Uno dei punti più propagandati del "pacchetto sicurezza" è quello che autorizza la creazione delle cosiddette ronde. Guardando al testo di legge verrebbe quasi da dire che la montagna ha partorito il topolino. I vincoli imposti alla costituzione e al funzionamento di queste formazioni sono, infatti, tali e tanti da limitarne fortemente l’operatività ed il raggio d’azione. Tutto a posto, quindi? Si è trattato della solita "sparata all’italiana"tutta fumo e nulla o poco arrosto? Niente affatto.

Ponendo con determinazione la questione delle ronde il governo ha centrato almeno due importanti obiettivi.

Per prima cosa si è fatta penetrare ancor più in tutta la società la (falsa) idea che immigrazione e criminalità costituiscano un connubio "naturale". L’immigrato è per sua indole un potenziale delinquente che mette a repentaglio la "nostra sicurezza" e contro di lui deve essere rafforzato ogni elemento di controllo e repressione.

Seconda e ancor più importante cosa. Ufficializzando le ronde, si mira a predisporre il terreno su cui chiamare una parte della popolazione a fare da supporto attivo all’azione repressiva dello stato. La gente comune ed i lavoratori sono sollecitati a diventare spie e delatori. A trasformarsi in sbirri: oggi contro il "clandestino", domani contro altri lavoratori che, magari con i loro scioperi, rischiano di mettere a repentaglio "l’ordine pubblico".