Che fare n.82 maggio 2015 -novembre 2015
L'Eni in Libia
L’Eni ha in concessione in Libia due principali aree estrattive (cartina di sinistra): quella di Wafa, nella Libia occidentale al confine con Algeria e Tunisia a 530 km dalla costa tripolina, e quella
off-shore di Bahr Essalam a 110 km dalla costa tripolina. Dalla prima area sono estratti petrolio e gas che giungono con un oleodotto e un gasdotto sulla costa, nel centro di smistamento e lavorazione petrolchimica di Mellitah. Il petrolio viene imbarcato sulle petroliere. Il gas viene lavorato e instradato, insieme a quello in arrivo da Bahr Essalam, verso il porto siciliano di Gela attraverso il gasdotto Greenstream, lungo 520 km.A differenza delle compagnie collegate ai giacimenti collocati in Cirenaica, che hanno visto i pozzi e le infrastrutture bloccati dagli scontri in corso, l’Eni è riuscita a mantenere i livelli produttivi del 2011. All’inizio del 2015 l’Eni continuava ad esportare dalla Libia 300 milioni di barili di petrolio al giorno (il 20% delle importazioni italiane) e 11 milioni di metri cubi di gas al giorno (il 10% del fabbisogno italiano, coperto per un altro 50% con importazioni dalla Russia).
Il 16 marzo 2015, inoltre, l’Eni ha scoperto un nuovo gigantesco giacimento a 82 km dalla costa libica. Le attività dell’Eni in Libia sono un settore di quelle impiantate in Algeria, Nigeria e Tunisia e di esse fornisce un’idea la cartina di destra. Ovviamente, l’estrazione, la lavorazione e l’esportazione del gas e del petrolio dall’Africa in Italia e in Europa, attraverso i condotti marini sul Mediterraneo, non hanno nulla a che vedere con la missione "umanitaria" contro gli "scafisti"...Che fare n.82 maggio 2015 -novembre 2015
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