24 novembre 2012
Il nostro volantino alle manifestazioni degli studenti a Roma del 24 novembre.
Abbasso il vangelo della competitività del sistema Italia e del sistema Europa!
La nuova generazione dei nati senza camicia
avrà il futuro che sarà capace di conquistare!
La mobilitazione degli studenti intende fermare l'arretramento che sta subendo da anni il diritto allo studio. Dopo la legge Gelmini-Berlusconi, sono arrivati i tagli del governo Monti e il tentativo dell'attuale governo di varare (rielaborata) la proposta Aprea-Berlusconi.
Il governo Monti e i mezzi di informazione affermano che questi provvedimenti sono stati concepiti e attuati soprattutto nell'interesse dei giovani, dei giovani che studiano e di quelli che lavorano, per il loro futuro, per aprir loro le porte verso un lavoro dignitoso e gratificante. Anche le misure prese dal governo Monti sulle pensioni e sul mercato del lavoro sono state motivate con lo stesso ragionamento.
Questa propaganda è falsa.
Le misure varate dal governo Monti servono, in realtà, per rinfoltire un esercito di giovani precari ricattati, disposti a sgomitare gli uni contro gli altri pur di ottenere qualcosa, disposti a piegarsi a un lavoro da automi nelle fabbriche, negli uffici e nei centri commerciali. La scuola deve funzionalizzarsi, meglio di quanto non accada già oggi, a questa prospettiva. Entrino o no formalmente le imprese nei consigli direttivi degli istituti, come prevedono le leggi in cantiere, questo è il ritornello che, nella gran parte dei casi, già oggi ispira l'attività didattica, le circolari, i progetti, le prove "oggettive" di valutazione.
C'è un punto del ragionamento di Monti che non fa una grinza: l'attuazione della politica complessiva del suo governo potrebbe effettivamente rilanciare la competitività delle imprese italiane, dell'azienda Italia e dell'Europa come potenza capitalistica sul mercato mondiale. È però del tutto falso che questo si tradurrà in un miglioramento per i giovani nati senza camicia.
Non è stata, forse, la ricerca spasmodica della competitività perseguita negli anni del berlusconismo-leghismo ad aver condotto alla situazione odierna scandita da precarietà, da relazioni sociali alienate e da una vita scolastica lontana e contrapposta alle esigenze di crescita critica e umana della nuova generazione?
Ma non è in gioco solo questo. Stiamo ai fatti: c'è anche un risvolto militare della politica del governo Monti. La conferma (in piena spending review) delle spese per l'acquisto di cacciabombardieri e di sistemi di arma offensivi non è una svista. Si integra con i provvedimenti presi sulla scuola, sul mercato del lavoro, sul patto di produttività, sulle pensioni e sulla sanità. Ci avverte che la globale funzionalizzazione alla competitività della vita nei posti di lavoro, nelle scuole e nella società servirà anche per favorire l’irregimentazione dei lavoratori e dei giovani dietro le bandiere della supremazia capitalistica occidentale sui fronti di guerra internazionali che si profilano in Medioriente e in Estremo Oriente.
Certo, qualche giovane figlio di proletari e di gente comune potrà avvantaggiarsi dal consolidamento della potenza capitalistica dell'Italia e dell'Europa nello scontro che infuria nel mercato capitalistico mondializzato. Ma alla condizione che egli, allineato ai riti della competitività e del profitto, accetti di diventare la rotellina dell'ingranaggio schiaccia-lavoratori e schiaccia-sfruttati covato dal governo Monti, e dai direttori di banche, dai manager delle multinazionali, dagli opinionisti che contano, dai professoroni-intellettuali di grido, dai grandi dignitari di stato che lo coadiuvano.
La massa dei giovani ha invece interesse a darsi da fare per sbarrare la strada al treno Monti. Lo può fare solo con la lotta. Con la rottura della cappa di passività e di conformismo e di individualismo e, talvolta, di auto-commiserazione che, da anni, incombe sugli studenti e sui giovani. Con la formazione di organismi di discussione e di lotta stabili, capaci di prolungare la loro azione oltre questo autunno e di passare attraverso le “forche caudine” delle verifiche per la pagella di metà anno. Con l'impegno volto a favorire lo sviluppo di un movimento di lotta di massa dell'intero universo del lavoro salariato, italiano e immigrato.
A chi oggi manifesta e vuole andare avanti, mettendo in campo una lotta seria e duratura, si pone l'esigenza di capire le cause profonde della politica del governo Monti, la strategia politica che egli e i grandi poteri europei perseguono, la connessione dell'attacco riservato ai lavoratori e agli studenti in Europa con l'aggressione portata avanti dalle potenze occidentali alla Siria e all’Iran, la centralità per le sorti della nuova generazione della nascita di un movimento di sfruttati e di lavoratori in Italia, in Europa e a scala planetaria.
L'era di "pace e benessere per tutti" riservata sul loro suolo ai "cittadini europei" dalle democrazie europee (sulla pelle di miliardi di sfruttati e diseredati del Sud del mondo) sta volgendo al termine. Ci aspettano tempi di ferro !
24 novembre 2012
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA