Home page        Archivio generale "Che fare"         Per contattarci


18 maggio 2010

Il nostro volantino alle fabbriche e in altri posti di lavoro

La campana greca suona anche per noi

 

Per due anni il governo Berlusconi ha ripetuto che gli effetti sociali della crisi sarebbero stati quasi nulli in Europa e in Italia. I lavoratori, stando al presidente del consiglio, potevano e dovevano “stare tranquilli”.  I “fatti” della Grecia sono la più grossa dimostrazione di quanto sia stata falsa e bugiarda tutta la propaganda governativa. Al centro dell’attacco adesso vi sono infatti proprio i lavoratori europei.

 

Il maxi-prestito elargito ad Atene è un cappio per strangolare e mettere in ginocchio il mondo del lavoro greco, per tutelare ed ingrossare i profitti dei pescecani della borsa e dell’industria mondiale ed europea.

La Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale e la commissione europea (con l’Italia e il suo governo in prima fila) hanno imposto una serie di misure che colpiranno pesantemente lavoratori e pensionati, del settore pubblico e privato: tagli a tredicesime e quattordicesime, indebolimento dei contratti collettivi, taglio delle pensioni, aumento di 3 anni dell’età minima pensionabile, riduzione del 20% del salario nel settore pubblico, aumento dell’IVA (e, di conseguenza, dei prezzi) del 4%, riduzione della spesa per sanità e istruzione,  salario minimo che passa da 740 a 560 euro lordi (- 25%),  TFR ridotti anche del 20%.

 

Con queste misure, la finanza mondiale colpisce direttamente in Grecia, ma parla anche a tutti i lavoratori del mondo e soprattutto a quelli europei. La messa in ginocchio della classe lavoratrice in un paese serve infatti anche come deterrente e arma di ricatto nei confronti dei lavoratori degli altri paesi, rispetto alla possibilità di mantenere gli attuali livelli di salario e di tutele sociali.

 

La “cura da cavallo” inflitta ad Atene è quindi una specie di prova generale. L’obiettivo di fondo è quello di abbassare drasticamente il valore della forza lavoro europea (cioè, di aumentarne lo sfruttamento e diminuirne nettamente le garanzie), allo scopo di rafforzare i profitti e la competitività del “vecchio continente” sul mercato mondiale di fronte a giganti quali Stati Uniti, Cina o altre potenze emergenti.

Quanto sta avvenendo in Grecia è insomma un aspetto di quella spinta alla concorrenza al ribasso tra lavoratori dei cinque continenti di cui si nutre il capitalismo mondializzato.

 

Gli avvenimenti di questi giorni in Grecia non sono dunque fatti “lontani”, che riguardano “altri lavoratori”. I fatti di Grecia ci  riguardano direttamente.

Il ministro Tremonti ha detto: “Se la casa del tuo vicino prende fuoco, non ti conviene fare finta di niente, ma ti conviene dargli l'estintore perché sennò il fuoco arriva anche a casa tua”. E con queste parole ha invitato i lavoratori italiani a stringersi intorno alle iniziative del governo Berlusconi e della comunità europea, e a guardare con indifferenza o, peggio, con favore allo strangolamento dei proletari greci, prendendo le distanze dalle lotte e dalle mobilitazioni che questi lavoratori da mesi stanno portando avanti.

 

Il senso di quanto dice Tremonti va completamente rovesciato. Se i lavoratori di un altro paese vengono attaccati, non dobbiamo e non ci conviene far finta di niente, perché i ricatti imposti a loro, presto o tardi, verranno usati per ricattare anche noi (proprio in questi giorni, anche il governo spagnolo ha annunciato tagli a salari, pensioni e sussidi sociali).

Una reale difesa degli interessi dei lavoratori non potrà darsi grazie alle politiche dei “propri” governi, ma solo battendosi contro queste politiche. Solo incominciando a sviluppare una riflessione comune sui reali fini e le reali cause di quanto sta accadendo ad Atene, e lavorando per favorire “qui da noi” una scesa in campo a fianco dei lavoratori greci per spezzare il loro isolamento nella prospettiva di una lotta e di un’organizzazione dei lavoratori internazionale e internazionalista.

 

18 maggio 2010

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


Home page        Archivio generale "Che fare"         Per contattarci