21 marzo 2011
Giù le mani dalla Libia e dall’Intifada araba !
Le potenze capitalistiche occidentali hanno dato il via ad una nuova guerra di oppressione e di rapina. Nel bersaglio questa volta è la Libia. Dopo aver smembrato la Jugoslavia e aver ridotto alla fame milioni di lavoratori nei Balcani; dopo aver portato morte, miseria e distruzione in Iraq e Afghanistan; dopo, per rimanere agli ultimi anni, questi “interventi umanitari”, i fari della civiltà capitalistica hanno adesso intrapreso un’altra delle loro missioni di schiavizzazione.
Anche questa volta dicono di muoversi per liberare un popolo, per aiutare chi si ribella a un despota o, addirittura, in appoggio alla “lotta per la democrazia” iniziata in Tunisia e in Egitto. Balle!
In realtà, la Francia, la Gran Bretagna, gli Usa, l’Italia, e il loro codazzo di burattini nel mondo arabo stanno aggredendo la Libia per altri motivi. Vogliono imporre il pugno di ferro occidentale su Tripoli per minacciare, arginare e controllare le sollevazioni popolari in Tunisia ed Egitto. Per fermarle ed incalanarle verso la costituzione di governi che continuino a garantire lo sfruttamento dei lavoratori arabi e delle materie prime per conto delle multinazionali occidentali.
Gheddafi (che negli anni, da espressione delle lotte anti-coloniali, è diventato complice dell’Occidente nella funzione di repressione e controllo delle masse lavoratrici arabe ed africane) non è giudicato abbastanza affidabile per svolgere fino in fondo questo “nuovo” ruolo necessario all’Europa e agli Usa. Va, quindi, spazzato via o indebolito così da essere sostituito da uno schieramento politico (quello costituito dall’opposizione libica) che, invece, è nella sua dirigenza completamente affittato ai piani di dominio europei e statunitensi. Ecco perché l’opposizione libica è stata ed è così vezzeggiata e sostenuta dall’Occidente.
Anche questa volta le potenze ex-coloniali si mettono in bocca la libertà dei popoli per coprire il loro triplice obiettivo:
· di riprendere saldamente in pugno le loro ex-colonie
· di arginare il risveglio di miliardi di persone che dall’Asia all’America Latina e, da ultimo, in Tunisia, Egitto, Yemen, Bahrein sta scuotendo il dominio dell’ imperialismo occidentale
· di preparare anche in Africa e dall’Africa l’accerchiamento e l’affondamento dell’ascendente potenza capitalistica cinese.
I lavoratori d’Italia, italiani e immigrati, hanno interesse ad opporsi a questa nuova aggressione. Questa aggressione, come le precedenti, è rivolta anche contro di loro. Servirà per costringerli ad “accettare” l’aumento dello sfruttamento sui luoghi di lavoro e la riduzione ad una maggiore impotenza politica richiesti dal rilancio sul mercato mondiale della competitività dell’Italia, dell’Europa e delle loro aziende.
Il sostegno incondizionato alle lotte popolari e proletarie in Tunisia e in Egitto, la lotta contro i bombardamenti sulla Libia, contro la canea razzista e la propaganda bellicista che impazzano in Europa sono tutt’uno con la lotta contro l’attacco che il governo Berlusconi e i padroni (Fiat in testa) stanno conducendo contro i lavoratori d’Italia. I lavoratori e i giovani più combattivi e lungimiranti hanno il compito di preparare il terreno a questa battaglia. Essa sì che sarebbe d’aiuto alla ripresa della rivoluzione antimperialista anche in Libia, contro gli arretramenti che il moto anti-coloniale in Libia, dopo la vittoria del 1969, ha subito negli ultimi anni sotto la pressione asfissiante dell’aggressione riservatale dall’Occidente a suon di bombardamenti, sanzioni ed embarghi.
21 marzo 2011
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA