15 febbraio 2016
Per un fronte di lotta internazionale tra lavoratori occidentali, lavoratori immigrati e lavoratori del mondo musulmano
Il governo Renzi si presenta come un governo attento ai problemi dei lavoratori, italiani e immigrati. Ma in realtà la politica del governo Renzi è al servizio degli interessi dei padroni, delle banche e dei re della borsa e, a tal fine, intende favorire, con ogni mezzo, le divisioni tra i lavoratori così da consegnargli impotenti all'arroganza e ai ricatti delle imprese.
A questo mira la legge di stabilità che taglia la sanità e favorisce i premi aziendali a svantaggio del contratto nazionale.
A questo mirano le leggi anti-sciopero varate in autunno.
A questo mirano le riforme istituzionali in corso d'opera.
A questo mira la polemica "sulla politica europea" di Renzi, preoccupato di allentare i vincoli di bilancio di Bruxelles ma solo per stringere maggiormente attorno ai polsi dei lavoratori italiani e immigrati le catene della finanza mondializzata guidata dall'imperialismo Usa.
A questo mira l'impasto di promesse (false e per pochi) e di ricatti (veri e per la stragrande maggioranza) rivolto ai lavoratori immigrati per offrirgli alle imprese come manodopera super- ricattata da super - sfruttare e da usare come (involontaria) arma di ricatto verso i lavoratori italiani.
A questo mira anche la politica estera italiana in Iraq, in Siria, in Libia e nell'intero mondo musulmano. Su questo ultimo fronte, non ci si lasci ingannare dalla propaganda. Le operazioni italiane e occidentali in Medioriente e in Nordafrica sono presentate come necessarie per arginare il "caos" presente oggi in Medio Oriente e come mezzo per rastrellare le risorse con cui alleggerire i sacrifici richiesti ai lavoratori in Italia. Da questo duplice punto di vista, esse sembrano esser vantaggiose anche per i lavoratori d'Italia. Non è per niente così.
Il cosiddetto "caos" in Medioriente ha la sua causa principale proprio nella politica dei paesi occidentali, nell'aggressione che essi da almeno due secoli portano avanti per sottomettere il mondo musulmano e funzionalizzare le risorse naturali ed umane al proprio regime di sfruttamento.
Le masse lavoratrici del Medioriente e del mondo musulmano, dalla Libia all'Iran, non intendono piegarsi docilmente a questo giogo. Per schiacciare la resistenza, l'Italia, gli Usa e le altre potenze occidentali devono proseguire e intensificare la guerra infinita che hanno intrapreso contro i popoli del mondo musulmano. Questa guerra infinita richiederà sempre più la partecipazione diretta dei lavoratori d'Italia, il loro sudore e il loro sangue; intensificherà la spirale infernale di balcanizzazione, di lotta fratricida e di barbarie in cui il sistema capitalistico mondiale sta spingendo i lavoratori dei cinque continenti.
Se si vuole arginare il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari in Italia, la politica estera del governo italiano non va sostenuta ma va denunciata e contrastata. Se si vuole fermare la spirale di insicurezza e di ansie che sta risucchiando la vita degli sfruttati in Italia, la resistenza delle masse lavoratrici del Medioriente e del mondo musulmano non va lasciata sola o, peggio, messa all'angolo, aggregandosi carro militarista dei governi occidentali, ma va sostenuta: va sostenuta incondizionatamente, qualunque siano le bandiere che essa provvisoriamente impugna.
I ricatti e le pene dei lavoratori italiani e occidentali sono l'altra faccia della medaglia dei ricatti e delle pene degli sfruttati e dei diseredati del mondo musulmano. Gli uni e gli altri, pur se diseguali, hanno la stessa radice: la politica dei governi occidentali, il sistema di sfruttamento capitalistico che tali governi cercano di oliare. Gli uni e gli altri possono essere arginati, e in prospettiva eradicati, costruendo un fronte di lotta internazionale contro il comune nemico, legando le iniziative di lotta, anche minuscole, in corso in Europa (ad esempio contro la precarizzazione e per la difesa del contratto nazionale) con la resistenza eroica degli sfruttati in Africa, in Medioriente e in Asia.
Per preparare il terreno a questo affratellamento di classe, è vitale opporsi qui in Italia alle operazioni militari che il governo Renzi sta conducendo in Iraq e che intende condurre in Libia e, nello stesso tempo, lottare contro il razzismo e per la piena parificazione dei diritti (casa, lavoro, sanità, pensioni) tra lavoratori italiani e immigrati.
Per discutere di tutto ciò vi invitiamo alle nostre assemblee a
5 febbraio 2016
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA