18 febbraio 2018
La tentata strage di Macerata non è il frutto della follia di un esaltato. Essa è un legittimo e coerente risultato di quel clima di razzismo, ostilità e odio verso gli immigrati che da anni viene alimentato ad arte dalle politiche (differenziate, ma convergenti) dei governi di centro-destra e di centro-sinistra, dalla martellante propaganda dei grandi mezzi di comunicazione, dall’azione di forze apertamente razziste come la Lega di Salvini o più subdole come il movimento di Beppe Grillo e di Di Maio.
Le politiche razziste mirano a:
· terrorizzare la massa dei lavoratori immigrati per costringerli a subire a capo chino le condizioni di super-sfruttamento a cui sono spessissimo sottoposti e su cui prosperano il padronato e la finanza italiani ed europei;
· indirizzare i lavoratori e i giovani proletari italiani contro un falso bersaglio. Vogliono che chi è disoccupato o rischia di diventarlo, chi vive un’esistenza precaria fatta di stenti e fatiche, chi subisce ogni giorno soprusi e umiliazioni, non scarichi la sua sacrosanta rabbia contro i veri responsabili di questa situazione (cioè le istituzioni statali e i boss dell’industria e della finanza che ne tirano i fili), ma se la prenda con l’immigrato, con chi è spinto nella condizione di super-ricattabilità e, a volte, di emarginazione, proprio dalle politiche dei capitalisti e dei loro servitori alla guida delle istituzioni;
· costruire un clima di consenso popolare verso le guerre e le missioni di oppressione e rapina che l’Italia e le altre potenze occidentali conducono e condurranno in Africa e Medio Oriente per consolidare il loro plurisecolare saccheggio dei paesi da cui provengono gli immigrati.
Per questo, di fronte a fatti come quello di Macerata, sperare in un “utile e corretto” intervento delle istituzioni e del governo sarebbe come sperare che un lupo faccia buona guardia ad un gregge. Sarebbe come chiedere aiuto ai principali responsabili della strage di immigrati che quotidianamente si compie nel mediterraneo.
Per poter combattere efficacemente il razzismo e le forze razziste servono iniziative che favoriscano e portino avanti il processo di auto-organizzazione dei proletari immigrati, l’unico in grado, tra l’altro, di garantire la loro difesa e la loro incolumità fisica.
Per combattere il razzismo e l’uso padronale dei lavoratori immigrati come (involontari) concorrenti dei lavoratori italiani sul mercato del lavoro e nei servizi sociali, serve lottare per il riconoscimento dei pieni diritti dei lavoratori immigrati, contro tutte le leggi e le misure razziste e, anche su queste basi, puntare con tenacia a costruire momenti di discussione, organizzazione e mobilitazione comune tra i lavoratori italiani e i lavoratori immigrati. Per difendersi assieme dalla disoccupazione e dalla precarietà, per rivendicare servizi dignitosi, abitazioni vivibili, una sanità che non sia solo per ricchi, per imporre con la lotta condizioni di vita dignitose.
Per combattere il razzismo e la contrapposizione che i padroni e i partiti al loro servizio alimentano tra proletari italiani e immigrati, serve una politica che non abbia alcuna fiducia nelle istituzioni e che, anzi, le indichi come una delle principali fonti dell’oppressione subìta dagli immigrati e del clima di crescente ostilità sociale contro di loro. Una politica che contrasti l’azione governativa anche in campo estero e che chiami a battersi contro l’appena avviata missione militare italiana in Niger, denunciandone il carattere neo-colonialista e il suo legame con il clima e le politiche razziste che imperversano entro i confini italiani.
18 febbraio 2018
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA