20 maggio 2012
Per una coerente politica di difesa di classe dei lavoratori
In pochi mesi i governi di Roma, Atene, Madrid e Lisbona, in accordo con quelli degli altri paesi europei e con la Banca Centrale Europea, hanno spazzato via alcune fondamentali conquiste dei lavoratori che sembravano essere acquisite per sempre.
In nome del “risanamento del debito pubblico” e del rilancio della competitività dell’economia nazionale e continentale si impone l’allungamento dell’età pensionabile, si dà alle imprese ampia libertà di licenziare, si taglia la sanità pubblica e la “spesa sociale”, si allunga di fatto e di diritto l’orario lavorativo, si attacca la contrattazione nazionale collettiva, si rendono ancor più precari e flessibili i rapporti lavorativi, si tagliano (anche tramite la tassazione indiretta locale e nazionale) i salari.
Allo stesso tempo il governo Monti rafforza le politiche contro i lavoratori immigrati. Mantiene in piedi tutte le leggi razziste varate dal governo Berlusconi ed istituisce il cosiddetto “permesso di soggiorno a punti” per rendere ancora più ricattabili questi proletari.
Sono i primi passaggi di un’azione a tenaglia con cui i capitalisti, le banche, le aziende e i loro governi mirano in tutta Europa ad abbassare drasticamente il costo della forza lavoro e a disintegrare completamente ogni capacità di resistenza collettiva politica e sindacale dei lavoratori.
L’uragano è appena iniziato. Continuerà a colpire duro e investirà anche l’Europa settentrionale e la stessa Germania. I lavoratori potranno difendersi solo tramite una coerente politica difensiva che getti le basi per la ripresa della lotta di massa organizzata contro le misure prese dal governo Monti.
Una politica che punti a inceppare e a rompere la spirale di concorrenza al ribasso tra lavoratori dei vari paesi imposta dal capitalismo mondializzato e che chiami all’unità tra proletari italiani ed immigrati, tra i lavoratori di tutta Europa e tra i lavoratori europei e quelli degli altri continenti.
Una politica che alla denuncia e all’iniziativa contro le misure padronali e governative sul piano “interno” unisca la denuncia e la battaglia contro la politica estera del governo Monti che in accordo con gli altri governi occidentali si sta preparando a scatenare nuove guerre di rapina contro i paesi e i popoli del Sud del mondo. Dopo Iraq, Afghanistan e Libia adesso nel mirino ci sono la Siria e l’Iran.
Queste guerre hanno come primo obiettivo le masse lavoratrici di quei paesi, ma sono rivolte anche contro i lavoratori occidentali.
L’esperienza di questi decenni dimostra che quanto più i “nostri” governi ed i “nostri” capitalisti riescono a schiacciare altri popoli, tanto più diventano aggressivi all’interno e usano la loro accresciuta forza per sospingere politicamente ed economicamente nell’angolo la classe operaia d’Europa e d’Occidente.
Anche per questo è un preciso interesse dei lavoratori occidentali iniziare a schierarsi contro le aggressioni in preparazione verso Siria ed Iran e, al contrario, esprimere pieno e incondizionato appoggio alle masse sfruttate del mondo arabo e islamico che resistono alle aggressioni delle nostrane democrazie. Per discutere di tutto ciò
Venerdì 25 maggio ore 18,30
Assemblea pubblica
e presentazione del n. 76 del “che fare”
presso la redazione romana del “che
fare” - Via dei Reti 19/a (S.
Lorenzo)
20 maggio 2012
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA