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Che fare n.76 Giugno - Ottobre  2012

Crisi in Italia, crisi in Europa 

Le stangate contro i lavoratori in Grecia, Spagna, Portogallo, Slovenia

 

Portogallo

 

Il “pacote de Trabalho” elimina quattro giorni di ferie e stabilisce che le aziende possono aumentare, a parità di retribuzione, di 150 ore annuali l’orario di lavoro (16 giorni). Il provvedimento taglia la paga per le ore di straordinario. La giornata lavorativa massima viene prolungata a 12 ore. Si può usufruire del sussidio di disoccupazione solo fino a diciotto mesi. I paletti conquistati in passato che sbarravano la strada ai licenziamenti facili sono eliminati del tutto. Viene cancellata la contrattazione collettiva. Vengono quasi dimezzati gli spiccioli che si percepivano dopo il licenziamento: da venti a dodici giorni per ogni anno di lavoro.

I lavoratori del Portogallo sono scesi in campo con una grande manifestazione l’11 febbraio 2012. Vi è stato, poi, il 22 marzo uno sciopero generale di 24 ore indetto dalla Cgtp, che ha definito il pacchetto sul lavoro “un atto di guerra contro i lavoratori”. La protesta ha avuto un’alta adesione, soprattutto nel pubblico impiego e con punte elevate nel settore trasporti.

 

Grecia

 

È il paese in cui l’attacco del governo contro i lavoratori è stato più pesante. Si è stabilito che stipendi e posti di lavoro in un’impresa in crisi possono esser ridotti attraverso un “contratto collettivo speciale d’impresa” che deroga dal contratto nazionale. Viene raddoppiato da 18 a 36 mesi il periodo in cui i padroni possono assumere “in affitto” i lavoratori. Vengono ridotte le indennità di licenziamento. Il salario minimo garantito viene ridotto del 20%. Nel settore pubblico vi è un taglio dei dipendenti pubblici di 15 mila dipendenti nel 2012. Si prevedono altri consistenti licenziamenti nei prossimi anni, 150 mila entro il 2015. L’età di pensionamento delle donne è stata portata a 65 anni. L’entità della pensione è stata collegata all’andamento del pil dal 2014. La reversibilità è abolita, le tredicesime e le quattordicesime ridotte. Le pensioni di inabilità sono state ridotte al 10% di quelle totali dal 14% attuale. È stata introdotta una patrimoniale sulla casa. Sono stati messi in programma tagli di spesa in tutti i settori pubblici, in particolare tagli sulla spesa farmaceutica e sanitaria. È stato, infine, messo in cantiere un piano di privatizzazioni o di cessioni di quote partecipative di imprese pubbliche, come quelle dell’acqua, del gas, del petrolio e delle lotterie.

Una delegazione dell’Ue e del Fmi veglia sul governo di Atene affinché attui fino in fondo le misure decise.

Dopo i numerosi scioperi settoriali del 2010 e del 2011, dopo le forti proteste dell’autunno 2011, il 7 e il 10 febbraio 2012 tutti e tre i maggiori sindacati, la Gsee (che raggruppa i lavoratori del settore privato), l’Adedy (che rappresenta i dipendenti del settore pubblico) e il Pame (vicino al partito Comunista), hanno indetto due giornate di sciopero generale. Il 10 e il 12 febbraio vi sono stati violenti scontri tra una parte di manifestanti e le forze dell’ordine. Il 14 febbraio i pensionati sono scesi in piazza in massa contro i tagli alle pensioni. Il 4 aprile si è svolta una manifestazione spontanea in piazza Syntagma ad Atene, dopo che un farmacista pensionato si era tolto la vita davanti al Parlamento accusando il governo di averlo ridotto in povertà”.

 

Spagna

 

A marzo 2012 il governo Rajoy ha varato un pacchetto di misure che riformano il mercato del lavoro e le regole della contrattazione.

La riforma del mercato del lavoro prevede la riduzione dell’indennità di disoccupazione, dell’indennizzo (se concesso) per i licenziamenti economici (che passa da 45 a 33 giorni di salario per ogni anno di attività lavorata per un massimo di 24 mesi e non più di 42 mesi). Se l’azienda è in difficoltà da 9 mesi e prevede altri 9 mesi di difficoltà può abbassare a 20 giorni di salario l’indennizzo dovuto al lavoratore e per un massimo di 12 mesi. I contratti di formazione e di apprendistato possono essere reiterati una seconda volta. I contratti nazionali decadono dopo due anni dalla loro scadenza se non viene firmato un nuovo contratto. I contratti aziendali assumono una rilevanza maggiore potendo derogare al contratto nazionale, tutto a vantaggio delle direzioni aziendali in materia di orari, funzioni e retribuzioni. Il contratto nazionale può essere derogato, in caso di crisi, unilateralmente dall’azienda, senza negoziare nulla con i dipendenti. I dipendenti pubblici potranno essere licenziati (si parla di 685 mila su 3 milioni) senza nessuna possibilità di ricorso al giudice, se la pubblica amministrazione in cui lavora è in deficit da oltre nove mesi.

Contro queste misure il 29 marzo 2012 è stato indetto uno sciopero generale . L’adesione è stata alta solo in alcune categorie e in alcuni posti di lavoro dove lo sciopero generale è stato organizzato con presidi organizzativi davanti ai cancelli delle fabbriche. In Andalusia lo sciopero ha quasi completamente paralizzato la vita economica, con centinaia di migliaia di persone scese in piazza nelle diverse città. Lo sciopero era stato preceduto da grandi manifestazioni di protesta del settore studentesco a febbraio e a marzo contro i tagli alla scuola previsti dal governo.

 

Slovenia

 

Con le leggi sul pareggio di bilancio il governo di centro destra sloveno impone drastici tagli alla spesa pubblica: tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici, immediato licenziamento di una quota dei precari delle pubbliche amministrazioni, riduzione degli assegni familiari, di maternità, dei bonus per le famiglie numerose, delle sovvenzioni per gli asili e dell’indennità di disoccupazione. Contro queste misure il 18 aprile 2012 hanno scioperato i lavoratori del pubblico impiego con una adesione massiccia che ha paralizzato la Slovenia. Nelle principali città si sono svolte partecipate manifestazioni.

Che fare n.76 Giugno - Ottobre  2012

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