Questo appello è stato pubblicato, a pagamento, su The New York Times alla fine di gennaio e porta le firme di 40.000 intellettuali, artisti, personalità religiose, oppositori politici, tra i quali N. Chomsky, Mumia Abu Jamal, Susan Sarandon, Robert Altman, Barbara Ehrenreich, Yoko Ohno e molti altri |
Non si dica che la gente degli Stati Uniti non ha fatto nulla quando il suo governo ha dichiarato una guerra senza limiti e ha istituito nuove dure misure di repressione. I firmatari di questa presa di posizione chiamano il popolo degli Stati Uniti a fare resistenza contro le politiche e contro l’intero indirizzo della politica nazionale che sono emersi dopo l’11 settembre… Noi pensiamo che la gente che ha coscienza deve sentirsi responsabile per quello che fa il proprio governo – noi dobbiamo innanzitutto opporci alle ingiustizie che vengono commesse in nostro nome. Per questo noi chiamiamo tutti gli americani a resistere alla guerra e alla repressione che sono state scatenate nel mondo dall’amministrazione Bush. Tutto ciò è ingiusto, immorale e illegittimo. Noi scegliamo di fare causa comune con i popoli di tutto il mondo. (…) In nostro nome, all’interno degli Stati Uniti, il governo ha creato due "classi" di individui: quelli ai quali i diritti di base del sistema legale statunitense sono stati per lo meno promessi, e quelli che ora sembrano non aver più alcun diritto. Il governo ha rastrellato più di 1.000 immigrati e li ha incarcerati in luoghi segreti e per un tempo indeterminato. Centinaia di loro sono stati deportati e centinaia languiscono ancora dentro le carceri. Questo sa molto degli infami campi di concentramento per gli americani di origine giapponese che furono creati negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. (…) Noi ci troviamo ora di fronte ad una nuova politica internazionale degli Stati Uniti scopertamente imperiale e ad una politica interna che produce e manipola la paura per ridurre i diritti di tutti. Presidente Bush, noi non accettiamo che parli in nome di tutto il popolo americano. Noi diciamo: no di certo in nostro nome. Ci rifiutiamo di essere complici di queste guerre e respingiamo ogni interferenza (nella vita di altri popoli) che sia realizzata in nome nostro o del nostro benessere. Noi porgiamo una mano a tutti coloro che nel mondo soffrono a causa di queste politiche; noi mostreremo loro la nostra solidarietà con le parole e con i fatti. (…) Noi faremo resistenza alla macchina della guerra e della repressione e ci uniremo con altri per fare tutto ciò che è possibile per fermarla. |