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Dal Che Fare  n.° 73 dicembre 2010  febbraio 2011

La bella lotta della gente di Terzigno

Dopo alcuni mesi di “apparente silenzio”, i rifiuti di Napoli sono tornati alla ribalta. Vi sono tornati perché la gente di Terzigno – comune vesuviano della provincia di Napoli – è scesa in strada per cercare di fermare l’ennesimo scempio perpetrato dal governo in terra campana. E come accade sempre in simili situazioni, è caduta in frantumi l’immagine falsa della realtà divulgata dai mezzi di informazione al servizio del potere.

Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre viene ufficializzato che la nuova discarica dell’ex cava Vitiello, a poche centinaia di metri dall’altra di cava S.a.r.i., si farà, costi quel che costi. Parola di Bertolaso. Si tratterà della discarica più grande d’Europa, in grado di contenere fino a 14 milioni di tonnellate di rifiuti! Rifiuti che andranno a inquinare l’aria, le falde acquifere, i terreni. Che renderanno la vita delle persone più difficile oltre che più rischiosa. Il cui stoccaggio nella cava servirà a fluidificare il perverso sistema di folle iper-produzione e smaltimento dei rifiuti caratteristico del sistema capitalistico. [ Vedi “che fare” n. 69]

È contro tutto questo che la popolazione di Terzigno si mobilita con il blocco dei tir che trasportano i rifiuti. Altro che “terroristi di professione” o presunti camorristi, come si sono affrettati a denunciare Maroni e La Russa!

I protagonisti dei blocchi, delle manifestazioni, degli scontri con le forze dell’ordine (borghese) erano e sono uomini, donne e bambini, giovani, anziani, gente comune che si trova “improvvisamente” costretta a sperimentare sulla propria pelle le delizie di un sistema sociale che, in nome del profitto di pochi, mette a repentaglio la vita e la salute dei molti. Gente che ogni sera si ritrova nella rotonda che congiunge Terzigno con la vicina Boscoreale. Si rimane in strada, si presidia il territorio, si bloccano i camion, ci si fa valere contro la polizia. I volti sono quelli di mamme che urlano la loro rabbia e di giovani che scoprono nella lotta comune un nuovo modo di stare assieme e un nuovo senso di solidarietà umana.

Questa iniziativa, non diversamente dal fermento in Val di Susa e in Abruzzo, toglie il sonno agli sfruttatori e ai loro burattini istituzionali. Non solo e non tanto perché il governo Berlusconi, come era stato costretto a fare con la discarica nucleare di Scansano Ionico nel 2005 [V. “che fare” n. ], è dovuto tornare indietro nella sua decisione di cava Vitiello, ma per la dinamica che si è intravista a Terzigno e nell’area vesuviana: i lavoratori e la gente comune hanno riconquistato la scena sociale, hanno smesso di subire e delegare, hanno infranto almeno per un momento la cieca fiducia verso le istituzioni governative e le loro promesse, hanno ricevuto la solidarietà degli abitanti degli altri comuni vesuviani in contrasto con il tentativo di Berlusconi di ripetere la contrapposizione innescata tre anni fa, hanno ricominciato a discutere del loro futuro...

Dal Che Fare  n.° 73 dicembre 2010  febbraio 2011

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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