Home page        Archivio generale "Che fare"         Per contattarci


Dal Dossier del Che Fare n.° 70 gennaio febbraio 2009

Aleksej Etmanov: la svolta c’è stata al congresso dei lavoratori Ford di tutto il mondo.

Alla Ford di San Pietroburgo sono impiegati 1800 lavoratori. Agli inizi del 2008, dopo uno sciopero prolungato, i lavoratori hanno strappato un aumento del 20% dei salari, portandoli a 700 euro al mese. Il trentacinquenne Aleksej Etmanov è uno dei dirigenti dell’organizzazione sindacale che ha organizzato la lotta alla Ford.

"Quando hanno aperto la fabbrica ci sono venuto a lavorare volentieri, anche se non era il mio lavoro. Sono un tecnico navale. Era un posto nuovo, pulito... Poi, presto, mi sono accorto che non era tutto oro: le condizioni di lavoro erano cattive, gli orari pesanti, le paghe basse. Insieme ad altri -in fabbrica eravamo tutti molto giovani- ho cominciato a promuovere proteste, chiedere che venisse applicato il contratto. Era dura, ma l’ambiente era solidale e i tentativi dei controllori di metterci al nostro posto non sono riusciti. Poi, contattati via e-mail, sono arrivati dei sindacalisti della Ford olandese a parlare con noi e a prometterci aiuto. Così a poco a poco abbiamo costruito un minimo di organizzazione. Nel 2006 sono stato invitato al congresso dei lavoratori Ford di tutto il mondo, in Brasile, e lì per me c’è stata la svolta vera. Ascoltando gli altri, confrontandomi con loro, sentendo quello che fanno e come vengono trattati, ho capito che da noi non si poteva proprio andare avanti così, pagati peggio di tutti e trattati peggio di tutti. (...)

"Appena tornato mi sono dato da fare insieme a un gruppo di 10-15 compagni con cui c’è un grande affiatamento, abbiamo discusso tutti quanti, abbiamo spiegato che se volevamo paghe migliori e condizioni di lavoro migliori dovevamo affrontare qualche rischio e scioperare. E così, dopo qualche mese, è partita la prima lotta. Abbiamo trattato, fatto un breve sciopero e alla fine ottenuto un aumento e qualche miglioramento normativo. (...) A quel punto la maggioranza degli operai aveva capito che la nostra iniziativa funzionava. Siamo cresciuti rapidamente durante il 2007, in pratica oltre 1000 lavoratori si sono uniti a noi. E abbiamo cominciato ad avere contatti con altre aziende automobilistiche russe per cercare di estendere una rete orizzontale, un embrione di sindacato nazionale dell’auto. Intanto la trattativa con la Ford andava avanti, ma senza risultati, così ci siamo preparati a una vera prova di forza e, quando a novembre è iniziato il nuovo sciopero, eravamo ben organizzati. Abbiamo avuto sostegno finanziario dai sindacati internazionali e soprattutto dai colleghi Ford di altri paesi. Con le autorità locali abbiamo avuto rapporti pessimi. La polizia sempre ai cancelli dove facevamo i picchetti e poi fermi, interrogatori, rotture di scatole in continuazione. Abbiamo resistito e anche facendo entrare in fabbriche altri operai l’azienda non ce l’ha fatto a mantenere i tre turni di lavoro e una produzione accettabile. (...) Nessun politico è disposto a sostenerci. Personalmente ho votato Zyuganov, il 2 marzo, ma neanche i comunisti ci hanno dato una mano. I prossimi passi?

"Sul piano personale, ho appena comprato per mille dollari un terreno in riva al fiume, a due ore da qui, voglio farci una casetta di legno e andarci a pescare. È il mio sogno da sempre e voglio realizzarlo adesso che qualche soldo gira. In azienda, dobbiamo pensare al nuovo contratto collettivo, che scade ora. Dobbiamo rinnovarlo su base migliore, soprattutto per le pensioni e la parte sociale del contratto. Le trattative saranno comunque lunghe. Più in generale penso che il mio compito maggiore siano cercare di organizzare un vero sindacato nazionale dei lavoratori dell’auto. Dopo che il nostro esempio sui giornali, da tantissime fabbriche mi sono venute richieste di consigli o anche di aiuto diretto. Alla AvtoVaz già abbiamo un migliaio di aderenti tra gli operai, alla Hyundai anche e poi stiamo mettendo in piedi qualcosa alla Nokia e alla Toyota" (da il manifesto, 30 marzo 2008)

Dal Dossier del Che Fare n.° 70 gennaio febbraio 2009

ORGANIZZAZIONE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA


Home page        Archivio generale "Che fare"         Per contattarci