Che fare n.84 dicembre 2016 - maggio 2017
La squadra di governo di Trump
Ecco il governo anti-casta e anti-Wall Street portato alla Casa Bianca dalla retorica populista, demagogica, razzista di Trump!
Ecco il “popolo” a cui Trump intendeva e intende conferire il potere!
Le proposte di Trump devono essere ancora approvate dal Senato. Quand’anche dovesse esserci qualche ritocco, il colore della squadra rimarrebbe invariato.
1. Consigliere strategico del presidente: Stephen Bannon.
Ex-ufficiale di marina, ex-dirigente della Goldman Sachs, investitore nel campo cinematografico, gran tifoso di Ronald Reagan, consigliere di Sarah Palin nella organizzazione del Tea Party, collaboratore di gruppi di estrema destra inneggianti alla supremazia bianca, dal 2012 Bannon ha orchestrato la riorganizzazione della destra statunitense (e dei suoi collegamenti con Farage in Uk, Marine Le Pen in Francia, Salvini e Beppe Grillo in Italia) dal sito “Breibart News”, fondato nel 2007 da Andrew Breibart e Larry Solov dopo una visita in Israele con l’obiettivo immediato di creare uno spazio dichiaratamente pro-Israele. La nomina di Bannon a consigliere strategico del presidente degli Stati Uniti è stata accolta con viva simpatia da uno dei dirigenti del Ku Klux Klan, David Duke.
2. Consigliere per la sicurezza nazionale del presidente: il generale Michael Flynn.
Nel 2012 Flynn è entrato in collisione con l’amministrazione Obama accusata da Flynn di essere troppo debole nella politica verso il mondo musulmano.
3. Segretario alla difesa (capo del Pentagono): l’ex-generale James Mattis.
Per Mattis l’Iran è la principale minaccia alla pace in Medioriente.
4. Segretario di stato (ministro degli esteri): Rex Tillerson.
Tradizionalmente legato al partito repubblicano, Tillerson è da anni amministratore delegato della ExxonMobil, una delle maggiori multinazionali mondiali, avente il suo privilegiato terreno di attività negli idrocarburi e nella chimica. La nomina di Tillerson è stata caldeggiata da due pezzi grossi del partito repubblicano, Condoleeza Rice e Robert Gates. Non bastasse questo curriculum vitae, Tillerson dovrebbe essere affiancato da John Bolton, uno dei “neocons”.
5. Capo della Cia: Mike Pompeo.
Esponente del Tea Party, Pompeo è un deciso oppositore dell’accordo con l’Iran e del divieto varato da Obama all’inizio della sua prima presidenza delle tecniche di interrogatorio non convenzionali.
6. Ambasciatore degli Usa in Israele: David Friedman.
Avvocato specializzato in casi di bancarotta, Friedman è un deciso sostenitore degli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania e un collaboratore della promozione di questi insediamenti da parte del genero di Donald Trump, Jared Kushner, e della fondazione Kushner. In un’intervista del 2016 al quotidiano israeliano Haaretz Friedman ha definito gli ebrei favorevoli alla soluzione “due popoli, due stati” peggiori dei kapò dei campi nazisti. Friedman è un fervente sostenitore dello spostamento da Tel Aviv a Gerusalemme della capitale di Israele. Il primo ministro di Israele, Netanyahu, si è dichiarato soddisfatto oltre ogni previsione per la nomina del futuro ambasciatore Usa in Israele.
7. Consigliere speciale del presidente: il già citato Jared Kushner.
8. Segretario al tesoro: Steve Mnuchin.
Proveniente da una ricca famiglia di New York, ingaggiato nei piani alti della Goldman Sachs fino al 2002, da allora Mnuchin è alla testa delle attività di alcuni briganteschi hedge fund, speculando sui mutui sub-prime e sulla ristrutturazione a suon di licenziamenti di imprese in difficoltà. Secondo Trump le fortune finanziarie di Mnuchin dimostrano la sua capacità di favorire la ripresa dell’economia statunitense. Nelle sue interviste successive alla nomina, Mnuchin ha anticipato due delle iniziative che intende promuovere da ministro del tesoro: il taglio dell’aliquota fiscale sulle fasce di reddito alte dal 35% al 15%, la riduzione o la eliminazione della legge Dodd-Frank introdotta nel 2010 dall’amministrazione Obama per controllare le operazioni delle maggiori istituzioni finanziarie del paese.
9. Capo del Consiglio Nazionale per il Commercio: Peter Navarro.
Creato appositamente da Trump, il Consiglio Nazionale per il Commercio dovrà elaborare le linee guida per la politica commerciale e industriale degli Stati Uniti. Peter Navarro è un accademico che ha pubblicato i libri anti-cinesi The coming China wars (2006) e Death by China: Confronting the Dragon - A Global Call to Action (2011). Nel luglio 2016, durante la campagna presidenziale, in un’intervista al britannico Guardian Navarro ha affermato che la Cina sta “stuprando” gli Usa e che la Cina è governata da una classe dirigente tirannica, corrotta e incapace. Navarro, che ha lanciato una campagna contro l’acquisto di prodotti cinesi, è considerato l’ispiratore della telefonata tra Trump e il presidente di Taiwan Tai Ing-wen, in aperta rottura con il riconoscimento della repubblica popolare di Cina con capitale a Pechino come unico rappresentante del popolo cinese.
10. Segretario al commercio estero: Wilbur Ross.
Un altro miliardiario: patrimonio stimato da Forbes di 3.9 miliardi di dollari). Ala testa di un gruppo internazionale di aziende tessili e di un fondo “private equity”, Ross è soprannominato “il re della bancarotta” per la sua abilità di acquisire aziende in crisi in vari settori economici (carbonifero, siderurgico, meccanico), ristrutturarle (a colpi di licenziamenti, tagli salariali e pensionistici, incrementi nell’intensità della prestazione lavorativa) e rivenderle a prezzi maggiorati. Ross è contrario al Ttp, vuole rinegoziare il Nafta, considera un partner privilegiato il Regno Unito di Theresa May, è co-autore con Peter Navarro (v. incarico n. 9) di un libro bianco sul commercio internazionale in cui si accusa la Cina di pratiche illegali e si motiva l’interesse Usa a stipulare accordi commerciali con singoli paesi piuttosto che a formare aree economiche di libero scambio.
11. Segretario al lavoro: Andrew Putzer.
Putzer è amministratore delegato della Cke Restaurants, una delle maggiori catene di fast-food degli Usa. Il 9 dicembre 2016 il Corriere della Sera ha scritto che il futuro ministro del lavoro Usa ha due idee fisse. Primo: no all’aumento del salario minimo strappato in alcune città negli ultimi anni dalla mobilitazione dei lavoratori del settore. Secondo: no alla riforma sanitaria di Obama. Luca Cerada sul manifesto (9 dicembre 2016) riporta l’elogio del futuro ministro del lavoro di una catena di ristoro automatizzata: “I robot sono sempre cortesi, non vanno mai in vacanza, non arrivano in ritardo, non si fanno male e non intentano cause per discriminazione”. Parola di Putzer-Trump “amici” dei lavoratori.
12. Segretario alla giustizia: Jeff Sessions.
Sostenitore di Trump della prima ora, Session è un oppositore della legislazione sull’aborto, un nemico giurato delle sanatorie sugli immigrati, un convinto sostenitore della politica di criminalizzazione della povertà applicata per anni a New York dal repubblicano Rudolph Giuliani.
13. Segretario alla salute e ai servizi sociali: Tom Price.
Repubblicano, nemico della riforma sanitaria di Obama e dell’intero sistema di assistenza pubblica Usa, Tom Price è stato accolto con lacrime di commozione dalle “povere” imprese del sistema medicale degli Usa, uno dei più famelici del mondo, e dalle assicurazioni. Ha promesso che “offrirà un sistema sanitario a buon mercato a disposizione di tutti”. Quando si dice la persona giusta al posto giusto.
14. Capo dell’Agenzia federale per l’ambiente (Epa): Scott Pruitt.
Riprendiamo dal Corriere della Sera (9 dicembre 2016) qualche notizia su quest’altro campione della gente comune nella sua contesa con l’oligarchia capitalista statunitense: "Negli ultimi anni Pruitt è stato il portavoce togato della lobby energetica: petrolio e soprattutto gas. Viene dall’Oklahoma, lo Stato dove si è più sviluppato il fracking, una tecnica controversa utilizzata per estrarre idrocarburi, spaccando le rocce nel sottosuolo. Pruitt è convinto che le norme di protezione ambientale penalizzino in modo ingiustificato le imprese.
Ha condotto una sistematica campagna giuridica contro di esse, portando le decisioni dell’Epa davanti alla Corte Suprema. Finora ha perso tutte le cause, ma ora Trump rovescia semplicemente lo schema: sarà Pruitt a dettare l’agenda. O meglio l’uomo che fino a ieri si faceva scrivere i ricorsi dai lobbisti del fracking.”
15. Segretario all’istruzione: Btesy deVos.
Figlia di un capitalista proprietario di fabbriche della componentistica per auto, ardente sostenitrice dei Bush, deVos è nota nel Michigan, il suo stato, per aver promosso un sistema scolastico basato sui voucher e sulle scuole come aziende private ispirate al profitto e alla (imbecille e coltivatrice di imbecillità) didattica per test.
Che fare n.84 dicembre 2016 - maggio 2017
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA