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Che fare n.76 Giugno - Ottobre  2012

Scheda. Acque agitate nelle relazioni internazionali in Asia 

Limitiamoci, per ora, agli ultimi sette anni e partiamo dal 2005 quando il cambio di passo del sismografo è netto.

Nel 2005 e nel 2006 gli Usa e l’India firmano un trattato di cooperazione strategica decennale all’interno del quale gli Usa promettono di cedere tecnologia nucleare all’India. Dall’indipendenza al 1989, l’India era stata legata all’Unione Sovietica. Dopo il 1990 le relazioni economiche tra gli Usa e l’India decollano. Nel luglio 2007 un nuovo trattato, chiamato accordo 123, precisa i termini della cooperazione nucleare fissata nel 2005-2006. Tra il 2006 e il 2009 l’interscambio commerciale tra i due paesi triplica.

Nello stesso periodo si consolidano i rapporti, anche militari, tra l’India e il Giappone, alleato storico degli Usa in Estremo Oriente. Dal 2004 l’India è il paese verso il quale si dirige la quota più consistente degli aiuti esteri del Giappone. In uno dei numerosi incontri tra i vertici dei due paesi è firmato un accordo per la costruzione della metropolitana di Nuova Dehli e per la organizzazione di un corridoio industriale tra la capitale e la zona di Mumbai. Nel 2007, la flotta militare giapponese (chiamata Forza di Auto-difesa) svolge esercitazioni nell’Oceano Indiano insieme a navi indiane, australiane e statunitensi. Nel marzo 2008 il Giappone e l’India firmano un tratto di alleanza militare vero e proprio.

Nello stesso periodo (per la precisione nel marzo 2007) il Giappone firma un patto di cooperazione strategica con l’Australia. Il Giappone e l’Australia sono due alleati di ferro degli Usa. Occupato militarmente dagli Usa al termine della seconda guerra mondiale, il Giappone è stato trasformato dagli Usa in una portaerei inaffondabile contro le lotte di liberazione nazionale del continente asiatico. In Giappone continuano a operare alcune delle maggiori basi militari delle forza armate Usa nel mondo. Tra queste basi vi è quella dell’isola di Okinawa. L’Australia è legata agli Usa dall’alleanza militare dell’Anzus. Tra il Giappone e l’Australia ci sono solidi rapporti economici. Il Giappone importa dall’Australia una quota significativa degli alimenti e dei minerali che consuma. In Australia le imprese giapponesi detengono rilevanti investimenti. Il trattato di cooperazione militare con l’Australia è il primo trattato firmato dal Giappone in aggiunta a quello con gli Usa imposto da Washington nel 1950.

Nel luglio 2009 il governo australiano blocca l’aumento della quota di Chinalco (multinazionale cinese) nel gigante minerario australiano Rio Tinto. Le imprese cinese avevano subìto smacchi analoghi negli anni precedenti da parte degli Usa.

Nel gennaio 2010 gli Usa riprendono la vendita di armi a Taiwan (6.4 miliardi di dollari per elicotteri, missili Patriot). La Cina si dichiara indignata.

Nell’agosto 2010 il ministro degli esteri Usa H. Clinton è in Vietnam, il paese che si liberò del colonialismo europeo e Usa conclusa vittoriosamente nel 1975. Il Vietnam e gli Usa, firmano uno storico accordo nucleare. H. Clinton dichiara: “Gli Usa sono pronti a portare le relazioni con il Vietnam a un altro livello.”

Nel novembre 2010, prima di recarsi al vertice G 20 di Seul, Obama è in India e gli viene riservato il privilegio di intervenire durante una seduta del parlamento indiano. Nell’intervento sostiene che gli Usa peroreranno l’inserimento dell’India nel consiglio di sicurezza dell’Onu e che l’India, come ringraziamento, dovrà condurre, soprattutto in Asia, una politica estera coerente con i suoi valori democratici. Durante la visita di Obama, gli Usa e l’India mettono a punto alcuni accordi per la fornitura di armi tecnologicamente avanzate all’India per miliardi di dollari, tra P-8 Poseidons, Boing C-17 e l’F-414.

Al vertice di Seul si salda la alleanza tra la Germania e la Cina per una politica monetaria internazionale non succube delle decisioni (definite “irresponsabili”) degli Usa.

Ancora nel novembre 2010 si svolgono grandi manovre navali congiunte tra la Corea del Sud e gli Usa davanti alle coste della Corea del Nord. Qualche giorno dopo la Corea del Sud e gli Usa varano la zona di libero scambio reciproco, superando uno stallo nelle trattative che si prolungava da 3 anni.

La stampa cinese denuncia con preoccupazione il documento di programmazione militare del Giappone, nel quale si progetta il rafforzamento militare del paese per fronteggiare l’“ascesa cinese” e il consolidamento dell’alleanza con gli Usa.

Nel dicembre 2010 l’India accetta la richiesta degli Usa di interrompere le importazioni di petrolio dall’Iran (il 15% dell’import indiano e il 20% dell’export iraniano) che fruiscono di meccanismi di pagamento vietati dalle sanzioni Onu.

Nel gennaio 2011 inizia nel Sudan meridionale il referendum secessionista impulsato dagli Usa contro la politica del governo sudanese e l’alleanza con la Cina.

Nel marzo 2011 Obama è in visita in Brasile. Scrive il Sole24Ore: “L’obiettivo è sganciare il paese dall’influenza cinese”. La Cina ha superato gli Usa come primo partner commerciale del Brasile. Il quotidiano la Repubblica sottolinea un altro obiettivo del viaggio di Obama: quello di smarcare gli Usa dal rifornimento di greggio arabo. Il Brasile può essere un’alternativa grazie alle enormi riserve off-shore al largo (250 chilometri) delle coste brasiliane (il doppio delle riserve degli Usa) scoperte negli anni precedenti. Un articolo del Sole24 ore del 30 maggio 2011 informa che negli ultimi anni gli impianti petroliferi off-shore sono stati perfezionati e hanno triplicato la loro profondità media di pescaggio da 1000 a 3000 metri. Questo aumento ha reso disponibili consistenti giacimenti off-shore esistenti intorno alle coste africane e nel mar Cinese, in particolare nella zona circostante alcune isole contese tra il Giappone, la Cina e il Vietnam. Sempre in tema di risorse energetiche, la stampa economica accenna alla messa a punto di tecnologie capaci di estrarre gas dalle argille. Tale procedimento accresce del 50% le riserve di gas disponibili in Brasile, Libia, Sudafrica, Russia e Mongolia. L’estrazione del gas da argille richiede grandi quantità di acqua.

Nell’aprile 2011 si tiene nell’isola di Hainan (Cina) il terzo vertice dei Bric. Per la prima volta vi partecipa, per volontà cinese, anche il Sudafrica. Il quintetto raggiunge il 25% del pil mondiale (il 25% del territorio mondiale e il 60% della popolazione mondiale). I cinque paesi arrivano al vertice dopo che la loro crescita economica ha rappresentato il 60% della crescita mondiale dell’anno 2010. Il vertice: a) approva la proposta cinese di chiedere l’ingresso del renminbi nel paniere delle monete (attualmente dollaro, euro, sterlina e yen) di riferimento dei Dsp del Fmi; b) suggella un accordo che prevede la possibilità per i paesi partecipanti al vertice di utilizzare le loro monete nazionali negli scambi reciproci.

Nel luglio 2011 la Cina sperimenta un sottomarino in grado di raggiungere i 5038,5 m di profondità, un primato mondiale. Con scafi simili la Cina potrebbe esplorare il 70% dei fondali internazionali del pianeta aprendo una nuova era nella ricerca e nello sfruttamento delle risorse naturali. Nel prossimo anno sono previsti nuovi perfezionamenti capaci di portare il veicolo fino a 7000 m. “Gli scienziati cinesi ritengono che questa sia la soglia che può consegnare a Pechino il monopolio mondiale dell’energia off-shore di profondità, oltre che un ampio margine di invisibilità militare ai radar di Usa e Giappone. (...) La sfida cinese agli abissi, come quella nello spazio, stabilisce un nuovo ordine scientifico mondiale, ma anticipa in particolare diversi equilibri politici ed economici” (la Repubblica).

Nell’ottobre 2011, dopo reiterati interventi di Geithner contro la moneta cinese sottovalutata, il Senato vota per la prima volta un provvedimento che prevede sanzioni sulle merci importate da paesi con valuta sottovalutata. Il provvedimento è sostenuto da una maggioranza bipartisan favorevole alle sanzioni (contro la Cina). La People’s Bank of China, il ministero del Commercio e il ministero degli Esteri della Cina protestano duramente contro il provvedimento: “È una misura protezionista che rischia di danneggiare seriamente le relazioni sino-americane. La misura fa parte di un orientamento che cerca di sviare l’opinione pubblica dai veri problemi del paese, che sono interni al paese e non sono determinati dallo yuan”.

Alla fine del 2011 gli Usa spostano in una base dell’Australia settentrionale una parte del contingente militare ritirato dall’Iraq.

 Che fare n.76 Giugno - Ottobre  2012

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