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3 agosto 2009

Il nostro volantino

A fianco della lotta dei lavoratori dell’Innse

Lo sgombero del presidio dei lavoratori dell’Insse e lo smantellamento della fabbrica in atto sono un attacco contro tutti i lavoratori.

Il governo, i partiti della maggioranza e le istituzioni locali sono i principali responsabili di questo affondo. Stanno giocando di anticipo: la vostra lotta, il vostro presidio, per lorsignori, può diventare un esempio, un cattivo esempio, per altri lavoratori, in vista di un un autunno in cui gli effetti della crisi economica sui lavoratori si faranno più pesanti.

La preoccupazione, per il governo Berlusconi-Bossi-Fini e per i padroni, è che possa catalizzarsi attorno alla “vostra” lotta il malcontento di tantissimi altri lavoratori che già oggi si trovano in cassa integrazione, in mobilità o licenziati. Per questo, il governo e le sue ramificazioni locali intendono sbarazzarsi del vostro presidio il prima possibile.

Lavoratori, queste istituzioni hanno salvaguardato sin dall’inizio della loro azione il primato del mercato, del profitto e gli interessi dei padroni.

 

Nessuno può fare gli interessi dei lavoratori se non i lavoratori stessi.

In questa società a dettar legge è il mercato e il profitto, e della sorte dei lavoratori non interessa a nessuno. Quello che conta è la redditività generale dell’investimento. E se l’investimento, per esempio, immobiliare nelle aree dove è presente la vostra fabbrica rende di più e nel più breve tempo possibile ai padroni in campo, non solo a quello dell’Innse, allora al diavolo tutto il resto.

Se tutto questo non era ancora andato in porto è grazie alla vostra determinazione, grazie alla quale, contro tutti e a quanto pare contro la stessa FIOM di Milano, avete imposto ai vostri delegati di occupare la fabbrica e successivamente di presidiarla. Questo a dimostrazione del fatto che l’unica strada per difendersi è la lotta.

 

Come andare avanti.

 

C'è un solo mezzo in grado di respingere l'attacco contro la lotta dei lavoratori dell'Innse: riorganizzare il presidio dei lavoratori, in modo che esso si rivolga a tutti i lavoratori, a quelli in cassa integrazione, ai giovani precari che non sono stati riconfermati a lavoro, ai lavoratori immigrati, sottoposti ad una aggiuntiva infame ricattabilità per effetto del pacchetto sicurezza, ai lavoratori  occupati, che sotto il ricatto della licenziabilità per la crisi economica stanno subendo un drastico peggioramento delle condizioni lavorative.

Un “presidio” che si ponga l’obbiettivo di unificare tutti i lavoratori che subiscono queste molteplici condizioni in una comune lotta di difesa contro i padroni e contro il governo Berlusconi-Bossi-Fini, contro il loro tentativo di far pagare la crisi economica ai lavoratori, contro la loro volontà di usare la crisi economica per azzerare quanto rimane dell'organizzazione collettiva di difesa dei lavoratori.

Lavoratori,

il radicamento di questo indirizzo esige che si faccia strada una prospettiva politica coerente con esso, una prospettiva politica che mostri come la difesa delle esigenze operaie possa essere imposta solo con la forza della lotta di classe. Esige che ci si incammini verso la conquista di una politica di classe a tutto tondo e che si lavori alla costituzione di un partito politico, oggi assente, che se ne faccia carico, che nella lotta dica con chiarezza che la difesa delle condizioni dei lavoratori può darsi non accettando ma battendosi contro le compatibilità nazionali e aziendali, contro il mercato, contro il capitalismo.

 

3 agosto 2009         

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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