a ribadire che difendersi dall'attacco di governo e padroni è per i lavoratori necessario e possibile. A tal fine, gli sforzi per tessere i fili dell'organizzazione di lotta vanno associati a quelli per avviare la riflessione tra i tutti i lavoratori su quanto sia vitale contrastare le divisioni tra le proprie fila e le politiche che le favoriscono; su quanto sia vitale, per combattere efficacemente il razzismo e le forze razziste, promuovere iniziative che favoriscano e portino avanti il processo di auto-organizzazione dei proletari immigrati, l’unico in grado, tra l’altro, di garantire la loro difesa e la loro incolumità fisica.
Per questa via, l’inevitabile arrivo in Europa di nuove schiere di immigrati potrà essere trasformato in un fattore di forza per l’intero proletariato e ribaltato contro i reali responsabili dei drammi degli immigrati e dei problemi dei lavoratori in Italia e in Europa: i padroni, i governi e gli stati europei, le forze politiche sovraniste (di destra e di “sinistra”) e quelle europeiste, il sistema di sfruttamento capitalistico mondializzato.
Per preparare il terreno a questo affratellamento di classe, è vitale battersi anche contro i preparativi di un nuovo intervento militare in Libia, opporsi alle operazioni militari che il governo Salvini- Di Maio e Conte stanno conducendo in Africa e in Medio Oriente, denunciandone il carattere neo-colonialista e il suo legame con il clima e le politiche razziste che imperversano entro i confini italiani.
8 maggio 2019
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA