6 marzo 2012
Il nostro volantino alla manifestazione per lo sciopero della Fiom
Contro il governo Monti, il padronato e la BCE
Oggi siamo in piazza per iniziare a rispondere ad un’offensiva che si sta abbattendo come una tempesta di macigni sull’intero mondo del lavoro.
A dicembre il governo ha varato un primo pacchetto di provvedimenti per il cosiddetto “risanamento economico” basato su due ingredienti fondamentali: un durissimo colpo al sistema pensionistico e un pesante attacco ai salari attraverso l’aumento dell’IVA e delle altre forme di tassazione indiretta.
Adesso Monti e i suoi ministri sono pronti a lanciare una riforma del mercato del lavoro che faciliterà i licenziamenti per le nuove generazioni e renderà più precaria la situazione di tutti i lavoratori.
La Confindustria, le banche e l’Unione Europea applaudono all’azione governativa affermando che “finalmente si va nella giusta direzione”. Il loro obiettivo è colpire ancora più duramente.
Intanto Marchionne traccia la strada per l’intero padronato cancellando il contratto nazionale di categoria alla Fiat ed imponendo in tutti gli stabilimenti un contratto aziendale “tipo Pomigliano” (aumento forsennato dei ritmi e dei carichi di lavoro e taglio secco dei diritti dei lavoratori).
Questo attacco non è limitato all’Italia, ma (pur se con forme, tempi e intensità differenti) si sta abbattendo sulle spalle dei proletari dell’intero continente.
Per poter competere sui mercati internazionali con giganti del calibro degli Stati uniti o della Cina, i capitalisti ed i governi europei devono concentrare le loro forze, intensificare lo sfruttamento dei lavoratori e colpirne ancor più a fondo la capacità di organizzazione politica e sindacale.
Opere come la Tav, che il governo è fermamente deciso a portare avanti, mirano a innalzare la competitività e la produttività del capitalismo europeo. La devastazione ambientale e l’attacco in atto contro i lavoratori sono due facce complementari della stessa medaglia.
Per difenderci da questa offensiva abbiamo una sola arma: respingere con la lotta i sacrifici previsti dalla politica di Monti e cominciare a stringere primi legami organizzativi con i lavoratori del resto d’Europa e con quelli degli altri continenti.
Da alcuni anni i lavoratori dell’Asia, dell’Africa e dell’America latina si stanno battendo per strappare miglioramenti salariali e normativi. Questa loro lotta mette i bastoni tra le ruote a quella concorrenza internazionale al ribasso tra operai in cui le multinazionali ed i nostri governi vogliono trascinarci.
Aggressioni militari come quella consumata appena ieri contro la Libia, o come quelle in preparazione contro Siria ed Iran hanno tra i loro principali obiettivi proprio quello di stroncare il risveglio e la capacità di lotta ed organizzazione delle masse proletarie del Sud e dell’Est del pianeta.
La lotta contro il razzismo per abbattere ogni contrapposizione tra lavoratori italiani ed immigrati e la battaglia contro le guerre di oppressione e di rapina che (comunque camuffate) l’Italia e l’Occidente hanno scagliato e si preparano a scagliare contro il Sud del mondo sono dunque due tasselli fondamentali per poter iniziare a costruire una politica e una forza capace di spezzare la spirale della concorrenza tra proletari dei diversi paesi in cui ci spinge il capitalismo mondializzato e che i padroni ed i governi usano ovunque come fondamentale strumento di ricatto contro i lavoratori.
6 marzo 2012
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA