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Dal Dossier del Che Fare n.° 70 gennaio febbraio 2009

Profitto e plusvalore

Il profitto è il solo ed unico scopo sia del capitale come potenza sociale che dei singoli capitalisti, come sua personificazione. L’uno e gli altri vivono esclusivamente di questo e per questo.

Nell’economia volgare e nel senso comune il profitto è visto come il premio dovuto per i "rischi" assunti dalle imprese e dagli imprenditori (in realtà a rischiare l’osso del collo sono sempre i lavoratori); o la "giusta" retribuzione che l’imprenditore ha meritato per la sua "complessa" attività, per aver saputo collocare in modo razionale le risorse aziendali; oppure come il guadagno spettante "giustamente" a chi sa vendere bene le proprie merci sul mercato; o, infine, come miracolosa virtù del denaro che, se messo in mani esperte, figlia da sé per magia altro denaro aggiuntivo senza dover passare attraverso la fecondazione della produzione.

Nella realtà, invece, il profitto non è altro che una forma di superficie e mistificata del plusvalore, del plus-lavoro, del lavoro non pagato che il capitalista, i capitalisti, il capitale come potenza sociale, hanno estorto ai lavoratori salariati, alla classe del salariato. (Le altre forme non meno mistificate del plusvalore sono la rendita fondiaria e l’interesse).

Per massa dei profitti si deve intendere il totale dei profitti realizzati in una data unità di tempo da una singola impresa, da un capitalismo "nazionale", dal capitale globale.

Per saggio del profitto si deve intendere il rapporto tra il capitale complessivo (costante e variabile) impiegato da una unità di capitale in una data unità di tempo, e il profitto realizzato in essa.

Per saggio del plusvalore, o saggio di sfruttamento della forza-lavoro, si intende invece il rapporto tra il capitale variabile di una data unità di produzione, e cioè la spesa per il personale sostenuta, e il plusvalore, o plus-lavoro da essa estratto. Si tratta di una componente essenziale del saggio di profitto, ma il saggio di profitto è determinato anche da altri fattori, primo tra tutti la composizione organica del capitale stesso.

Dal Dossier del Che Fare n.° 70 gennaio febbraio 2009

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


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