Che fare n.80 maggio 2014 - ottobre 2014
Bosnia-Erzegovina, in piazza contro i frutti avvelenati della disgregazione della "ex" -Jugoslavia
Nei primi giorni del febbraio 2014 a Tuzla, storico polo industriale della Bosnia settentrionale, sono scesi in piazza migliaia di proletari. Disoccupati, dipendenti delle imprese privatizzate e recentemente chiuse dopo mesi di mancato pagamento dei salari, gente comune hanno manifestato davanti agli edifici dell’amministrazione statale. Le richieste: via i politici responsabili del degrado economico e sociale dell’area, revisione nella politica di privatizzazione.
Il 7 febbraio le autorità cantonali di Tuzla si sono dimesse e da allora la città è amministrata da una specie di assemblea popolare. L’iniziativa di lotta è stata sostenuta e imitata in altre città della Bosnia e anche in Croazia e in Serbia e in Montenegro. In Croazia, in particolare, il 24 febbraio 2014 si è svolto uno sciopero generale contro la legge sul lavoro in discussione in parlamento a Zagabria. La nuova legge prevede l’estensione dell’orario di lavoro fino a 60 ore settimanali in 30 comparti e l’allungamento dei contratti a termine fino a tre anni.
Essa è perorata dal commissariato europeo Rehn in accordo con la confederazione degli industriali croati. I rappresentanti in Bosnia-Erzegovina dell’Ue, degli Usa e dell’Onu, che sono in realtà i veri padroni della repubblica e della sua vita, sono preoccupati da queste mobilitazioni e soprattutto dall’esigenza che le anima: quella di dover superare le divisioni tra lavoratori di diversa nazionalità e religione che l’Occidente ha impulsato per anni e anni e su cui è fondato il suo attuale dominio sull’area.
Per ora i manifestanti di Tuzla e delle altre città non mettono le potenze imperialiste sotto esplicita accusa, ma le ragioni e le dinamiche della protesta sono oggettivamente rivolte contro di loro, contro la disintegrazione della "ex"-Jugoslavia e la frantumazione della stessa Bosnia in dieci unità cantonali che esse hanno pilotato.
Che fare n.80 maggio 2014 - ottobre 2014
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA